I mega-fondi europei di buyout con dimensioni superiori ai 5 miliardi di euro hanno generato in media un Irr netto del 17,59% nel 2012 su un orizzionte di un anno, quindi ben al di sopra dei colleghi specializzati nel mid market, small cap e venture capital e al di sopra della performance del 13,15% dell’indice di borsa britannico Ftse100, ma al di sotto di quella del 18,68% dell’europeo Stoxx600. Lo ha calcolato Thomson_Reuters, che precisa che allungando il periodo di osservazione a 10 anni, però, la performance dei mega-buyout scende al 7,27% all’anno, quindi al di sotto di quella dei fondi grandi (tra 1 e 5 miliardi di euro) e medi (tra 400 milioni e un miliardo), rispettivamente del 14,64% e 10,67%.
E questo nonostante il fatto che l’anno scorso sia stato molto difficile disinvestire, commenta RealDeals, citando un recente studio di Ernst & Young che calcola i disinvestimenti in Europa sono stati solo 61 nel 2012 contro gli 85 del 2011 perché la strada della quotazione in borsa è stata praticamente quasi impossibile e anche le acquisizioni da parte di soggetti industriali hanno avuto un crollo, con meno del 40% dei disinvestimenti dei fondi che sono andati ad acquirenti strategici, la percentuale più bassa mai registrata.
SunGard studia la cessione delle attività di gestione dei dati per 2 miliardi di dollari. Lo rivela Reuters, che precisa che il colosso del software ha dato mandato a Goldman Sachs per trovare un acquirente. Sungard era stato dilistato nel 2005 con un’operazione di buyout da 11,4 miliardi di dollari da una cordata formata dai fondi Bain Capital, Blackstone, Goldman Sachs Capital Partners, KKR, Providence Equity Partners, Silver Lake e TPG Capital LP. La divisione di business in vendita nel 2012 ha generato un ebitda di 200 milioni di dollari.
I fondi azionisti hanno portato a casa il loro primo superdividendo l’anno scorso, pagandosi una cedola di 720 milioni di dollari grazie a un finanziamento raccolto tra le banche. Ciononostante il gruppo ha ridotto il suo indebitamento a 6,7 miliardi a fine 2012 da 7,9 miliardi di fine 2011. Non è ancora chiaro se i proventi della cessione della divisione gestione dati serviranno ad abbattere ulteriormente il debito o se invece saranno utilizzati per pagare un ulteriore dividendo ai fondi.
BC Partners alla fine si è aggiudicato Springer Science & Business Media per 3,3 miliardi di euro. EQT Partners e il fondo sovrano di Singapore GIC, che aveva acquisito Springer nel 2009, hanno quindi preferito l’offerta del private equity per il controllo dell’editore tedesco, piuttosto che la soluzione dell’ipo. Lo riferisce Bloomberg, che precisa che EQT e GIC resteranno nel capitale di Springer con una quota di minoranza e che BC Partners ha dato mandato a Barclays, Credit Suisse, Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Nomura e UBS per organizzare il pacchetto finanziamento a supporto dell’operazione.
Springer, che conta oltre 7 mila dipendenti e nel 2012 ha registrato ricavi per 981 milioni di euro, pubblica 2mila riviste e 7mila libri ogni anno su temi medico-scientifici.