Per la prima volta in Francia dal 1953, dal 17 ottobre prossimo al 17 febbraio 2019, il Centre Pompidou dedica una mostra al cubismo attraverso un ampio panorama della storia del movimento a Parigi tra il 1907 e il 1917.
L’originalità del progetto è quello di espandere la visione tradizionalmente focalizzata sui grandi nomi del movimento, Georges Braque, Juan Gris, Fernand Léger e Pablo Picasso, con i cubisti diciamo così secondari, come Gleizes e Metzinger, o diversi, come Robert e Sonia Delaunay, Marcel Duchamp e Francis Picabia, che ha esposto nei saloni ufficiali parigini quando i pionieri riservarono le loro creazioni sperimentali a un giovane mercante sconosciuto, Daniel-Henry Kahnweiler. Arricchita con trecento opere e documenti significativi della sua influenza, la presentazione, in ordine cronologico, è divisa in quattordici capitoli che mostrano capolavori come Ritratto di Gertrude Stein (1905-1906) o quelli di Ambroise Vollard (1909) e Daniel-Henry Kahnweiler (1910) di Picasso e serie di dipinti e sculture mai messi insieme in una mostra.
Evidenziano l’evoluzione del cubismo, risalendo a fonti primitiviste (con sculture tribali raccolte da artisti) e al fascino dei cubisti per Gauguin e Cézanne. Riflettono la progressione formale del movimento, un primo passo Cézanne (con la presenza dell’eccezionale natura morta di Picasso, pane e frutta su un tavolo, 1909) a una trascrizione analitica ermetica (1910-1912) trasformata in una versione più sintetica (1913-1917), che segna il ritorno della rappresentazione e del colore. La parte più rivoluzionaria del cubismo – l’invenzione di carte incollate, collage e costruzioni di Braque, Picasso, Gris e Henri Laurens – è rappresentata da grandi icone dell’arte del XX secolo, come Still Life al sedia canna di Picasso (1912) o la sua chitarra in lamiera e filo di ferro (1914). Altri aspetti illustrano l’importanza e il prestigio di cubiste con link con la letteratura sono tracciati in una sala dedicata ai critici e poeti, sintetizzati dai ritratti più suggestivi di Max Jacob e Apollinaire, il Rousseau e Marie Laurencin, i Kahnweiler edizioni cubiste di libri, la collaborazione tra Delaunay e Cendrars intorno prosa del Transsiberian nel 1913, etc. La tragedia della Grande Guerra (1914-1918) che mobilita o artisti in esilio ei loro sostenitori è tracciato dalle opere di artisti della fronte (Raymond Duchamp-Villon, Léger) o indietro perché estera (Pablo Picasso, Carte da gioco, bicchieri, bottiglia di rum, “Vive la France”, 1914-1915), che testimoniano l’inevitabile sterilizzazione del movimento colpito dalla storia (Marc Chagall, The Gates of the Cemetery , 1917). La finitura riflette sia la rinascita dei sopravvissuti come Braque (The Musician, 1917-1918) e l’influenza del cubismo sui suoi contemporanei, come Henri Matisse ( finestra a Collioure ,1914) e la sua successori astratti (Mondrian, Composition No. IV , 1914), Malevich, nero trasversali , 1915 o contrarie (Marcel Duchamp, ruota di bicicletta , 1913/1964), dipendono essenzialmente dalla rivoluzione cubista.
Con l’eccezionale supporto del Musée National Picasso-Paris