Sono 274 i nuovi deal individuati (contro i 365 del 2022), per un controvalore pari a circa 15 miliardi di euro. A tanto ammontano i flussi liberati dai liquidity event, ossia le cessioni totali o parziali di aziende, che hanno coinvolto nel 2023 le imprese italiane a controllo familiare.
A fare i conti è una ricerca condotta da Pictet WM, in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano (si veda qui il comunicato stampa). Nel decennio 2013-2022 il valore dei flussi stimato era stato complessivamente di oltre 300 miliardi di euro, per 2.365 transazioni (si veda altro articolo di BeBeez).
I fondi di private equity sono stati gli investitori principali nel 37% dei liquidity event di importo noto, per un controvalore investito pari a 3,24 miliardi (pari al 63,6% dei volumi), in crescita rispetto al 2022.
Stando all’ultima analisi, gli affari portati a termine lo scorso anno hanno quindi evidenziato una lieve riduzione del numero di liquidity event, anche se il valore mediano delle operazioni disclosed di 30 milioni di euro è rimasto sostanzialmente in linea con quello del periodo 2013-2022 (pari a 33,7 milioni).
Osservando i valori delle operazioni note del 2023, il valore medio dei deal è stato pari a 80,89 milioni, sensibilmente inferiore rispetto al passato (pari a 134,3 milioni).
In generale, spiega sempre il report, in Italia l’andamento di queste tipologie di operazioni si è dimostrato dinamico soprattutto nel mid market, da cui è derivato il calo in valore registrato per effetto del venire meno dei megadeal. In questo scenario, solo nel 2023 i fondi di private equity sono stati gli investitori principali in 23 liquidity event con valore noto, pari al 37% del campione, e in 12 di questi il lead investor è stato un fondo italiano. Riscontrata pertanto una certa resilienza dei fondi di private equity, rispetto al ciclo negativo del mercato M&A, la cui partecipazione – sia in termini numerici che per valore investito – è stato superiore al 2022, con una crescita per l’importo medio del ticket dei fondi esteri.
Più in generale, considerando anche le operazioni di importo undisclosed, nel 2023 i fondi di private equity sono stati protagonisti in deal, pari al 27% del totale, di cui 49 guidati da investitori italiani e 25 da investitori esteri. Possiamo quindi affermare che i fondi di private equity, sia italiani sia esteri, siano investito 74 d ri ‘regolari’ nel mercato dei liquidity event e fungano sempre più da interlocutori cruciali per le aziende di famiglia in Italia.
Focalizzando l’attenzione sui 63 liquidity event con controvalore noto del 2023, si tratta di società non quotate, la cui maggioranza ha tra i 20 e 50 anni di vita. La Lombardia si riconferma al primo posto, con 20 operazioni (31,7% del totale), seguita da Veneto ed Emilia-Romagna, rispettivamente con 11 e 7 operazioni. In generale, il 41% delle operazione sono localizzate nel nord-ovest, mentre cresce il numero di operazioni anche nel nord-est con il 25% dei deal totali.
Confermata una spiccata concentrazione nell’ambito manifatturiero (codice ateco C) che assorbe ben il 57,1% del campione nel 2023 (36 casi). Nel 75% dei casi si è trattato di aziende controllate da una famiglia, nell’11% da più famiglie e nel 14% da un unico imprenditore. Per le operazioni note, la cessione ha riguardato in media una quota pari all’80,5% dell’azienda, mentre nel 59% dei casi l’acquisizione è totalitaria, in crescita rispetto al 41% del 2022.
Fra le aziende familiari ‘investite’ nel passato, nell’ultimo anno sono state registrate 41 exit da parte di fondi di private equity – di cui 30 riguardano investitori italiani e 11 esteri – riportando un tempo medio di permanenza di 6 anni.
Alessandra Losito, equity partner, country head di Pictet Wealth Management in Italia, ha commentato: “Abbiamo voluto aggiornare con i dati del 2023 la ricerca realizzata in collaborazione con il Politecnico di Milano per stimolare l’attenzione sui liquidity event in Italia e mettere in luce il ruolo sempre più centrale che i fondi di private equity svolgono in questo ambito. In un periodo complesso per il mercato dell’M&A, quale è stato lo scorso anno, a fronte dell’incremento dei tassi di interesse e relativi costi di rifinanziamento per le imprese, in uno scenario economico incerto, sono stati liberati ulteriori importanti risorse a sostegno dell’economia reale. Tale processo è stato reso possibile anche grazie al crescente ruolo dei fondi di private equity nelle operazioni di liquidity event, incrementando sia la loro partecipazione che i loro investimenti a supporto della crescita di tante aziende”.