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Alla GAM-Galleria Arte Moderna di Catania, ancora senza una collezione permanente, nel centro della città all’interno del Palazzo Santa Chiara dal 13 luglio è di scena forse lo street artist più famoso sulla scena mondiale, Banksy.
La mostra, curata dalla storica dell’arte Sabina De Gregori, prodotta e organizzata da MetaMorfosi Eventi in collaborazione con Demetra, con il patrocinio del Comune di Catania, sarà aperta fino a dicembre 2024, anche se la data di chiusura non è stata ancora decisa e presenta una sessantina di opere, tra le più celebri, e tre Muri d’artista, provenienti da Collezioni private e con il sostegno della Fondazione Banksy.
L’esposizione offre ai visitatori un vero e proprio viaggio tra le più iconiche immagini realizzate dall’artista inglese in ormai oltre due decenni di produzione. Immagini pungenti, ironiche e persuasive che hanno raccontato in maniera originale e inimitabile temi fondamentali e attualissimi dei nostri tempi come il cambiamento climatico, le disuguaglianze sociali, i migranti, le guerre e i diritti dei popoli, trasformandoli spesso in messaggi politici e di denuncia sociale.
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Gaetano Sanfilippo, editore della società Demetra, e Tania Spitaleri, che gestiscono il supporto della mostra e hanno curato il catalogo, ci hanno raccontato che la mostra nasce dalla disponibilità della città ad accogliere l’esposizione internazionale che aveva fatto tappa a Trieste, in un percorso internazionale di un artista amato e discusso; un impegno importante soprattutto per gli affreschi dei muri, operazione complessa anche se storicamente nota fin dall’epoca romana.
Oltre alla celeberrima Girl with balloon, che tutto il mondo conosce e ama e che raffigura una ragazza con la mano tesa verso un palloncino rosso a forma di cuore portato via dal vento, ormai quasi un’immagine pubblicitaria, più che un’icona, in mostra Season’s Greetings, un muro di grandi dimensioni, 4 metri di altezza e un peso di 7 tonnellate, dipinto da Banksy nel 2019 a Port Talbot, in Galles, per denunciare l’inquinamento degli altiforni. L’opera è esposta al Centro Sicilia, con il patrocinio del Comune di Misterbianco, e ritrae un ragazzino con le braccia spalancate e la lingua tesa fuori dalla bocca per assaporare i fiocchi di neve che cadono dal cielo. Fiocchi che però, girando l’angolo del muro, si scoprono essere cenere che si leva da un bidone dell’immondizia in fiamme. Altri due muri originali, dipinti da Banksy e provenienti da collezioni private, sono invece esposti alla Gam. Come Season’s Greetings, anche Heart Boy e Robot/Computer Boy hanno come protagonisti giovani adolescenti, rappresentanti di una nuova generazione che sembra essere particolarmente sensibile alle tematiche intorno alle quali gravitano gli interessi dell’artista inglese che, accanto alla denuncia, lascia intravedere la possibilità di una società diversa.
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Tra le opere esposte colpisce Toxic Mary (Virgin Mary), serigrafia su carta del 2003, Collezione privata Emilia e Alessandro di Londra che apparentemente riproduce un’immagine tradizionale della Madonna che allatta il bambino, ma a ben guardare il lavoro presenta l’elemento di modernizzazione del biberon e, soprattutto la tossicità del suo contenuto, un attacco alla religione cristiana; inoltre il mantello della Vergine e il Bambino colano come se si stessero sciogliendo. Ben poco resta del senso consolatorio e rassicurante dell’immagine di dolcezza rinascimentale.
In mostra molte opere con le prime icone di Banksy, ratti e scimmie. La scimmia sembra rappresentare l’animale che prende il sopravvento sull’uomo ma anche la regressione di quest’ultimo retrocedendo rispetto alla teoria dell’evoluzione di Darwin. Anche il rat, anagrammato in art, il ratto, sembra un monito dell’artista alla società attuale. L’idea si ispira all’artista francese Blek le Rat che appartiene alla generazione precedente a quella di Banksy degli artisti di strada, degli Anni Ottanta.
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I ratti sono odiati, braccati ma possono mettere in ginocchio una società e Banksy sembra dire che chi è sporco, insignificante e senza amore ha come modello il ratto.
Inoltre non si può mancare il famoso CD di Paris Hilton di cui a molti è nota la vicenda perché quest’artista aveva inviato a Banksy la richiesta di una cover disattesa però dallo street artist.
Improvvisamente i 500 cd erano stati acquisiti, rimasterizzati, con inserimenti di parole e musiche non originali ed era stata cambiata la copertina; quindi gli stessi erano stati riportati. Una delle vicende bizzarre che non fa che alimentare la leggenda di Banksy che ufficialmente non riconosce neppure la Fondazione che porta il suo nome eppure non l’ha citata per danni e questo lascia supporre una complicità se non connivenza.
a cura di Ilaria Guidantoni