Con la seconda operazione di riacquisto quote portata a termine in sette anni da Egidio Stefano Brugola, detto Jody, presidente di Brugola OEB Industriale, la famiglia fondatrice è ritornata proprietaria del 100% del capitale della società fondata nel 1926 a Lissone. L’azienda produce viti critiche nel comparto automobilistico e, a detta dei media di settore, è leader mondiale per la produzione di viti a testa esagonale.
Nel 2018 Brugola aveva rilevato da Neuberger Bergman AIFM Limited (si veda altro articolo di BeBeez) il 15,8% del capitale che il private equity aveva in carico dopo aver rilevato le partecipazioni dirette detenute dal Fondo Italiano d’Investimento. Questo era entrato nel capitale della società nel 2015 sottoscrivendo una prima tranche da 7,5 milioni di un aumento di capitale ad esso riservato, deliberato fino a 20 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
A vendere in quest’ultima transazione sono stati due operatori del medesimo settore in cui opera Brugola, A. Agrati spa, che produce componenti complesse e soluzioni di fissaggio per il mercato automobilistico, e Fontana Finanziaria spa, cui fa capo il Gruppo Fontana, fra i principali produttori internazionali di elementi di fissaggio (fasteners), impegnato anch’esso con l’automotive.
A ciascuna delle due aziende di Veduggio con Colzano (MB) faceva capo il 40% della holding Association for Bolts and Fasteners – ABF srl, che era stata costituita a marzo del 1990 per ampliare le attività commerciali all’estero di Brugola OEB Industriale spa. ABF controllava il 30% del veicolo che detiene il 100% di quest’ultima, che si chiama OEB srl, di cui Jody Brugola detiene il rimanente 70%. Il 10% lo possiede direttamente, il 60% mediante Brugola Commerciale spa.
Advisor di quest’ultima operazione per Brugola OEB Industriale è stato Andersen, che ha seguito gli aspetti finanziari e fiscali della strutturazione dell’operazione, operando come debt advisor. Gli aspetti legali, societari e antitrust sono stati invece curati dallo studio legale Pavia e Ansaldo. Lato venditori, il gruppo Fontana è stato assistito da Greenberg Traurig Santa Maria, mentre Agrati è stata assistita dalla struttura legale interna.
“Il riacquisto è strategico in questo momento cruciale per Brugola OEB poiché il gruppo sta attraversando una fase di crescita costante”, ha detto Alessandro Galbarini, cfo del gruppo di Lissone. “Si prevede un significativo aumento della capacità produttiva e della redditività sia per l’anno in corso che per il 2025. Prevediamo un incremento dei volumi del +15% rispetto all’anno 2023, con ulteriore +10% già previsto per il 2025. Inoltre, si prevede un aumento della marginalità, passando dal 9% – valore storico degli ultimi 3 anni – ad un 13%”.
“È con grande orgoglio e profonda emozione che annunciamo il risultato di questa operazione societaria, iniziata lo scorso anno, ma che in realtà rappresenta un obiettivo e un traguardo aziendale e famigliare atteso da ben 34 anni”, ha aggiunto Jody Brugola. “Questo è un gesto che sentivo il dovere e il desiderio di compiere in onore di mio padre e, ancor prima, di mio nonno, i quali hanno dedicato passione e impegno alla costruzione di questa azienda. Ovviamente, non intendiamo fermarci qui. Brugola è sempre orientata al progresso e abbiamo numerosi obiettivi da perseguire”, ha continuato il rappresentante della terza generazione dei fondatori.
“Grazie a questa operazione, avvenuta proprio in un momento strategico, possiamo continuare a rispettare il nostro piano di espansione e crescita, con l’intento di soddisfare la richiesta del mercato con prodotti eccellenti, innovativi e su misura per i nostri clienti. Ci teniamo in questa circostanza a ringraziare le due storiche aziende che in questi anni hanno partecipato come soci del gruppo in maniera leale e corretta dando la possibilità alla nostra azienda di poter crescere e investire. Allo stesso tempo, ringraziamo tutte quelle persone che hanno creato i presupposti e lavorato per questo importante risultato”.
Ricordiamo che Brugola era stato nominato amministratore delegato e presidente nel 2015, contestualmente alla sottoscrizione da parte di Fondo Italiano d’Investimento della tranche da 7,5 milioni, cui si è accennato. Contemporaneamente era stata realizzata anche un’operazione di rifinanziamento a supporto della crescita con Ubi, Mediocredito e UniCredit (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo quanto riportato da L’Avvenire, l’azienda ha chiuso il 2023 con un fatturato superiore ai 190 milioni. Nel 2022 (ultimo bilancio disponibile) aveva generato 146,7 milioni di ricavi, 8,4 milioni di ebitda, con 40,8 milioni di debiti netti (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).