Un piatto non è solo un piatto è L’eros e l’arte di volersi bene, come recita il sottotitolo del libro Cucina d’amore e libertà (amazon:https://www.amazon.fr/Cucina-damore-libert%C3%A0-Leros-volersi/dp/8874615701/ref=sr_1_1?__mk_fr_FR=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=1KU08WV100BDH&keywords=cucina+d%27amore+e+libert%C3%A0&qid=1652787820&sprefix=cucina+d%27amore+e+libert%C3%A0%2Caps%2C126&sr=8-1) di Francesco Cavallo, imprenditore fiorentino del settore alberghiero, Patron dell’hotel boutique Cellai del gruppo Les Collectionneurs. Lo stile della gestione dell’azienda ricettiva, nel segno dello charme, fatto di storia e complessità, e non del lusso (che si può progettare e comprare al limite), con un’attenzione forte alla dimensione del viaggio, della contaminazione del gusto e dei sapori e saperi, è la cifra stessa del libro. Alla sua prima prova letteraria, con il libro edito da Mandragora, casa editrice molto legata all’arte, racconta attraverso una serie di originali ricette l’intensa relazione che
intercorre tra Eros e Cibo, ed è corredato da 31 tavole a colori realizzate da Susanna Spelta, illustratrice e fashion designer professionista. La veste del libro con la sua copertina rosa fragola con tanto di frutto della fragola a rilievo, l’uso dei colori pop, riscopre il gusto della carta e propone il libro non solo da leggere, ma come oggetto artistico. Forma e contenuto sono fortemente intrecciati in questa prova d’autore che nasce da lontano. Come ci ha raccontato Francesco, durante una conversazione in uno dei salottini realizzati arredati con mobili e oggetti d’antiquariato acquistati in giro per il mondo e foto e quadri contemporanei, la sua passione per la cucina inizia da ragazzino per sostenersi. Nessuno cucinava per lui e dato che si voleva bene ha scelto di farlo con arte. La premessa è che la cucina sia comunicazione, relazione perché nutrire, dal seno materno in poi, sia un gesto d’amore e di seduzione insieme. Il libro diventa un viaggio nelle passioni dell’autore, arte, letteratura, viaggi e culture diverse su un mezzo di trasporto singolare, il piatto. In questo “setaccio di idee” il sapore di un piatto non risulta solo dagli ingredienti ma da quello che ha portato alla scelta degli stessi. Le ricette sono solo il veicolo per raccontare quello che costruisce un piatto nelle sue declinazioni sul limite dell’erotismo e della pudicizia. Ci sono alcuni piatti mai cucinati, come amori mai vissuti, neppure assaggiati. E’ questo il caso de “La polpa di Aisha”, una donna con un banchetto incontrata sulla grande piazza Jamaa el-Fna di Marrakesh, una figura un po’ felliniana che nutriva la folla di locali e di turisti. Il libro legge i piatti come opere d’arte e seduzione, come attesa e preparazione e si rivolge infatti principalmente agli uomini come un suggerimento, per un invito a tavola nel segno dell’amore. In realtà ci ha confidato che gli uomini sembrano infastidirsi mentre le lettrici sperano di incontrare quell’invito. Così come
si dice nel titolo, con una suggestione che viene dagli anni Ottanta, ci sono uomini d’amore e di libertà e parimenti una cucina d’amore che si dona, nutre, realizzata per durare nel tempo, simboleggiata dall’impastare pane e pasta e di libertà che iconicamente potrebbe essere rappresentata dal riso al salto. Quest’ultimo è fatto per essere gustato al volo, prima che si raffreddi ed ha un gusto più narcisistico. Il libro ha un tono giocoso e colto insieme, un viaggio attraverso il mondo, che può stimolare anche i creativi a realizzare i piatti presentati, concepiti rigorosamente per due.
A partire dai Preliminari, dedicati alla preparazione di manicaretti e salse come antipasti, il volume affronta poi altre due sezioni: La prima audacia, riservata ai primi piatti, e Il piatto forte, che propone invece i secondi tra cui “Gli anelli di Mompracem”, da servire, dice l’autore, con “sguardo intenso e piratesco” raccontando agli ospiti “di quando giocavate alla morra nelle buie taverne di Labuan”.
A rendere eccitante un piatto, sostiene Francesco Cavallo, non è infatti solo la chimica e l’accostamento dei suoi ingredienti, quanto l’atmosfera che si crea durante la sua preparazione. La cucina può richiamare odori, sensazioni tattili, suoni e immagini di luoghi vicini e legati alla nostra tradizione culinaria, oppure esotici, provenienti da paesi lontani, visitati nel passato ma il cui ricordo rivive improvvisamente in un sapore. Le mille associazioni sono in grado di creare un clima di attesa ed eccitazione.
Le ricette proposte nel libro diventano così un pretesto per raccontare storie di luoghi pittoreschi, dai boulevard parigini, ai barrios spagnoli, dai vicoli di Napoli, al Bazar di Damasco.
Il viaggio continua perché è già un cantiere un nuovo libro, che si declinerà su amore e vanità attraverso un’ottica che non sarà il cibo. Forse l’arte? L’autore non si pronuncia in merito.
L’autore
Francesco Cavallo nasce a Firenze nella seconda metà del Novecento ed ancora si ostina a calcare allegramente le strade del pianeta.
Studia giurisprudenza, letteratura e lingue straniere appassionandosi ai linguaggi del mondo.
Lavora da sempre nell’Hospitality business, si occupa della propria azienda, collabora a progetti in Italia ed all’estero ed insegna Hospitality Marketing and Management.
Insegna marketing del travel business ed è nel comitato Italia di “Les Collectionneurs”.
La casa editrice
Fondata a Firenze da Mario Curia e Sandra Rosi nel 1985, la casa editrice Mandragora è specializzata in libri illustrati, pubblicazioni d’arte e cataloghi, volumi fotografici, guide museali e monografie, libri per bambini, art-book. L’internazionalità e la sensibilità alla scena artistica sono linee-guida per l’editore: massima parte dei suoi volumi è tradotta in almeno quattro lingue e nasce da rapporti consolidati negli anni con importanti istituzioni.
a cura di Ilaria Guidantoni