Cambio canale, uscito il 2 aprile scorso, è l’esordio con Music Force del lavoro discografico di GiuliaLuz, alias Giulia Lusetti, che diventa Luz, luce in spagnolo, romana, da sempre appassionata di musica, inizia a cantare frequentando il coro del liceo. La musica polifonica è una grande passione che l’ha accompagnata durante tutto il percorso musicale, cosicché affianca al canto in diversi cori l’organizzazione di eventi anche di rilievo internazionale.
Come nasce questo lavoro e il titolo?
“Questo lavoro nasce da un disco, quello di Aleco, e da una malattia. Sì, lo so, può essere molto disarmante come descrizione, ma è la verità. Avevo infatti appena scoperto di avere una malattia agli occhi, e contemporaneamente usciva il primo singolo del mio amico Aleco. Dato che la patologia era degenerata velocemente sono dovuta stare lontana per un po’ di tempo dai computer e dal mio lavoro (eventi e
comunicazione). Così ho cercato di dirigere pensieri e azioni verso qualcosa che non avesse bisogno degli occhi. E subito ho pensato alla musica, grande compagna della mia vita. Così ho chiamato il mio amico produttore Aleco e gli ho chiesto se gli andasse di produrre un mio disco e arricchirlo con le sue composizioni. Lui ha accettato e ha proposto quasi subito il titolo, “Cambio Canale”, che calzava a pennello, dato che era un momento della mia vita in cui ero davvero in un cambiamento importante. Da qui è nato tutto.”
Il sapore è decisamente pop: cosa raccontano i testi?
“Il sapore decisamente pop sono io. Non c’è altra definizione. Mi rispecchia totalmente. I testi sono un po’ un percorso nelle diverse parti di me. Cambio Canale ad esempio racconta dei disturbi alimentari, di cui ho sofferto; Sale Addosso parla delle mie estati a Terracina con gli amici; Ballata del mare della mia concezione della società e della musica. Sono tutti testi che abbiamo scritto insieme ad Aleco e Andy Micarelli – che ha curato anche gli arrangiamenti – e che mi rispecchiano in pieno. Penso che siano riusciti letteralmente a leggermi dentro.”
La tua formazione culturale attinge soprattutto alla musica polifonica: come si sposa con la scelta artistica che ha fatto?
“Credo che sia stato un percorso “inverso”. Tramite la musica polifonica ho avuto l’opportunità di conoscere e interpretare moltissime tipologie di repertori: pop a cappella, gospel, musical, spiritual, musica sacra, musica swing, musica rinascimentale, medievale… insomma, ho cantato davvero di tutto, da Palestrina a Jovanotti. Questo mi ha permesso di avere una visione estremamente ampia e, in piccolo, riportarla nei pezzi del mio disco pop.”
Indubbiamente si avverte il lavoro il lavoro che ha fatto sulla sua voce. Che tipo di ricerca c’è dietro?
“C’è soprattutto tanto, tanto, tanto studio. Ho lavorato per molti anni, sia lirica sia musica leggera, e questo voleva dire esercizi quotidiani sulla respirazione, sul palato, cantando le ariette del Vaccaj ed esercitandomi nelle modulazioni. Ma la svolta c’è stata quando ho iniziato a vedere una serie di musical a Londra: per poter trasmettere al meglio le emozioni, tutti gli interpreti avevano una tecnica vocale mostruosa che passava – pazzesco – attraverso gli zigomi. Si intuiva palesemente quando cantavano. Lì ho avuto proprio uno scatto, analizzando la tecnica insieme alla mia insegnante di canto dell’epoca ho fatto un salto qualitativo notevole.”
Siamo all’inizio di un viaggio nuovo, quello della discografia da solista. Ha già in mente la prossima tappa?
“Mi piacerebbe potrebbe fare dei progetti con altri cantanti italiani, ma sono molto ambiziosa. Sicuramente, finita questa situazione, vorrei inserirmi più stabilmente nella scena live romana: ho in mente una bella idea e vorrei sperimentarla. Un secondo disco? Chissà… Se gli ascoltatori lo vorranno.”
Chi è GiuliaLuz
Nel 2008 inizia la sua formazione da solista inizia con lo studio delle tecniche del canto con il mezzosoprano Susan Long e successivamente frequentando la Scuola di Teatro e Musical diretta da Giampiero Ingrassia presso la Fonderia delle Art di Roma. Si forma anche attraverso diversi stage e corsi, tra cui “Musical Theatre Masterclass Weekend” dell’American Musical Theatre Academy of London, “L’attore nella voce” con Lena Biolcat e Silvia Di Stefano, “Cori da musical” con il M° Giovanni Mirabile, “Pop a cappella” con il gruppo vocale “Blue Penguin”, “Improvvisazione gospel e soul” con il M° Andrea D’Alpaos.
Si affaccia sulla scena artistica romana proponendo i propri pezzi presso diversi teatri off (Teatro Lo Spazio, Teatro dell’Orologio, Teatro Manhattan) e, contemporaneamente, ricorrendo ruoli secondari in pièce teatrali e musical nei teatri più grandi della capitale, tra cui sono annoverati il Teatro Ghione, il Teatro Ambra, l’Auditorium della Conciliazione e il Teatro Brancaccino.
Inizia poi a esibirsi in duo acustico chitarra e voce nei locali di Roma con un repertorio di cover Italiane; voce anonima di diversi progetti musicali italiani dal 2015 al 2020.
a cura di Ilaria Guidantoni