Si avvia all’epilogo la saga del gruppo PSC, un tempo nome di riferimento nella realizzazione di impianti tecnologici complessi per grandi opere di edilizia civile, industriale e infrastrutturale, fondato dalla famiglia Pesce, e oggi in crisi finanziaria. Ieri infatti il fondo Nextalia Credit Opportunities (NCO), gestito da Nextalia sgr, che agisce in qualità di assuntore nell’ambito della procedura di concordato preventivo sullo stesso gruppo PSC, ha accettato la proposta vincolante di Digital Value per Italtel e inoltre ha perfezionato la cessione della continuità aziendale del gruppo chiudendo la cessione di Nuova PSC S.r.l. e Atisa S.p.A. al consorzio Conpat S.c.a.r.l. e delle attività nell’energia al consorzio Arcipelago S.c.p.A. (si veda qui il comunicato stampa).
I termini finanziari delle operazioni non sono stati divulgati. Ciò che è noto è che in base a quanto previsto dal decreto di omologazione firmato dal giudice Giuliana Santa Trotta (si veda qui l’omologa), risulta un investimento da parte di NCO nel Gruppo PSC fino a 63,9 milioni di euro come “finanza fornita in veste di assuntore” (si veda altro articolo di BeBeez) che, assieme alla cassa di 13,9 milioni, serve a soddisfare l’indebitamento concordatario rimodulato complessivo di 77,8 milioni, di cui 48 milioni nei soli confronti di SACE (rimborsata al 56,29% dell’esposizione).
Italtel, che progetta e realizza soluzioni e servizi per la trasformazione digitale, fa capo al Gruppo PSC per il 53,66%. Il capitale restante è posseduto da Clessidra Capital Credit sgr (28,62%) e da TIM (17,72%). E’ la compagine azionaria che ha ricostituito all’inizio del 2022 il capitale di Italtel (si veda altro articolo di BeBeez) nel quadro di un concordato in continuità indiretta approvato a fine dicembre dal Tribunale di Milano (si veda altro articolo di BeBeez) e portato avanti un articolato processo di rilancio sotto la regia di un nuovo ceo, Benedetto Di Salvo, manager proveniente da Sirti, che con il piano industriale 2022-26 ha tracciato la rotta verso un fatturato di 365 mln di euro nel 2026 e un ebitda del 9,6% (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel 2023 Italtel ha fatturato 279 milioni di euro, che in realtà era l’obiettivo stabilito per l’anno prima. Tuttavia il gruppo è passato da un debito netto di 174 milioni (e 173 di fatturato) nel 2019 a una liquidità netta di 22,8 milioni nel 2023 (si veda qui il report di Leanus, una volta registratisi gratuitamente), grazie anche a una serie di cessioni effettuate nello stesso anno, ossia quella del polo produttivo siciliano di Carini, acquistato a febbraio da H Exchamge, e quella delle attività nella banda ultralarga (UBB) al gruppo Maticmind, in settembre.
Digital Value, nata dall’unione della romana Italware srl e della milanese ITD Solutions spa e leader nella consulenza ad aziende ed enti pubblici sulla trasformazione digitale, aveva messo nel mirino Italtel già dal 2020, ossia da quando era esplosa la crisi finanziaria di di quest’ultima. Tuttavia all’epoca la concorrenza del gruppo PCSC, che vede tra gli azionisti anche Fincantieri (10%) e Simest (9,6%), si era rivelata più forte addirittura di Accenture (si veda altro articolo di BeBeez)
Ricordiamo che Digital Value, guidata dal fondatore di Italware Massimo Rossi, è quotata dal 2018, dapprima sull’Euronext Growth Milan (si veda altro articolo di BeBeez) a seguito della della prima operazione (e finora unica) condotta con la struttura Spac-in-Cloud sulla piattaforma di private placement Elite Club Deal di Borsa Italiana (si veda altro articolo di BeBeez), promossa da Electa Ventures e con cornerstone investor Ipo Club, il fondo chiuso del Gruppo Azimut dedicato a investimenti in pre-ipo, lanciato nel 2017 per iniziativa di Azimut Libera Impresa con la stessa Electa (si veda altro articolo di BeBeez). Dal maggio 2023 Digital Value è presente sul listino principale (Euronext Milan) di Piazza Affari (si veda altro articolo di BeBeez). Per il gruppo è previsto un fatturato 2024, al netto dell’effetto Italtel, di 1.050 milioni di euro e un ebitda per lo stesso anno di 106 milioni (si veda qui il report di CFO sim).
Dal canto suo Atisa spa produce sistemi e impianti per il trattamento dell’aria nei complessi industriali e sulle navi. L’azienda milanese nel 2022 ha fatturato 5,5 milioni patendo però una perdita operativa di 1,9 milioni. Il debito netto è di circa 400 mila euro (si veda qui il report di Leanus, una volta registrati gratuitamente).
Il Gruppo PSC era finito schiacciato da oltre 400 milioni di euro di debiti contratti per finanziare le acquisizioni. La famiglia Pesce, titolare dell’80,36% del gruppo tramite PSC Partecipazioni spa, ha accettato alla fine dello scorso mese di novembre l’offerta vincolante del fondo NCO per intervenire come assuntore del concordato preventivo, proposta accettata dal consiglio di amministrazione presieduto da Umberto Pesce (si veda altro articolo di BeBeez). L’offerta ha poi ottenuto alla fine dello scorso febbraio il favore dei creditori con ampie maggioranze (si veda altro articolo di BeBeez). Terminato il periodo di voto, come detto, il concordato è stato omologato da parte del Tribunale, che ha contestualmente rigettato l’opposizione di Bahadir Maltauro, joint venture tra l’italiana ICM e la qatarina Bahadir Construction Engineering Contracting and Trading Inc. Co., titolare di un credito di oltre 17 milioni vantato in realtà verso la qatariota PSC Trading & Contracting WLL, società subappaltatrice del Gruppo PSC.
Quest’ultimo era stato ammesso nel giugno del 2022 dal Tribunale di Lagonegro al concordato con riserva per presentare entro i 120 giorni successivi la domanda di concordato preventivo o un accordo di ristrutturazione del debito (si veda altro articolo di BeBeez). Per liberare risorse, il gruppo più di due anni fa aveva ceduto a Salcef per 26,6 milioni di euro il ramo d’azienda attivo nel settore ferroviario (si veda qui il comunicato stampa di allora), mentre oltre un anno fa la controllata Alpitel aveva ceduto l’intera proprietà di Giubergia & Armando srl a CEBAT spa, service company italiana specializzata nella manutenzione e realizzazione di reti di pubblica utilità, controllata all’80% da Oaktree (si veda altro articolo di BeBeez). Il Gruppo PSC era poi stato ammesso alla procedura di concordato pieno con continuità aziendale ad aprile 2023 (si veda qui il portale dei creditori).
Ricordiamo che Nextalia Credit Opportunities è stato lanciato nel febbraio del 2023 per investire in strumenti di dbito ed equity di società in tensione finanziaria per favorirne il rilancio. Il target di raccolta è compreso tra 300 e 400 milioni di euro, secondo quanto riferito all’epoca dalla società a BeBeez. ha Sinora il fondo ha investito circa la metà del commitment complessivo sinora raccolto, cioè 332 milioni di euro.
Quella appena completata è la quarta operazione di NCO, dopo le prime due perfezionate l’anno scorso, ma mai comunicate (si veda qui il portafoglio del fondo). La prima ha riguardato l’acquisto di crediti commerciali e finanziari vantati, rispettivamente, da primarie società del settore energy e banche nei confronti di Energy Green City spa (ex Roma Gas & Power spa), società italiana leader nella distribuzione di energia e gas, entrata in procedura di concordato nel 2022. Il fondo NCO è diventato, a seguito di tali acquisti, il principale creditore della società.
La seconda operazione ha riguardato l’acquisto di crediti bancari vantati da controparti istituzionali nei confronti di Hunter, una holding di partecipazioni in distress finanziario e contestuale ristrutturazione del debito per il tramite di un accordo con i principali azionisti e creditori terzi.
A BeBeez risulta che la terza operazione abbia riguardato l’acquisto di crediti ipotecari e chirografari nei confronti di società appartenenti a un gruppo attivo nel settore immobiliare.
Ricordiamo infine che Nextalia è la sgr guidata e promossa da Francesco Canzonieri, ex co-head del corporate & investment banking di Mediobanca, assieme a diversi investitori istituzionali italiani quali Intesa Sanpaolo, UnipolSai, Bonifiche Ferraresi, Confindustria e Micheli Associati. A questi si sono affiancati poco prima del Natale 2023 la Fondazione Enpam e l’Istituto Atesino di Sviluppo (si veda altro articolo di BeBeez).