La reputazione dei musei è quella di aprire le mostre più importanti durante l’inverno, la primavera e l’autunno; ne sono esempio—la Whitney Biennial, la Shchukin Collection alla Fondazione Louis Vuitton, la David Hockney retrospective alla Tate. L’estate, quando i donatori e i patrocinatori sono in vacanza si suppone sia un periodo per cose di costo non elevato dal punto di vista organizzativo. Ciò detto però, spesso i musei fanno uso delle loro collezioni permanenti spesso non esposte per creare mostre a volte molto creative che valgono bene la visita. Si veda Bloomberg.
Può anche darsi che il “Met” si dibatta tra crisi di budget (molto pubblicizzate) e ricambi nel management, ma certo tutto ciò non è percepibile dalla qualità delle mostre del 2017. Per esempio è di grande effetto la colossale opera di Cristóbal de Villalpando (1649–1714), pittore del barocco messicano. Il dipinto è alto più di 8,5 metri e rappresenta due scene di ispirazione biblica (Moses e il serpente brasato e la Trasfigurazione di Gesù). Dieci ulteriori opere completano la mostra anche se la star indiscussa rimane il grande dipinto citato. Si tratta della prima volta in più di 300 anni che il dipinto in questione lascia il Messico. La mostra è stata aperta il 25 luglio e chiuderà i battenti il 15 ottobre.