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Cassetti è, prima di un marchio, una famiglia legata alla gioielleria e agli articoli da regalo da tre generazioni (il fondatore Renzo Cassetti ha avviato l’attività nel 1926), una tradizione artigianale che sposa l’arte e l’ospitalità. La filosofia Cassetti è infatti in primis la preziosa tradizione che fa capo a Benvenuto Cellini, Maestro incisore, orafo e argentiere e la ricerca artigianale della creazione di pezzi unici, alcuni dei quali ad esempio sono entrati a far parte dell’arredo del Vaticano; e in secondo luogo l’idea di rendere lo spazio dei negozi (quattro a Firenze, una lunga presenza a Forte dei Marmi e una recente apertura a Prato) un luogo di incontro e di scambio prima di uno spazio di vendita.
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L’ambizione, come ci ha raccontato Filippo Cassetti, brand man dell’azienda, è aprire lo spazio che nel tempo è diventato sempre più un luogo blindato al pubblico e non solo ai clienti e alla città, legandosi al territorio anche nell’immagine. Così la comunicazione dei singoli negozi si diversifica e a Forte dei Marmi ad esempio il catalogo, un libro che racconta la storia della Versilia, ha in copertina il Fortino della cittadina e le immancabili cabine, disegnati da Andrea Cassetti con una tiratura limitata dei disegni; non solo, ma la nuova immagine Cassetti passa dall’idea del caffè, un luogo dove si raccontano i gioielli e si incontra l’arte.
Nel dna c’è infatti l’esperienza del Ponte Vecchio a Firenze, la voglia di trasmettere l’amore per le cose belle e di stabilire un rapporto confidenziale, come nel salotto di casa, prima e accanto ad uno commerciale.
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E’ con questo spirito che l’estate del 2021 ha lanciato una mostra La dimensione aurea di Gio’ Pomodoro, Gioielli, scatole preziose e piccole sculture, evento in programma fino al 18 luglio, reso possibile grazie alla collaborazione con l’Archivio Gio’ Pomodoro di Milano, alcuni prestatori privati e con il patrocinio del Comune di Forte dei Marmi: l’esposizione dell’artista, nato nel 1930 a Orciano di Pesato e morto a Milano nel 2002, comprende 14 gioielli, alcuni dei quali già precedentemente esposti in prestigiose sedi espositive, quali il Guggenheim Museum e il museo del Fashion Institute of Tecnology di New York, il Ginza Cloisonne Hall di Tokyo, il National Art Museum of Cina di Pechino, il Museo degli Argenti di Palazzo Pitti di Firenze e la Galleria Nazionale di Palazzo Ducale a Urbino. L’esposizione ospiterà anche alcune sue piccole opere plastiche e una scultura monumentale in bronzo intitolata Sole Deposto del 1980 collocata per tutto il periodo estivo nella centralissima via Carducci, grazie al Patrocinio del Comune.
Questo tributo che Cassetti vuole rendere al Maestro marchigiano nasce dalle comuni radici toscane che l’azienda e Gio’ Pomodoro hanno in comune: gli esordi di Pomodoro hanno avuto infatti i natali proprio a Firenze, quando il giovane artista iniziò, nei lontani anni Cinquanta, le prime esperienze orafe a pochi passi dal Ponte Vecchio, presso la Casa dell’Orafo, entrando successivamente in contatto con l’ambiente culturale della prestigiosa Galleria Numero. Proprio in questi anni in casa Cassetti Maria Grazia, figlia di Renzo, fa ingresso nella azienda e aggiunge un tocco tutto femminile, con un’attenzione particolare al gioiello.
Questa maestria artigianale che nasce dall’amore e dalla sapienza nel plasmare oggetti di alto pregio nell’argenteria, fiore all’occhiello dell’Azienda, è la medesima che il Maestro ha sempre perseguito nel superamento del concetto di arti minori a cui il mondo della produzione orafa è stato relegato.
L’attività orafa di Gio’ Pomodoro, estesa durante tutto l’arco della propria carriera artistica, va di pari passo con quella scultorea con un’ampia produzione di preziosi “ornamenti” – come l’artista amava definirli – esposti in tutto il mondo in importanti sedi espositive, l’ultima delle quali il Museo del Gioiello di Vicenza, e prodotti dalla sapiente maestria di laboratori orafi italiani, fra i quali quelli dell’Azienda UnoAErre di Arezzo, con cui il Maestro ha collaborato a partire dal 1995.
Quanto a Cassetti, negli anni Sessanta, sotto la guida di Maria Grazia, affiancata dal fratello Andrea, avviene la consacrazione industriale unendo la manualità degli artigiani fiorentini alle tecnologie moderne e a lavorazioni sofisticate. Nascono così le creazioni disegnate da Andrea, alcune delle quali sono esposte al Die Neue Sammlung di Monaco, in Germania.
La terza generazione, rappresentata da Filippo e Lorenzo, si definisce ‘agitata’, sposando un forte dinamismo e cercando sempre il cambiamento, nuovi stimoli, dal riallestimento dei negozi, alle pubblicazioni, alle iniziative, senza mai dimenticare di coccolare i clienti con un tempo dedicato dove al centro c’è sempre l’arte e il territorio della Toscana.
a cura di Ilaria Guidantoni