Fino al 29 ottobre 2022 a Venezia, nella Sala dello Scrutinio di Palazzo Ducale, la personale di Anselm Kiefer, a cura di Gabriella Belli e Janne Sirén, sottotitolo “Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce”, secondo quanto affermato da Andrea Emo.
Una serie di opere enormi realizzate ad hoc per la mostra, folgoranti, in un dialogo straziante e seducente con il soffitto e l’ambientazione nel luogo storico e altamente simbolico per Venezia. La sala è totalmente rivestita dai lavori dell’artista tedesco con un rimando voluto nei colori, i grigi quadi degli stucchi a rilievo, e le dorature che richiamano le decorazioni del soffitto, con citazioni ‘lacerate’ di Venezia, dallo stesso Palazzo Ducale al Leone di San Marco. L’esperienza immersiva è emozionante, vibrante come sempre quando si guardano le opere di questo artista, rigorose, con un gusto perfino decorativo che lascia trasparire in modo sorprendente il dolore. Kiefer è stato invitato dalla Fondazione Musei Civici di Venezia a presentare un’installazione di dipinti site-specific che dialogano con gli spazi storici. Ora i riferimenti filosofici e letterari sono sempre stati centrali per la comprensione del suo lavoro e non a caso il titolo della mostra è legato alle parole del filosofo veneto Andrea Emo (1901-1983) con il quale Kiefer si è imbattuto sei anni fa e trova una rispondenza nel proprio metodo artistico. Nella serie delle opere esposte per la Biennale, il focus è sull’unicità di Venezia quale ponte tra nord e sud e tra Oriente e Occidente trovando connessioni tra la storia della città e il testo dell’opera tragica di Goethe, Faust, Seconda parte (1832). La scena monumentale nel complesso misura 116 metri per un’altezza di circa 8 metri e mezzo ed è realizzata in emulsione, acrilico, olio, gommalacca, resina, acciaio, zinco, piombo, filo metallico, foglia d’oro, legno cauterizzato, tessuto, terra, paglia, corda, carta, carta cerata, scarpe e carbone su tela.
a cura di Ilaria Guidantoni