Covivio, l’operatore immobiliare quotato a Parigi, controllato dalla Delfin della famiglia Del Vecchio, ha acquisito da Generali una quota dell’8,3% del capitale della sua partecipata Covivio Hotels, quotata a Euronext Parigi, in cambio di nuove azioni Covivio (si veda qui il comunicato stampa), concludendo quindi un’operazione annunciata lo scorso 22 febbraio (si veda altro articolo di BeBeez), che porta così la quota di Covivio in Covivio Hotels dal 43,9% al 52,2%, con il resto del capitale che continua a fare capo a Crédit Agricole Assurances, BNP Paribas Cardif, Generali, Assurances du Crédit Mutuel, Sogecap e CDC.
A questa operazione, che è stata condotta sulla base di un concambio di 31 azioni Covivio ogni 100 azioni Covivio Hotels (ex dividendo 2023), seguirà poi il lancio di un’offerta pubblica di scambio per il restante 47,8% del capitale di Covivio Hotels, alle stesse condizioni del conferimento da parte di Generali. Covivio non intende attuare uno squeeze-out al termine dell’offerta, né realizzare una fusione entro 12 mesi dalla chiusura dell’offerta, si legge nella nota.
Con l’acquisizione della partecipazione di Generali in Covivio Hotels, che rappresenta un aumento di capitale di Covivio di 300 milioni di euro, e l’acquisto dell’equivalente di 500 milioni di euro di asset, Covivio rafforzerà la sua esposizione a un portafoglio di 313 hotel di prima categoria, l’89% dei quali si trova nelle principali città turistiche europee come Parigi, Berlino, Roma, Londra, Barcellona e Madrid. Per un valore complessivo di circa 5,8 miliardi di euro.
La quota di hotel nel portafoglio di Covivio salirà quindi al 20% rispetto al 17% alla fine del 2023 (fino al 32% in caso di possesso del 100% delle azioni a seguito dell’offerta), accelerando così il bilanciamento del portafoglio tra uffici, residenziale e hotel. Il portafoglio del gruppo a fine 2023 aveva un valore di 15,1 miliardi e comprendeva per il 52% uffici (dei quali il 17% in Italia), per il 31% edifici residenziali in Germania (+1% annuo sul 2022) e appunto per il 17% hotel (+1% sul 2022) (si veda qui la presentazione agli analisti dei risultati 2023).
Ricordiamo che a proposito del settore hotellerie, in occasione della presentazione dei conti 2023, la scorsa settimana, Alexei Dal Pastro, amministratore delegato del Gruppo Covivio in Italia, aveva spiegato a BeBeez: “Per quanto riguarda gli immobili a uso alberghiero, continuano le trattative con AccorInvest per consolidare gli immobili e le attività alberghiere detenuti congiuntamente. L’asset class hotel continua a essere veramente interessante e nei primi numeri del 2024 ben al di sopra dei valori registrati nel 2019, prima della pandemia” (si veda altro articolo di BeBeez).
Questo rafforzamento avrà un impatto positivo sull’utile netto ricorrente (utile EPRA rettificato) per azione di circa +1% (quasi neutro per il NAV, a -0,3%). Anche gli indicatori di indebitamento di Covivio miglioreranno: Covivio Hotels avrà un rapporto LTV del 34% e un rapporto debito netto/EBITDA di 8,5 volte.
Ricordiamo che nel 2023 Covivio ha superato il miliardo di euro di ricavi consolidati di cui 648 milioni di euro quelli di pertinenza del gruppo, con una crescita, a perimetro costante, del 6,4% dal 2022. In questo contesto, i ricavi derivanti da immobili a uso ufficio sono saliti del 5,2% a 320,3 milioni di euro, quelli garantiti da immobili residenziali in Germania sono cresciuti del 3,9% a 185,1 milioni, mentre i ricavi dall’hotellerie sono saliti di ben il 12,7% a 139,9 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
La guidance sull’utile netto ricorrente per il 2024 comunicata a metà febbraio (di circa 440 milioni di euro) non tiene conto di questa operazione, il cui impatto sarà specificato in occasione dei risultati semestrali del 2024. Ricordiamo che al momento della presentazione dei conti 2023, il gruppo aveva fornito una previsione di aumento degli utili (EPRA earnings adjusted) di 440 milioni (+1% annuo) nel 2024. E Del Pastro aveva precisato: “Pagheremo il dividendo direttamente in cash, mantenendo l’opzione per il pagamento in azioni, con un payout ratio inferiore all’80%“.