Il leader mondiale delle macchine automatiche per il packaging IMA-Industria Macchine Automatiche ha emesso un prestito obbligazionario da 450 milioni di euro della durata di cinque anni a tasso variabile, finalizzato a rimborsare e cancellare 408 milioni di prestiti degli azionisti, a pagare un dividendo di 37 milioni al socio Sofima e a finanziare, o rifinanziare, costi e debiti dell’attività di m&a di quest’anno, quantificati in 5 milioni (si veda qui il prospetto informativo). Il bond, che ha un taglio minimo di 100mila euro e che scadrà il 15 aprile 2029, paga trimestralmente un tasso pari all’Euribor a tre mesi più il 3,75% annuo ed è quotato sull’Euro Mtf Market alla Borsa di Lussemburgo.
L’emissione di questi titoli senior garantiti a tasso variabile ha visto JP Morgan e BOFA Securities nel ruolo di joint physical bookrunner e, in qualità di joint bookrunner, BNP Paribas, Crédit Agricole CIB, Mediobanca, Morgan Stanley e Unicredit.
Moody’s ha confermato il corporate family rating a lungo termine B2 e il probability of default rating B2-PD, assegnando il rating B2 al nuovo bond da 450 milioni di IMA, controllata dalla famiglia del patron Alberto Vacchi tramite Alps Holding con il 50,02% del capitale e partecipata dalla merchant bank statunitense BDT & MSD Partners con il restante 49,8%, quota aumentata a inizio anno rispetto al precedente 45% (si veda altro articolo di BeBeez). L’agenzia di valutazione ha anche confermato i rating strumentali di IMA B2 sui titoli senior garantiti a tasso fisso da 830 milioni con scadenza nel 2028 e sui titoli senior garantiti a tasso variabile da 450 milioni con la stessa durata (si vedano qui le emissioni della società quotate alla Borsa del Lussemburgo). L’outlook è passato da stabile a positivo (si veda qui il comunicato stampa di Moody’s).
Il prestito obbligazionario servirà ad accorciare la catena di controllo, che vede al vertice Alps Holding e, al di sotto di essa, prima Sofima spa e poi Sofima PIK spa. Quest’ultima è infatti destinata a essere assorbita dalla prima dopo il rimborso e la cancellazione dei 408 milioni di prestiti degli azionisti. La manovra è funzionale al progetto di riorganizzazione aziendale, che prevede l’aggregazione entro due anni tra IMA, valutata complessivamente 6,5 miliardi, e la concorrente americana ProMach, partecipata pariteticamente da BDT & MSD Partners e dal private equity californiano Leonard Green & Partners. L’idea, sotto la regia della banca d’affari Usa, è quella di far nascere un colosso da oltre 5 miliardi di euro di fatturato, da quotare a Wall Street entro il 2028 (si veda altro articolo di BeBeez). Per quanto riguarda la Borsa, quello di IMA sarebbe un ritorno, visto che è uscita da Piazza Affari esattamente tre anni fa (si veda altro articolo di BeBeez). Questa volta, però, la piazza designata è quella di Wall Street, la scelta più naturale per BDT & MSD Partners, che ha sede a New York, oltre che a Chicago. L’operazione è soggetta però al via libera da parte del Governo ai sensi della normativa golden power.
Il colosso di Ozzano dell’Emilia (Bologna) conta oltre settemila dipendenti e nel 2023 ha registrato un fatturato di quasi 2,306 miliardi di euro, con una quota export di quasi l’88%, un adjusted ebitda pari a 429 milioni e un utile netto di 96,3 milioni. Con questa emissione, sostiene Moody’s, il debito lordo rettificato pro-forma di IMA aumenta da 4,9 a 5,5 volte l’adjusted ebitda, ma “rientra ampiamente nelle aspettative e il rating resta ben posizionato sulla base dell’aspettativa di un’ulteriore crescita degli utili e di una generazione positiva di free cash flow, poiché il consumo di capitale circolante si normalizzerà da quest’anno in poi”. Non solo. Come detto, “il rimborso dei titoli PIK (payment-in-kind bond, ndr) elimina la complessità della struttura del capitale del gruppo ed elimina l’incertezza precedente relativa alla potenziale perdita di liquidità; una piccola parte di circa 37 milioni dei proventi dell’emissione sarà utilizzata per rifinanziare le acquisizioni e Moody’s si aspetta che IMA rimanga acquisitiva”, spiega ancora l’agenzia di valutazione.
L’ultima acquisizione risale a quasi un mese fa, quando l’azienda ha rilevato la maggioranza di OMAS Tecnosistemi spa, società con sede a Cerro Maggiore (Milano), specializzata in soluzioni per linee di riempimento e tappatura completamente automatiche per il settore cosmetico, make-up, personal care e farmaceutico (si veda altro articolo di BeBeez).