![ninetto-davoli](https://bebeez.it/files/2019/09/ninetto-davoli-300x200.jpg)
“Il cinema oggi è diventato un business. Non siamo più capaci di raccontare favole: chi sa raccontare racconta l’oggi, ma oggi non c’è più niente da raccontare. Ci sono ancora registi di buone intenzioni, ma il produttore gli impone delle scelte per realizzare dei film che piacciano al pubblico. Garrone pensa a Pasolini quando fa i suoi film, ma il suo cinema è molto diverso”. Questa l’amara riflessione dell’attore Ninetto Davoli, ospite lo scorso 11 settembre al Cinemino di Milano alla proiezione del film Uccellacci e uccellini, girato da Pier Paolo Pasolini nel 1966. L’incontro fa parte di Anamorphica, una serie di proiezioni gratuite organizzate a Milano dalla testata online The Vision e dedicati al cinema italiano neorealista. Al termine del film, Davoli ha partecipato a un dibattito col giovane pubblico presente in sala. Un’affluenza che non ha stupito Davoli: “I giovani non possono dimenticarlo e sono avidi di sapere di lui. Ciò che succede oggi è stato scritto da lui 50-60 anni fa. Noi italiani negli anni Sessanta volevano essere tutti americani, poi abbiamo esagerato perché la carne è debole. E così oggi siamo invasi dal superfluo, le persone a cena non si parlano più, fissano cellulare. Pasolini lo aveva sentito e raccontato fin da allora. Seppe raccontare la sua epoca, senza mai farsi condizionare”.
![Ninetto-Davoli-Pier-Paolo-Pasolini](https://bebeez.it/files/2019/09/Ninetto-Davoli-Pier-Paolo-Pasolini-300x156.jpg)
Ma per lui non è stato solo un regista e compagno di lavoro: “Era un amico vero. Con lui ho trovato veramente un tesoro. Non ho compreso nulla di lui, ma ho apprezzato la sua umanità, il dialogo, la sincerità, il modo di esprimersi con persone, di lavorare, di comportarsi col mondo”. In definitiva, Pasolini lo ha affascinato molto. Soprattuto per il suo coraggio di esprimere le sue idee. Aveva un’espressione violenta ma sicura, ed è stato più volte colpito per questo: ha affrontato 32 cause, da cui è sempre uscito assolto. Era molto amato ma anche odiato, perché incompreso”.
![Toto e Ninetto Davoli in Uccellacci e uccellini](https://bebeez.it/files/2019/09/Toto-e-Ninetto-Davoli-in-Uccellacci-e-uccellini-300x187.jpg)
L’amicizia con Pasolini portò Davoli a entrare nel mondo del cinema. “Non volevo fare film. Lo feci solo per fare piacere a Pier Paolo, che prima mi propose una piccola parte nel Vangelo secondo Matteo (uscito nel 1964, ndr). Poi mi propose di recitare in Uccellacci e uccellini con Totò. All’inizio rifiutai, ma poi accettai. Non mi pareva vero che io fossi pagato per lavorare con lui e che fossi trattato bene dalla troupe, che manda il taxi a prendermi, mi chiedeva cosa volessi da mangiare ecc. A casa mia funzionava così: o mangi questa minestra, o salti la finestra”. Alla fine però fu per lui facile recitare in Uccellacci e Uccellini, perché la sceneggiatura di Pasolini ricalcava il suo modo di parlare. Totò invece era imbarazzato dal suo modo di girare, anche perché era abituato a dire quello che voleva nei film, mentre Pasolini lo obbligava a recitare delle battute precise.
![Pier Paolo Pasolini e Federico Fellini](https://bebeez.it/files/2019/09/Pasolini-Fellini01-300x225.jpg)
A chi gli chiede se abbia mai pensato a sua volta di mettersi dietro la macchina da presa, Davoli si schermisce: “Ci ho pensato, ma mi sentivo in imbarazzo. Ci vogliono classe e sensibilità per farlo”. A proposito di registi, Davoli ricorda il doppio rifiuto di Fellini a finanziare tramite la sua casa di produzione Accattone, il primo film di Pasolini. “Prima gli propose Marcello Mastroianni per il ruolo: ma ce lo vedete Mastroianni a fare Accattone?! Poi Fellini cambiò idea e finanziò Pasolini per girare un pezzettino del film. Lo vide e si rifiutò di nuovo di produrlo. Per fortuna Pier Paolo trovò il produttore Alfredo Bini, che credette in lui e gli fece girare liberamente i suoi film. E Fellini si mangiò i gomiti”. Sergio Citti, fratello di Franco che recitò il ruolo di Accattone, collaborò come attore e sceneggiatore a questo e altri film di Pasolini e a sua volta divenne regista. “Realizzò dei film anche con attori importanti, ma non ebbe mai successo perché le persone sono abituate a un altro tipo di cinema”, conclude Davoli.