Grande interesse intorno alle residue attività italiane di BT, che comprendono quattro data center e una dorsale.
Secondo quanto riportato da Reuters, infatti, il private equity Nextalia sgr, l’operatore di tlc via fibra ottica Retelit, controllato da Asterion Industrial Partners, e TIM, sono fra le pretendenti. Quest’ultima, peraltro, avrebbe anche già presentato un’offerta non vincolante, cercando di ottenere dal venditore 100 milioni di euro per rilevare gli asset. Le offerte vincolanti sarebbero attese per la fine del mese.
Per quanto riguarda sia TIM sia Retelit, entrambe hanno già concluso accordi di questo tipo con BT. Nel primo caso, a giugno 2021 si era perfezionata la cessione a TIM delle business unit italiane che offrivano servizi ai clienti della Pubblica Amministrazione e allo Small & Medium Business (SMB – si veda qui il comunicato di allora), nel secondo caso a dicembre 2023 BT Italia aveva sottoscritto un accordo preliminare con Retelit spa per la vendita del 100% della controllata di BT Enìa spa, operatore locale che offre servizi di telecomunicazione e soluzioni IT alle imprese e alla Pubblica Amministrazione nelle province di Parma, Reggio Emilia e Piacenza (si veda altro articolo di BeBeez).
Per quanto concerne Nextalia, invece, il suo nome è circolato fra i potenziali pretendenti delle attività in cessione già a luglio, quando era stata Bloomberg a dare la notizia secondo la quale l’sgr italiana e il private equity Asterion Industrial Partners, sarebbero state interessate. Secondo Bloomberg, Asterion avrebbe potuto presentare un’offerta tramite, mentre Nextalia avrebbe potuto utilizzare il suo fondo Credit Opportunities che lo scorso anno ha raccolto oltre 330 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che BT ha ridimensionato le sue attività in Italia, iniziando una progressiva attività di cessione di alcune di queste, dopo che la filiale nazionale era stata colpita da uno scandalo di falso in bilancio che aveva costretto il gruppo britannico di telecomunicazioni a sostenere un onere di 530 milioni di sterline (627,6 milioni di euro, al cambio attuale) nei suoi conti nel 2017. BT Italia ha generato fatturato per 300 milioni l’anno scorso e serve grandi clienti come Stellantis ed Eni.
Per quanto concerne i potenziali attori di questa operazione, ricordiamo che il 1° luglio 2024 TIM ha ceduto al consorzio di investitori guidato da KKR la NetCo che deteneva il perimetro gestionale e infrastrutturale della propria rete fissa di telecomunicazioni. La società è stata conferita in FiberCop, la joint venture tra TIM e KKR che comprende la rete fissa secondaria di TIM, che a sua volta è stata acquisita da Optics BidCo, società controllata da KKR e partecipata dai suoi coinvestitori e cioé Abu Dhabi Investment Authority (ADIA) e Canada Pension Plan Investment Board (CPP Investments) (si veda altro articolo di BeBeez). Altro protagonista dell’operazione NetCo, è stato F2i sgr che investirà un miliardo di euro per il 10% della NetCo (si veda altro articolo di BeBeez), mentre un altro 15-20% è stato acquisito dal MEF-Ministero dell’Economia e delle Finanze (si veda altro articolo di BeBeez).
All’iizio di agosto, invece, Nextalia, tramite il fondo Credit Opportunities, aveva ceduto Italtel accettando la proposta vincolante presentata da Digital Value (si veda altro articolo di BeBeez).
Retelit spa, il più grande player in Italia nelle telecomunicazioni B2B, è controllato dal fondo infrastrutturale spagnolo Asterion Industrial Partners dopo l’opa conclusasi a inizio ottobre 2021 (si veda qui altro articolo di BeBeez), ed è partecipato dal fondo Marguerite.