Sandro Botticelli è un simbolo di perfezione e anche della parabola della vita con la ruota della fortuna che gira in fretta: così per Firenze sua città irrinunciabile, per i Medici e per questo artista straordinario che, incredibilmente, fu dimenticato, morendo in povertà, e per secoli oscurato da altri grandi. Il film è un tributo ricco, con splendide immagini e un racconto dell’arte quanto dell’artista; restituendoci un affresco del tempo significativo nonché uno spunto per interpretare l’arte alla luce della storia. Ben strutturato, non didascalico, supportato dalla voce suadente di Jasmine Trinca e con alcuni interventi puntuali di studiosi, primo tra tutti il professor Franco Cardini, storico fiorentino che considera Botticelli il più grande pittore di tutti i tempi. Con migliaia di visitatori che ogni giorno si recano ad ammirare capolavori come la Primavera e la Nascita di Venere è diventato uno degli artisti simbolo del Rinascimento, ma non si può dimenticare certo Venere e Marte, di una modernità straordinaria nell’allusione. Il film è il racconto della nascita di un nuovo modello di bellezza in quella Firenze che “è tutto mentre il resto è niente”. Una congiuntura magica assimilabile, a mio avviso, all’Atene di Pericle: quei momenti straordinari della storia che purtroppo quando si raggiungono si scorge all’orizzonte l’inizio del declino. Il film, ideato e scritto da Francesca Priori e diretto da Marco Pianigiani, con il patrocinio del Comune di Firenze, fa parte de La Grande Arte al Cinema, un progetto originale ed esclusivo di distribuzione in Italia con Nexo Digital con i media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies.it e in collaborazione con Abbonamento Musei.

Da Terry Gilliam a Andy Warhol, da David LaChapelle a Jeff Koons e Lady Gaga: pittori, stilisti, fotografi contemporanei sono rimasti abbagliati dal fascino eterno di Botticelli e delle sue opere, continuamente rilette e re-inventate fino a entrare a pieno titolo nel nostro immaginario collettivo, lo stesso che porta ogni anno migliaia di visitatori di fronte ai suoi capolavori. Eppure, per più di trecento anni dopo la sua morte, come accennato, il pittore fiorentino fu quasi completamente dimenticato, sino alla riscoperta che di lui fecero nel XIX Secolo Ruskin e i Pre-Raffaelliti e in particolare Dante Gabriele Rossetti anche se la leziosità, il senso della decadenza di quest’ultimo è lontano dalla soavità e dal rigore del fiorentino che anche nel ritrarre l’amore non è mai morboso. Del resto, Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi, detto Botticelli (Firenze 1445 c.-1510), è forse colui che più di ogni altro ha saputo carpire lo spirito del suo tempo. Il nome lo si deve al soprannome del fratello forse basso e tarchiato o troppo dedito al vino o probabilmente per tutte e due le ragioni.
In Botticelli e Firenze. La Nascita della Bellezza rievocazioni oniriche, immagini suggestive della città e riprese di opere straordinarie si alternano alle voci dei massimi esperti, studiosi, storici dell’arte internazionali che narrano splendore e contraddizioni della Firenze di Lorenzo de’ Medici, alla scoperta di uno degli artisti simbolo del Rinascimento italiano. Con Lorenzo il Magnifico l’equivalenza Arte e Potere si manifesta in ogni ambito economico, politico e sociale e si concretizza in dipinti, affreschi, palazzi, chiese e cappelle. È un modello straordinario di governo, senza corona e senza scettro, ma con il peso della finanza e l’alleanza della cultura. Incredibile moderno, come sottolinea Cardini, quel tempo Firenze era la City degli anni d’oro londinese, era Wall Street e la New York degli anni Ottanta, e altro ancora. Gli straordinari artisti che operano con le loro botteghe nel cuore della città

trasformano Firenze in un museo a cielo aperto: sono gli anni della primavera fiorentina, della scoperta dell’America, dei contrasti con il Papa, delle lotte tra le grandi famiglie di banchieri e commercianti. Naturalmente il rovescio della medaglia era un clima di sospetto nei confronti del rischio di perdere il potere così senza un normale salvacondotto era decisamente pericoloso aggirarsi di notte nelle strade della città.
Botticelli viene da famiglia umile, di conciatori di pelle, ma ha la fortuna di cominciare a lavorare a casa nella bottega del padre, di sua proprietà e a 25 anni ha già una sua bottega, luogo a quel tempo non solo di lavoro ma di scambio, un vero e proprio cenacolo culturale.

Dalle meravigliose Madonne alle pitture dei responsabili della Congiura dei Pazzi giustiziati e impiccati fuori dalla Porta della Dogana al Palazzo Vecchio, dall’Inferno Dantesco – Botticelli è il primo artista a rappresentarlo, mentre Dante lo aveva narrato – alle Pietà, dagli antichi dei della mitologia ellenica sino al Dio apocalittico del Savonarola, l’arte di Botticelli è indagata nel fim attraverso gli interventi di esperti: Alessandro Cecchi, Direttore del museo Casa Buonarroti di Firenze; Ana Debenedetti, curatrice della sezione disegni e dipinti del Victoria & Albert Museum di Londra; il già citato Franco Cardini, professore di Storia Medievale all’Università di Firenze; Jonathan Nelson, professore di storia dell’arte presso la Syracuse University di Firenze; Marco Ciatti, Direttore dell’Opificio delle pietre dure di Firenze; Kate Bryan, storica dell’arte; Chiara Cappelletto, professore associato di estetica al Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano; Edward Buchanan, Direttore creativo di Sansovino 6.
La storia di Firenze si intreccia sullo sfondo con la congiura dei Pazzi che fu uno degli episodi più truci della storia del periodo e forse della città perché Giuliano, giovanissimo, fu assassinato in modo feroce il 26 aprile 1478 nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, complice il Papa Sisto IV. Ma la vendetta dei Medici fu atroce.
Nella memoria comune, lo spirito di Botticelli è prima di tutto racchiuso in due suoi capolavori: la Primavera (1478-82) e la Nascita di Venere (1483-85). Grazia e armonia germogliano nella Primavera, tanto quanto le centinaia di fiori diversi magistralmente rappresentati dal maestro: nontiscordardimé, iris, fiordaliso, ranuncolo, papavero, margherita, viola, gelsomino. Etereo e perfetto, il giardino della Primavera è la sintesi della filosofia neoplatonica in voga alla “corte” del Magnifico. Col Rinascimento è infatti giunto il momento del ritorno degli antichi dei: Botticelli regala nuova vita ai miti creando così le sue opere più famose ed enigmatiche oggi conosciute come “mitologie botticelliane”. Con Pallade e il Centauro (1482 circa) e Venere e Marte (1483 circa) il pittore porta le dee e gli dei dell’antica Grecia nel cuore di Firenze del Quattrocento, nella costante e febbrile ricerca di un modello di bellezza che va oltre la rappresentazione della realtà, oltre l’accademia. La Nascita di Venere (1483-85) è emblema e realizzazione concreta della sua aspirazione. Figure longilinee, curve morbide e armoniose: i volti delle veneri di Botticelli si specchiano in quelli delle sue madonne e viceversa. Simili eppure uniche, sono destinate a imprimersi nella memoria collettiva come prototipo della bellezza ideale, sfidando i secoli e le mode.
Questa Venere è androgina, un nudo frontale che svela più di quello che copre mai visto prima. D’altronde anche in Venere e Marte, si intuisce quello che è appena avvenuto: un simposio d’amore che vede Marte esausto, abbandonato e languido e Venere vigile, dominare la scena, mentre piccoli fauni giocano. C’è una sensualità nuova, ardita, un tocco ironico con le vespe sul tronco dell’albero simbolo della famiglia Vespucci. Così amava omaggiare i committenti, giocando, con particolari non troppo evidenti. Botticelli fu tra l’altro il primo, insieme a Leonardo, a ritrarre una donna di fronte, che guarda lo spettatore, protagonista e non più oggetto che l’uomo guarda, sedotto dalla sua musa, Simonetta Vespucci, “bellezza senza pari”, morta a soli 23 anni.
Nel 1492, la morte di Lorenzo Il Magnifico sancisce la fine di un’epoca d’oro. Le prediche apocalittiche di Girolamo Savonarola, che pensava vicina la fine dei tempi e invitava i suoi concittadini a pentirsi, infiammano le folle fiorentine. Ardono i falò delle vanità, in particolare noto quello in Piazza della Signoria, che sacrificano i simboli del tempo, opere d’arte comprese. È questione di poco, prima che i gusti dei fiorentini si adeguino ai precetti del frate domenicano. Le committenze cambiano e Botticelli stesso si adatta realizzando altri capolavori come la Natività Mistica che non parla solo della nascita del Cristo ma di tutta l’umanità (1501) e il Compianto sul Cristo Morto (1495-1500), lasciando che sinuosità e morbidezza delle forme cedano il posto a linee spezzate e contrasti cromatici violenti. Si chiude anche la parabola di Botticelli, tristemente, tanto che pur offrendo la propria disponibilità a lavorare, non trovava commesse, e si era ridotto a rincorrere i debiti. Al suo funerale nella chiesa di San Salvatore in Ognissanti non c’era nessuno dei potenti.
Dopo un oblio di oltre tre secoli, nel XIX secolo la sua riscoperta avverrà, come accennato, ad opera dei Pre-Raffaelliti: il poeta e pittore Dante Gabriel Rossetti acquisterà per poche sterline il Ritratto di Smeralda Bandinelli (1472) traendovi ispirazione per alcune delle sue opere più affascinanti. È solo l’inizio di un’autentica Botticelli-mania, che dal XIX secolo si protrae fino a oggi toccando la fotografia, la moda, il mondo dello spettacolo. Le opere del Maestro hanno superato le barriere dello spazio e del tempo per arrivare fino a noi e folle entusiaste continuano a riempire le sale degli Uffizi per incontrare lui, Sandro Botticelli, l’inventore della Bellezza.
Chi è Jasmine Trinca
Debutta al cinema giovanissima, nel 2001, scelta da Nanni Moretti per il ruolo di Irene ne La stanza del figlio. Due anni dopo è nel cast di La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana, cui seguono nel 2005 Manuale d’amore di Giovanni Veronesi e Romanzo Criminale di Michele Placido. Nanni Moretti la sceglie nuovamente nel 2006 per Il Caimano, l’anno successivo la vediamo in Piano, solo di Riccardo Milani, mentre nel 2009 vince il Premio Marcello Mastroianni a Venezia con Il grande sogno di Michele Placido. Nel 2011 gira in Francia L’Apollonide di Bertrand Bonello, in concorso al Festival di Cannes (con il regista tornerà a lavorare in Saint-Laurent), mentre due anni dopo è al Festival di Locarno con Une autre vie di Emmanuel Mouret. Nel 2013 è protagonista di Un giorno devi andare di Giorgio Diritti e di Miele di Valeria Golino, che le valgono il Nastro d’argento. Nel 2015 è nel cast internazionale di The Gunman di Pierre Morel, con Sean Penn e Javier Bardem. Nello stesso anno interpreta Nessuno si salva da solo di Sergio Castellitto e Maraviglioso Boccaccio dei fratelli Taviani. Dopo Tommaso di Kim Rossi Stuart e Slam – Tutto per una ragazza di Andrea Molaioli, nel 2017 è la protagonista di Fortunata di Sergio Castellitto, con cui vince a Cannes il Premio per l’interpretazione nella sezione Un Certain Regard, e poi il David di Donatello e il Nastro d’argento. L’anno successivo interpreta Ilaria Cucchi nel film Sulla mia pelle di Alessio Cremonini. Nelle ultime stagioni appare in Euforia di Valeria Golino, Croce e delizia di Simone Godano (Globo d’oro come migliore attrice), Simple Women di Chiara Malta, La Dea Fortuna di Ferzan Ozpetek (David di Donatello e Nastro d’argento come migliore attrice protagonista), Guida romantica a posti perduti di Giorgia Farina, The Story of My Wife di Ildikó Enyedi, Supereroi di Paolo Genovese e La Scuola Cattolica di Stefano Mordini. Nel 2018 esordisce a teatro nello spettacolo La Maladie de la mort, per la regia di Katie Mitchell, mentre nel 2020 firma il suo primo cortometraggio da regista, BMM – Being My Mom, in concorso nella sezione Orizzonti alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, seguito dall’esordio nel lungometraggio, Marcel!, in selezione ufficiale al 75. Festival di Cannes. Nel 2022 è la protagonista di Profeti di Alessio Cremonini. Tra i prossimi progetti, le serie tv La Storia e Supersex.
Chi sono gli intervistati
Jonathan Nelson, Professore di storia dell’arte presso la Syracuse University, Firenze
Specialista in pittura e scultura italiana della fine del XV e l’inizio del XVI secolo, con un interesse particolare sul mecenatismo e sulla rappresentazione delle donne. Ha pubblicato The Patron’s Payoff: Economic Frameworks for Conspicuous Commissions in Renaissance Italy (2008), studi monografici su Filippino Lippi (2004), Leonardo da Vinci (2004) e Plautilla Nelli (2008) e Venere e Amore: Michelangelo e la nuova bellezza ideale (2002). Ha inoltre curato il catalogo sulla mostra su Robert Mapplethorpe (2009) e quello su Botticelli e Filippino (2004). Dal 1994 è Professore di Storia dell’Arte presso la Syracuse University di Firenze, dove insegna sia al corso di laurea magistrale che specialistica.
Kate Bryan, Storica dell’arte
Storica dell’arte, curatrice e presentatrice TV britannica. Si è laureata in Arte alla Warwick University con una tesi sulle rappresentazioni della Maddalena penitente nell’arte rinascimentale italiana e nel 2010 ha conseguito un Master in Filosofia all’Università di Hong Kong. È mentore per giovani donne nel campo dell’arte. Ha iniziato la carriera al British Museum e nel 2006 ha collaborato all’esposizione sui disegni di Michelangelo. Nel 2016 è diventata la responsabile delle collezioni della Soho House in tutto il mondo. Ha scritto e presentato la serie TV Galleries on Demand in onda ogni settimana su Sky Arts ed è uno dei giudici di Artist of the Year insieme a Frank Sinner e Joan Bakewell, sempre su Sky Arts. Ha collaborato ai programmi d’arte The Culture Show e Newsnight (BBC2). Nel 2016 è stata il volto di Operazione Caravaggio (Sky Arte) e ha collaborato ai documentari Dante e l’invenzione dell’inferno, Raffaello e la divina bellezza e Artemisia, un’artista sotto accusa (Sky Arte). Nel 2018 ha condotto dalla Tate Modern uno speciale in diretta sulla mostra Picasso 1932, in onda su Sky Arts.
Franco Cardini, Professore emerito di Storia Medievale, Università di Firenze
Si è laureato all’Università di Firenze, discutendo una tesi in Storia medievale con il professor Ernesto Sestan e ha conseguito il diploma in Paleografia e Archivista presso la Scuola Specializzata dell’Archivio di Stato di Firenze. Dal 1971 al 1985 ha insegnato Storia Medievale all’Università di Firenze e ha tenuto corsi in diverse università internazionali: Parigi, Poitiers, Gottingen, Barcellona, Burlington, Turku, Sao Paulo, Amman e Gerusalemme. È stato Professore di Storia Medievale anche all’Università di Bari e di Alcalà de Henares. Tra il 1996 e il 2002 è stato membro della Commissione Nazionale Italiana dell’UNESCO e del Consiglio d’Amministrazione dell’Ente Cinema, divenuto poi Cinecittà Holding. Nel 2003 è stato membro del comitato Scientifico dell’Istituto Storico Italiano per il Medioevo (Roma) e dell’Istituto di Studi Umanistici (Firenze). Nel 2006 è stato Professore Ordinario di storia medievale nell’Istituto Italiano di Scienze Umane / Istituto di Studi Umanistici e nel 2007 Direttore del Centro di Studi sulle Arti e le Culture dell’Oriente dell’Università Internazionale dell’Arte di Firenze.
Alessandro Cecchi, Direttore Museo Casa Buonarroti, Firenze
Si è laureato con Mina Gregori nel 1976 in Lettere e Storia dell’Arte, entrando nel 1980 nell’amministrazione dei Beni Culturali e prestando servizio a Siena e a Firenze fino al 2014. Dal 2016 è Direttore della Fondazione Casa Buonarroti. È studioso e ricercatore d’archivio, autore di due monografie dedicate a Botticelli e Masaccio e di numerosi saggi e articoli anche sulla committenza artistica e le arti applicate. Ha curato mostre sull’arte fiorentina tra Quattro e Cinquecento, fra cui quella di Casa Buonarroti intitolata Michelangelo e l’assedio di Firenze.
Anna Debenedetti, Curatrice della sezione disegni e dipinti, Victoria & Albert Museum, Londra
È una storica dell’arte specializzata in arte fiorentina, mecenatismo e tecniche di pittura del periodo rinascimentale. È curatrice della sezione disegni e dipinti del Victoria & Albert Museum di Londra e responsabile, per l’appunto, delle collezioni dipinti, disegni, acquerelli e miniature. Ha pubblicato diversi testi sull’arte, sulla filosofia e sulla poesia del Rinascimento e ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia dell’Arte, sul contesto artistico e culturale del Quattrocento fiorentino e le interrelazioni tra filosofia e letteratura d’arte attraverso le opere di Marsilio Ficino (1433-1499). È stata co-curatrice della mostra ‘Constable: The Making of a Master’ (V&A, 2014-2015) e di ‘Botticelli Reimagined’ e co-autrice del relativo catalogo. Al momento sta curando il catalogo della mostra sui disegni francesi al Victoria & Albert Museum e un libro su Botticelli Designer.
Marco Ciatti, Direttore dell’Opificio delle pietre dure, Firenze
Laureato in Lettere indirizzo di Storia dell’Arte, a partire dal 1980 collabora, come storico dell’arte, presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Dal 1981 al 1984 ha prestato servizio presso la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Siena e dal 1984 presso l’Opificio delle Pietre Dure, dove è stato a lungo direttore del Laboratorio di restauro dei Dipinti su tela e tavola nonché del Settore di restauro dei Manufatti Tessili. Nella sua attività all’Opificio ha diretto il lavoro di restauro su importanti capolavori di Beato Angelico, Fra’ Bartolomeo, Botticelli, Caravaggio, Coppo di Marcovaldo, Cimabue, Gentile da Fabriano, Giovanni Pisano, Giotto, Filippo Lippi, Mantegna, Raffaello, Rosso Fiorentino, Rubens, occupandosi anche della pubblicazione dei relativi cataloghi e dell’organizzazione delle mostre collegate alle opere restaurate. Tiene corsi di Storia e Teoria del restauro e di Storia delle Tecniche Artistiche presso le Università degli Studi di Siena, Firenze, Bologna, l’Università Cattolica di Milano e il Politecnico di Milano. È Accademico d’onore della Classe di pittura dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze ed ha al suo attivo oltre 280 pubblicazioni su: restauro dei dipinti, storia e teoria del restauro, tecniche artistiche, storia dell’arte, storia dei tessili antichi, storia delle arti applicate, e partecipazioni a convegni nazionali ed internazionali. È membro della commissione tecnica interministeriale (MiBAC-MIUR) per le attività istruttorie finalizzate all’accreditamento delle istituzioni formative e per la vigilanza sull’insegnamento del restauro.
Chiara Cappelletto, Professore associato di estetica, Dipartimento di Filosofia Unimi
Professore associato di estetica presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano, dove insegna retorica ed estetica contemporanea ed è membro associato del Centre de Recherches sur les Arts et le Langage presso l’EHESS di Parigi. È stata fellow all’Italian Academy presso la Columbia University di NY, all’IEA di Parigi e al Kolleg-Forschergruppe Bildevidenz. Geschichte und Ästhetik di Berlino. È stata visiting scholar alla Princeton University. Si occupa della costruzione dell’identità pubblica attraverso la pratica retorica, di performance teatrale e dei contributi delle neuroscienze al “senso di sé”. Tra i suoi volumi Il rito delle pulci. Wittgenstein morfologo e Neuroestetica. L’arte del cervello.
Edward Buchanan, Direttore creativo, Sansovino 6
Direttore creativo di Sansovino 6, il brand di maglieria di lusso. Nato in Ohio, si è laureato alla prestigiosa Parson’s School of Design di New York e dopo molte collaborazioni e dieci anni trascorsi a New York, si è trasferito definitivamente a Milano per dare vita alla sua maison. Sempre impegnato anche in campo sociale, si espone spesso in prima persona sui suoi profili social per sostenere campagne contro le diseguaglianze e le ingiustizie. Stilisticamente parlando, è un appassionato estimatore del minimalismo di Céline e Lemaire. Alla continua ricerca d’ispirazioni, viaggia spesso in città come Berlino, Tokyo e New York, per respirarne la frizzante creatività e visitare negozi, magazzini vintage e mercatini.
a cura di Ilaria Guidantoni