Iran, Ucraina, Kurdistan sono le tre ambientazioni di questi film che portano lo spettatore dove i diritti umani sono violati, dove si sviluppano le azioni per riconquistarli.
Premiate per la loro bellezza e provenienti dai circuiti internazionali, le pellicole sono proiettate in uno dei luoghi più attenti al cinema di qualità di Milano, il Cinema Beltrade, in via Oxilia 10.
Si tratta di film che ci accompagnano verso la nuova edizione del Festival Diritti Umani 2024 (FDU), che si svolgerà dall’8 al 10 maggio alla Fabbrica del Vapore, con il patrocinio del Comune di Milano.
“Fin dalla sua prima edizione abbiamo proposto film coinvolgenti, di qualità e che raccontassero le storie dei diritti umani violati nel mondo. Vogliamo farlo anche quest’anno, proponendo tre appuntamenti, uno al mese, in collaborazione con il Cinema Beltrade, che ci accompagneranno alla nuova edizione del Festival”, aveva dichiarato a marzo, prima dell’inizio della rassegna, Danilo De Biasio, direttore della Fondazione Diritti Umani.
“Con Antonio Prata, direttore del Film Festival dei Diritti Umani di Lugano, che ha curato la rassegna, abbiamo scelto tre film di valore, in versione originale sottotitolata. Sono tre film che stanno ricevendo diversi riconoscimenti internazionali, perché sono riusciti a dosare forza e delicatezza nell’affrontare le grandi crisi umanitarie e siamo orgogliosi di poterli offrire al pubblico milanese”, aggiunge De Biasio.
Il primo film della rassegna, In the Rearview, è stato proiettato lo scorso 19 marzo: il regista polacco Maciek Hamela mostra in prima persona la fuga dalla guerra dei civili ucraini offrendo allo spettatore un posto sui sedili di un furgone che li conduce oltre il confine.
Il film è un’osservazione autentica e intima della guerra nel suo svolgersi, seguendo più generazioni di civili ucraini che, costretti ad abbandonare bruscamente le loro case, si affidano all’aiuto del furgone di volontari organizzato dallo stesso Maciek Hamela per farli fuggire dal conflitto che li mette in pericolo di vita. Mentre attraversa i campi minati per lasciare l’Ucraina e cerca di superare i numerosi posti di blocco militari, Hamela, come detto in precedenza, ci offre un posto in macchina, guidando il documentario da dietro il volante e dietro la macchina da presa, attraversando le strade verso la salvezza, in Polonia.
Il secondo appuntamento, il 9 aprile, sarà con Endless Borders, del regista iraniano Abbas Amini. Il film racconta la storia di un professore iraniano in esilio che conosce una famiglia di profughi afghani e dovrà rimettere in discussione la sua visione del mondo.
Ahmad è un insegnante esiliato in un piccolo villaggio povero, composto da abitanti in prevalenza di etnia Baloch, lungo il confine iraniano con l’Afghanistan. Conosce una famiglia di rifugiati clandestini Hazāra, in
fuga per la minaccia che costituisce l’ascesa al potere dei Talebani. Poco dopo Ahmad inizia a rendersi conto che pregiudizi e dogmi dettano le loro vite; la sua prospettiva su ciò che è giusto o sbagliato cambia allora drasticamente e decide quindi di salvare due giovani legati da un amore proibito. Questa decisione potrebbe avere conseguenze terribili per tutti.
Endless borders racconta di confini fisici, confini culturali, confini tra nazioni e confini dentro ogni comunità umana.
Ultima proposta, il 7 maggio, When the Seedlings Grow, del regista turco Rêger Azad Kaya. Ambientato a Kobane, ha conquistato il premio della giuria al Film Festival dei Diritti Umani di Lugano raccontando la vita che riesce a rifiorire dopo la guerra.
La guerra rimane sullo sfondo. Ma è presente: nelle abitazioni a brandelli, nell’economia stentata, nei bambini che vagano senza una meta. In When the seedling grow le vite di un padre e sua figlia, che sbarcano il lunario vendendo porta a porta il loro yogurt, si incrociano con quella di Hemudè, un bambino coinvolto nel conflitto che si svolge tra Siria e Turchia. La città di Kobanê in Siria, simbolo della resistenza curda agli assalti jihadisti e turchi, si specchia nella vicenda di queste tre figure che, a modo loro, resistono alle ingiustizie. E la cinepresa del giovane regista Rêger Azad Kaya si muove con delicatezza tra le rovine della guerra e i sorrisi dei bambini.
I film verranno proiettati alle 19.30 con un breve approfondimento.
Per informazioni
Biglietti al prezzo scontato di 6 euro (anziché 7,50): prenotando via mail all’indirizzo prenota@cinemabeltrade.net con la parola d’ordine “Se non sono per tutt* non sono diritti”; acquistando in cassa sempre con la parola d’ordine “Se non sono per tutt* non sono diritti”; preacquistando qui i biglietti online al link con il codice sconto DIRITTIXTUTTI.
a cura di Simona Cornaggia