Inizia la nuova stagione e come è nostra consuetudine presentiamo i cartelloni teatrali di alcune città dove l’offerta è più ricca: quest’anno cominciamo con la capitale.
Nel panorama romano c’è spazio per le sale più istituzionali come il Teatro di Roma, ma anche per realtà in crescita come il Teatro Basilica e per quelle già consolidate come il Vascello e il Parioli.
Le produzioni e le ospitalità del Teatro di Roma, ora diretto da Luca De Fusco, sono spalmate tra la storica sala dell’Argentina, il teatro India e il teatro Torlonia. Nella prima, tra produzioni e coproduzioni, segnaliamo Notte Morricone che apre la stagione (dal 24 ottobre al 10 novembre): un omaggio al grande compositore a cura del coreografo spagnolo Marcus Moral, fondatore, direttore artistico e coreografo della compagnia La Veronal che assembla sogno, simbolismo e realtà con il contributo di 16 ballerini. Non mancano i classici: dal Re Lear scespiriano diretto e interpretato da Gabriele Lavia in una coproduzione internazionale (27/11-22/12) a Guerra e pace dal romanzo di Lev Tolstoj per la regia di De Fusco con Pamela Villoresi (4-23 febbraio 2025). La drammaturgia contemporanea è ben rappresentata dal Ritorno a casa di Harold Pinter, messo in scena da Massimo Popolizio anche interprete (7-25/5), e da November del drammaturgo americano David Mamet, già premio Pulitzer, con la regia di Chiara Noschese anche nel cast accanto a Luca Barbareschi (4-16/3)
Al teatro India sono invece in programma Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in bicicletta, racconto di Sandro Bonvissuto su un genitore e suo figlio, dal quale Valerio Aprea ha tratto un monologo (15-27/10) e la rivisitazione del Riccardo III di Shakespeare ad opera di Luca Ariano che prosegue la sua analisi sul tema del potere (22/10-10/11). Tra le proposte dedicate alla sperimentazione si ripropongono sia Il Cavaliere inesistente di Italio Calvino nell’adattamento di Matilde D’accardi e la regia di Tommaso Capodanno, con il personaggio del titolo evocato da un enorme burattino (22-11/1/12), che Lo scrittojo di Pirandello di Roberto Gandini (anche regista) e Roberto Scarpetti, pensato per un pubblico più giovane e con un linguaggio ludico (4-15/11). Altro ritorno è quello di Tre sorelle di Cechov, spettacolo della compagnia Muta Imago con la regia di Claudia Sorace (6-15/12), mentre debutta Anna Cappelli di Annibale Ruccello (che abbiamo recensito su queste pagine nell’ambito del Ginesio Fest), diretto dall’argentino Claudio Tolcachir con Valentina Picello eccellente protagonista (22-26 gennaio 2025). Sempre del drammaturgo napoletano segnaliamo, tra le ospitalità, Le cinque rose di Jennifer di cui Geppy Gleijeses cura la regia (5-9/3) e Ferdinando, diretto e interpretato da Arturo Cirillo (1-6/4). Ancora tra le produzioni troviamo A torto o a ragione dell’inglese Ronald Harwood, sulla figura del grande direttore d’orchestra Wilhelm Furtwangler, messo in scena da Giovanni Anfuso (11-16/2) e infine La banalità dell’amore di Savyon Liebrecht, incentrato sull’impossibile storia d’amore tra i filosofi Hanna Arendt e Martin Heidegger per l’adattamento e regia di Piero Maccarinelli (6-18/5).
Tra le numerose ospitalità ci limitiamo a segnalarne alcune: all’Argentina Tre modi per non morire, dove lo scrittore Giuseppe Montesano assembla testi di Baudelaire, Dante e i lirici greci affidandoli alla voce di Toni Servillo (dall’8 al 19 gennaio 2025); un tris d’assi è quello del cast di I ragazzi irresistibili di Neil Simon con Franco Branciaroli e Umberto Orsini diretti da Massimo Popolizio (21/1-2/2); poi Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello per la regia di Valerio Binasco anche interprete (19-30/3) e Ho paura torero (3-17/4), pièce del cileno Pedro Lemebel diretta da Claudio Longhi con Lino Guanciale protagonista, di cui abbiamo parlato in occasione della prima al Piccolo Teatro di Milano(si veda altro articolo di BeBeez). L’India, tra i molti titoli dedicati alla drammaturgia contemporanea, ospita, tra gli altri, Never Young della compagnia Biancofango (13-17/11); Come nei giorni migliori di Diego Pleuteri con la regia di Leonardo Lidi, pièce sulla vita della coppia formata da due giovani uomini (14-25/5); al tema dell’amore al tempo dei social è dedicato anche Meno di due di Francesco Lagi (26/11-1/12). Davide Enia assomma la sua vicenda personale a quella della sua natia Sicilia in Autoritratto (20/5-1/6); Liv Ferracchiati si cimenta con un classico come Morte a Venezia di Thomas Mann (5-9/2) e Luca Marinelli assume le sembianze di una scimmia in Una relazione per un’Accademia dal racconto di Franz Kafka (25-30/3).
Al Teatro Torlonia la prima parte della stagione, dopo gli appuntamenti dell’Estate Romana (sino al 29 settembre), vede in scena, tra gli altri, Giovanna D’Arco di Maria Luisa Spaziani per la regia di Luca De Fusco (3-13/10); il primo degli otto incontri di La musica è una cosa meravigliosa (22/10) e quello di Racconti romani, testi scelti da Elena Stancanelli e Emanuele Trevi (21/11); Esagerate! di e con Cinzia Spanò (3-8/12); Elena di Ghiannis Ritsos, diretto e interpretato da Elena Arvigo (30 gennaio-2 febbraio 2025) e Cosi… vi pare, scrittura scenica e regia di Riccardo Caporossi da Pirandello (6-9 e 13-16/2/25).
Dedicata ad Alessandro Preziosi e condotta da Antonio Calenda è la serata inaugurale del 26 settembre al Teatro Basilica, giunto alla sua sesta stagione, dedicata al pubblico, dal titolo Persone, uno spazio diventato una delle nuove realtà più stimolanti e innovative del panorama romano dove le nuove generazioni della drammaturgia trovano casa. Con la direzione congiunta di Daniela Giovannetti e Alessandro Di Murro, uno dei fondatori della compagnia residente Gruppo della Creta, si è imposto all’attenzione del pubblico con una programmazione che ha visto impegnati in palcoscenico autorevoli autori, registi e interpreti del nuovo teatro, alcuni presenti anche nella stagione 2024/25, come Fabio Pisano, Teodoro Bonci del Bene, Pier Lorenzo Pisano, Gianni Guardigli, Daria Deflorian, le compagnie Vetrano/Randisi, Frosini/Timpano, I sacchi di Sabbia, Ciro Masella, Francesco Villano e Paolo Mazzarelli.
Tra le numerose e ugualmente interessanti proposte ci limitiamo a segnalarne qualcuna per ogni mese di programmazione. Si comincia in ottobre con Panni fritti in casa di Agnese Fallongo con la regia di Raffaele Latagliata (15-20/10); a seguire Harem di Alberto Basetti diretto da Manuel Giliberti (25-28/10). A novembre ritroviamo Enzo Vetrano e Stefano Randisi nell’ormai classico Totò e Vicé di Franco Scaldati (7-10/11) e Beati voi che pensate al successo noi soli pensiamo al sesso e alla morte, uno spettacolo del Gruppo della Creta ispirato all’opera del poeta argentino Rodolfo Wilcock (14-17/11, anche al teatro Filodrammatici di Milano dall’1 al 3/11). La programmazione di dicembre si focalizza su tre progetti legati all’opera di Shakespeare: La tragedia di Amleto, principe di Danimarca nella traduzione di Nadia Fusini, regia di Alessandro Fabrizi e con Alessio Esposito protagonista (10-15/12); una versione originale dell’Enrico V- Se vuoi la pace prepara la guerra, interpretata da Solimano Pontalloro (17/12) e Io sono solo Amleto, rilettura contemporanea della tragedia, di e con Marco Cacciola.
L’inizio del 2025 vede Mauro Lamantia in Gramsci gay, un testo di Jacopo Gardelli con la regia di Matteo Gatta (9-12 gennaio) e Francesco Alberici in Diario di un dolore, un suo progetto tratto dall’omonimo libro di Clive S. Lewis. Daniela Giovannetti è la protagonista di Il Dio dell’acqua di Gianni Guardigli, diretto da Alessandro Di Murro (13-16 febbraio); Elvira Frosini e Daniele Timpano sono autori, registi e interpreti di Acqua di colonia (19-23/2) e Pier Lorenzo Pisano (anche regista) presenta il suo testo Totale (27/2-2/3). Paolo Mazzarelli s’ispira a Shakespeare per il suo Orazio di cui è anche interprete (13-16/3) e Marco Sgrosso si cimenta solo in scena con il Thomas Bernhard di Colpi d’ascia (18 e 19/3). Dopo una fortunata tournée nella scorsa stagione, approda a Roma L’eterno marito da Fedor Dostoevskij nell’adattamento di Davide Carnevali e con la regia di Claudio Autelli (1e 2 aprile); a seguire Teodoro Bonci del Bene, anche regista, propone Dati sensibili: New Constructive Ethics, testo del russo Ivan Vyrypaev (4-6/4) e Nando Paone debutta con Sagoma di Fabio Pisano, regia di Davide Jodice (10-13/4).
Il Basilica apre anche alle ospitalità internazionali come quella della compagnia belga Poetic Punkers nella loro creazione Mario e Maria, drammaturgia di Faustino Blanchut e regia di Natalia Vallebona (15-17/4). Daria Deflorian ritorna con Lapinova e le altre, letture da testi da Virginia Woolf a Alice Munro (5-11 maggio) e Paolo Valerio è protagonista del monologo Il muro trasparente. Diario di un tennista sentimentale, a cura dello stesso Valerio, Monica Codena e Marco Ongaro (16 e 17/5). Novità nell’ambito della stagione è il progetto La stanza dello spirito e del tempo che consiste in incontri condotti dagli artisti ospiti, un modo per mettere in contatto gli stessi con la comunità romana.
Il Teatro Vascello, con la direzione artistica di Manuela Kustermann, negli ultimi anni ha decisamente acquisito un profilo importante nell’ambito della scena romana. L’apertura della stagione è affidata a un grande attore ancora in piena attività nonostante i prossimi 94 anni: Glauco Mauri propone una sua versione teatrale del De Profundis di Oscar Wilde, accorata missiva indirizzata a Lord Aldred Douglas, composta mentre lo scrittore si trovava nel carcere di Reading (dal 26 al 29 settembre). Di seguito una selezione degli spettacoli in cartellone. In ottobre debutta l’atteso Altri libertini, opera prima dello scrittore Pier Vittorio Tondelli, diretto da Licia Lanera anche interprete (15 e 16/10). Ultimo testo del drammaturgo francese Bernard Marie Koltés, messo in scena postumo da Peter Stein nel 1990, Roberto Zucco viene rivisitato dalla regista Giorgina Pi (23-25/10); La vegetariana, romanzo di Han Kang, viene adattato da Daria Deflorian (anche nel cast) e Francesca Marciano (29/10-3/11).
In novembre Lucia Mascino è presente con Il sen(n)o, testo dell’inglese Monica Dolan, adattato e diretto da Serena Sinigaglia. A seguire due spettacoli scritti e messi in scena da Emma Dante: La Scortecata, liberamente tratto da Lo cunto de li cunti di Gianbattista Basile (19/1-1/12) e Il canto della sirena da La sirenetta di Hans C. Andersen. Dicembre si apre con Il giardino dei ciliegi, terzo tassello della Trilogia Cechov (dopo Il gabbiano e Zio Vanja di cui abbiamo riferito su queste pagine) del regista Leonardo Lidi (3-8/12).
A gennaio è in cartellone Il rito, tratto dall’omonimo film di Ingmar Bergman, adattato e diretto da Alfonso Postiglione (21-26/1); a seguire Bocconi amari, ultimo lavoro della drammaturga e performer Eleonora Danco (7-16 febbraio) e Il ministero della solitudine, testo della compagnia lacasadargilla, diretto dai fondatori Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni (18-23/2). A marzo il regista Andrea De Rosa adatta e mette in scena Edipo da Sofocle (4-9/3) e il Teatro dell’Elfo di Milano porta nella capitale Moby Dick alla prova, di Orson Welles, adattato dal romanzo di Melville e diretto da Elio De Capitani (11-16/3); a seguire La pulce nell’orecchio, adattamento e drammaturgia di Tindaro Granata e Carmelo Rifici che firma anche la regia (28/3-6/4). In aprile Fabrizio Gifuni è l’ideatore e il bravissimo protagonista del dittico I fantasmi della nostra storia che comprende Il male dei ricci, tratto da Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini (9 e10/4), e Con il vostro irridente silenzio, studio sulle lettere dalla prigionia di Aldo Moro (11-13/4). Manuela Kustermann e Mariangela D’Abbraccio (suo anche il progetto) sono le interpreti di 6 donne che hanno segnato la storia, dove in 6 giorni grandi figure femminili sono raccontate da 6 diversi autori, da Dacia Maraini a Maurizio De Giovanni, con la regia di Francesco Tavassi (6-11 maggio). Ritorna a chiudere la stagione Leonardo Lidi con la prima pièce della sua nuova Trilogia Williams, La gatta sul tetto che scotta (20-25/5).
Il Teatro Parioli Costanzo, per anni anche set televisivo del Maurizio Costanzo Show, dopo l’ottima direzione triennale di Piero Maccarinelli è ora affidato alle cure del nuovo direttore artistico Massimiliano Bruno. Come per le sale precedenti, operiamo anche in questo caso una selezione dal variegato cartellone. Apre la stagione Raoul Bova (anche direttore della Scuola di Teatro con Rocio Munoz Morales) in Buongiorno papà, pièce di Edoardo Leo e Massimiliano Bruno (dal 30 ottobre al 10 novembre).
Daniele Pecci è interprete, traduttore e regista di Divagazioni e delizie, testo dell’americano John Gay, recentemente scomparso, composta da scritti di Oscar Wilde: brevi racconti, saggi, lettere o aforismi che Gay immagina siano presentati dallo stesso Wilde, costretto, una volta uscito di prigione e ridotto in miseria, a esibirsi in teatri di quart’ordine (11-22 dicembre). Ale e Franz ritornano al Parioli con La commedia, nuovo spettacolo scritto da Francesco Villa, Alessandro Besentini, Alberto Ferrari (che firma anche la regia) e Antonio De Santis (dal 15 gennaio al 2 febbraio).
Celebre film di Dino Risi con Alberto Sordi, Il Vedovo prende nuova vita in palcoscenico ad opera di Massimo Ghini (dal 26/2 al 9 marzo). Plaza Suite, commedia brillante di Neil Simon portata anche sullo schermo da Arthur Hiller con Walter Matthau e Maureen Stapleton, torna in teatro con la regia di Ennio Coltorti e l’interpretazione di Debora Caprioglio e Corrado Tedeschi (11-23/3). Gianmarco Tognazzi e Massimiliano Bruno sono i protagonisti di La prospettiva, pièce scritta e diretta dallo stesso Bruno (dal 26/3 al 6 aprile). Rosalia Porcaro è la protagonista di Una donna sola, testo scritto da Dario Fo e Franca Rame (dal 9 al 13 aprile), mentre Lucia Vasini è tra gli interpreti di Le gratitudini, dal romanzo di Delphine De Vigan, adattato e diretto da Paolo Triestino (7-11 maggio). A seguire ritorna Noi Giuda, scritto da Angelo Longoni anche regista con Massimo Ghini in scena (14-18/5) e chiude la stagione Lucifero e la signora, scritto e diretto da Egidio Carbone Lucifero, prodotto dal Parioli (21-25/5). Iniziativa degna di nota è l’istituzione del Premio Teatrale Maurizio Costanzo nelle carceri, progetto rivolto ai detenuti con l’obiettivo di favorirne il reinserimento sociale e la crescita personale attraverso l’arte e il teatro.
a cura di Mario Cervio Gualersi