BeBeez ha chiesto ad Alessio Musella, consulente di Gallerie e Collezioni, come avvicinarsi all’arte per un neocollezionista, dato che si sta creando una fascia di nuovi collezionisti giovani e con aspirazioni più contenute. “Il modo più corretto per un potenziale collezionista che voglia affacciarsi al mondo dell’arte, è valutare questo primo passo come un investimento alternativo, con l’intento di diversificare una parte del proprio portafoglio, con il piacere, da non sottovalutare, di investire in qualcosa di non tassato”, esordisce Musella.
Come cominciare e come continuare?
L’arte come molti aspetti del bello nasce spesso come passione e poi diventa spesso un investimento anche se talora ci si avvicina perché rappresenta uno status e poi ci si innamora. Il mondo dell’arte, in particolare, unisce due componenti forti e al di là del valore che genera o perde è un bene goduto che non si consuma.
Come si può fare il primo passo?
Quando parliamo di un primo investimento nell’arte, non dobbiamo subito pensare ai grandi nomi come, Picasso, Fontana, Richter, Hirst, Cattelan per i quali le cifre da prendere in considerazione sono decisamente proibitive, ma può essere tranquillamente più morigerato e quindi effettuabile da “chiunque”; ad esempio con un investimento di qualche migliaio di euro si può acquistare un’opera che può garantire in casa o in uno studio, in primis, il piacere di poter gustare un’immagine piacevole e costante, come una finestra sul mondo, una storia da raccontare, un argomento di conversazione.
L’arte sta diventando un oggetto di acquisto anche per nuove generazioni e target sociali più modesti. I comportamenti di consumo cambiano: si eredita meno e spesso la casa non è una priorità anche perché è un traguardo più difficile da raggiungere rispetto al passato. L’ultima edizione di ArteFiera a Bologna ha confermato una sezione dedicata ai multipli e a opere sotto una certa soglia proprio in quest’ottica. Cosa ne pensa?
Confermo, stando alla mia esperienza, che oggi il settore dell’arte sta attirando sempre più l’interesse delle nuove generazioni di investitori. Investire in arte, ormai è più semplice di prima, ma è necessario sempre andare con i piedi di piombo poiché furbi e disonesti sono sempre dietro l’angolo.
L’arte rischia di perdere la sua carica emozionale e diventare un prodotto da investimento? Qual è il profilo di questo tipo di investitore?
Il profilo del collezionista di opere d’arte non è da associare al semplice investitore economico, che punta solo alla crescita pecuniaria; chi investe in opere d’arte, dovrebbe per prima cosa innamorarsi dell’opera che compra, e questo può avvenire emozionalmente, amore a prima vista, o attraverso la storia dell’autore, che spesso apre finestre di ricordi ed esperienze vissute che donano all’opera quel potere magnetico che entra in punta di piedi nella confort zone emotiva di chi decide di procedere nell’acquisto.
Dove acquistare?
I canali migliori per acquistare opere d’arte, se si è esperti, possono essere le aste; altrimenti, come in tutti i settori, buona regola è affidarsi a un esperto o a una galleria conosciuta e di rinomata esperienza, in grado di fornire tutte le informazioni necessarie nel presentare autori e opere. Ricordate sempre che quando parliamo di arte, è molto importante la provenienza dell’opera e il tracciato storico della stessa, oltre che il suo valore commerciale.
Un canale nuovo è quello digitale che durante la pandemia ha avuto un impulso notevole.
Nonostante le vendite di opere d’arte si stiano dirigendo verso piattaforme digitali, tengo a ribadire il concetto che, attualmente, le case d’asta e le gallerie sono ancora i canali di intermediazione tra venditore e acquirente più affidabili, per quanto riguarda il privato o il collezionista.
Ogni investimento porta però con sé un rischio.
Mi preme sottolineare che, nel mercato economico tradizionale, i beni sono visibili e pignorabili in caso di guerra o globalizzazione. Investire in arte, invece, è come investire un capitale che ha un valore monetario, ed essendo un oggetto può essere trasformato, se l’acquisto è stato effettuato con cognizione di causa, in moneta ovunque, esattamente come l’oro o i diamanti; è un vero e proprio bene rifugio da prendere in considerazione per i propri risparmi.
C’è un settore che premia maggiormente o almeno ci mette al riparo da speculazioni?
Spesso mi chiedono se sia meglio investire nell’arte classica o in quella moderna: senza dubbio il valore dell’arte contemporanea è intimamente connesso a ciò che sente , vive e racconta un artista, ed è bene ricordare che può essere soggetto anche a cambiamenti in negativo, capita cioè che artisti con ottime quotazioni, se non adeguatamente gestiti, rischino di veder scendere il valore delle loro opere per diversi motivi, ed è anche per questo che il parere di esperti del mercato dell’arte , soprattutto in questo casi, diventa fondamentale. Per quanto riguarda l’arte antica, invece, a determinare il valore è il nome dell’artista stesso e il suo periodo creativo preso in considerazione. Negli ultimi anni, gli investimenti nel campo dell’arte sono cresciuti in modo esponenziale, con il rischio che venga percepita come mero prodotto finanziario. Ricordiamoci però che, a differenza del prodotto finanziario, l’opera d’arte ha una sua consistenza fisica che la rende eternamente movibile e gestibile in ogni luogo, senza dover rischiare di vederla svanire con un click o una crisi finanziaria globale. Una considerazione è a mio avviso importante: il mercato artistico, nonostante le infinite potenzialità, rimane ad oggi un mercato che difficilmente può essere convertito in moneta nell’immediato; di conseguenza, dovrebbe essere considerato come un investimento a lungo termine. Chi intende investire in arte, in ogni caso, non deve essere per forza un valido esperto del mondo artistico.
In tal senso qual è il ruolo degli esperti, degli studiosi?
I critici d’arte, e gli storici dell’arte, possono dare sicuramente una grande mano, perché si presuppone che abbiano trascorso anni della loro vita a studiare gli artisti e il loro operato. Quando parliamo di valore economico, tuttavia, il mio consiglio rimane quello di affidarsi a gallerie corrette e professionali che sappiano indicare la giusta opera sulla quale investire. Conoscere l’arte da studioso, infatti, non sempre, in realtà quasi mai, si trasforma in una corretta analisi economica di mercato.
a cura di Mila Fiorentini