A Forte dei Marmi, fino al 30 settembre prossimo, Paola Marucci, una delle titolari della Galleria Oblong, ospita l’artista sloveno residente in Spagna Cveto Marsič, pittore astratto e materico di grande impatto, con una serie di sue opere inedite.
“Le mie opere sono metafore visive che riproducono emozioni”, ha dichiarato, sottolineando che “la terra è portatrice di vita e fertilità e il fango primordiale evoca una sensazione di calore e di sensualità” che lo riportano all’infanzia, alle saline e alla necessità di costruire un proprio nido. Così in mostra un’immagine dei suoi bambini con i quali nelle zone delle saline costruisce nidi, nidi che sono rifugi ma che sembrano anche crateri. Forse perché la casa è simbolo di stabilità, di progettualità e di affettività ma anche della fluidità e precarietà della vita che si rinnova ogni giorno, che è plasmabile come acqua e aria e non solo solida terra. Il fango ha, a mio parere, proprio questa felice ambiguità di essere ad un tempo acqua e terra, liquido e solido, primordiale appunto perché plasmabile e questo artista pare voler tornare all’emozione originaria, semplice, che si è persa nell’urbanizzazione.
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a cura di Giuseppe Joh Capozzolo
Conosciuto come uno degli artisti più rappresentativi della scena astratta internazionale, Cveto Marsic, nato in Slovenia nel 1960, vive e lavora tra i due paesi. Incantato dalla cultura dei luoghi e dalla bellezza dei paesaggi, con uno sguardo particolarmente rivolto all’Europa del sud, alle Asturie, all’Estremadura, regioni ispaniche circondate da tratti desertici e da terre rosse, rievoca queste sensazioni forti nelle sue opere come si intuisce da alcuni titoli dei suoi lavori quali Agua densa de sal, Anidar Nocturno, Deseo Transparente, tutti inediti. Al centro delle sue opere un elemento circolare, il nido appunto. Tra le opere inedite esposte anche la serie che presenta un cromatismo acceso quali Pasión, obsesión, Ritmo amasado, Ritmo en tierra salina, Sabor a Vino, Soplo suave nuevo. In queste opere, avvolte da una luce intensa, si evidenzia il movimento della pittura che coinvolge lo spettatore trascinandolo all’interno della tela.
Cveto Marsič, è nato a Koper, Slovenia nel 1960. Diplomato nel 1982 all’Accademia di Belle Arti di Lubiana, ha ricevuto una formazione classica in disegno e pittura. Legata alla New Slovenian Image e quindi legata alla pittura figurativa leggera e ironica che trionfa in Europa dopo lo scoppio della Transavanguardia italiana e del Neoespressionismo mitteleuropeo, la pittura di Marsič prosegue la tradizione informalista, che si nutre di una specifica impronta personale e produce la qualità della pasta pittorica, che è fatta di terra ed evoca il paesaggio stesso.
Durante il suo viaggio in Spagna, e dopo aver attraversato Siviglia, il suo lavoro inizia a integrare nozioni di astrazione lirica, come potenti elementi di luce e colore.
Il colore svanisce durante il periodo della guerra in Jugoslavia. Di nuovo compare la pittura figurativa, ma le opere diventano più austere e acromatiche, perdendo l’inclinazione al colore e alla luce. I paesaggi e le strade segnano il successivo intenso periodo di lavoro. Il tema della fertilità, come bisogno di rinnovata speranza o come ossessione del dopoguerra, riflette un periodo di tranquillità. Poi arriva il periodo del nido, che rappresenta la casa, la patria, ma anche il germoglio legato alla terra, al proprio sangue, alla famiglia e alla vita.
a cura di Ilaria Guidantoni