In occasione della Giornata del Contemporaneo la Galleria fiorentina Edoardo Secci ha inaugurato il nuovo spazio milanese articolato in due ambienti, rispettivamente con una personale di Kevin Francis Gray e con la mostra personale Radicalization Pipeline di Theo Triantafyllidis, aperta fino al 25 settembre. Quest’ultima è allestita nello spazio Novo, un project space riservato ad artisti giovani e lavori di sperimentazione che si esprimono anche con le nuove tecnologie. In particolare l’esposizione riunisce lavori in ceramica e software, in dialogo tra di loro. I primi rappresentano infatti oggetti legati al mondo del videogioco, che si rifanno ad archetipi tipici delle saghe, unendo l’elemento mitico alla contemporaneità. Il tema del video gioco è tra l’altro una nuova frontiera rispetto alla video arte perché ripropone l’unicità dell’opera nella fruizione che cambia continuamente.
In particolare sono esposti lavori che traggono ispirazione dei recenti eventi di disordine civile negli Stati Uniti. Osservando fenomeni come l’ascesa di QAnon, l’artista traccia connessioni tra gamification, fantasy e radicalizzazione politica.
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Lo spazio della galleria riunisce una serie di armi in ceramica realizzate in grès smaltato di colore scuro, adornate con dettagli decorativi creati utilizzando nastri adesivi overgrip per le racchette da tennis, extension per capelli e materiali acrilici tagliati al laser. I titoli delle opere, come Chadslayer, Snowflake e Stormbringer, ricordano le forme esagerate spesso viste nei videogiochi e le ideologie estremiste che sono state accelerate dalla cultura di Internet. Le superfici di ceramica riflettono la luce proveniente da un display di grande formato, che riproduce Radicalization Pipeline, un lavoro di Live Simulation su un PC da gioco. Due orde apparentemente infinite si scontrano in un violento tutti contro tutti, brandendo armi da mischia di dimensioni imponenti e gridando con voci distorte. Una vasta varietà di personaggi – da milizie cittadine a creature fantastiche – compare nello schermo solo per uccidersi a vicenda, ondata dopo ondata, sprofondando lentamente i loro corpi virtuali in uno scenario fangoso. Di tanto in tanto, l’atmosfera si alleggerisce con cover medievali di canzoni pop familiari che completano il paesaggio sonoro concepito dal compositore e sound designer Diego Navarro.
Chi è Theo Triantafyllidis
Nato ad Atene nel 1988, vive e lavora a Los Angeles; l’artista costruisce spazi virtuali e interfacce, dove far abitare il corpo umano. Crea mondi e sistemi complessi, in cui il virtuale e il reale si fondono in modi misteriosi, assurdi e poetici. I suoi lavori sono performance, esperienze di realtà mista, giochi e installazioni interattive. Nel 2016 ha conseguito il Master of Fine Arts all’UCLA Design Media Arts. Le sue personali includono: Pastoral, Eduardo Secci, Firenze (2019); Role Play, Meredith Rosen Gallery, New York (2018); Pretzel Twist, The Breeder, Atene (2017). Ha esposto in collettive, tra cui World on a Wire, Hyundai Motor Studio & Rhizome of New Museum, Seoul (2021); Sundance New Frontier Exhibition, Park City, Utah (2020); Athens Biennale: ANTI-, Atene (2018); Hyper Pavilion, 57esima Biennale d’Arte di Venezia (2017).
Attualmente, il lavoro di Theo Triantafyllidis è esposto alla Biennale dei Giovani Artisti Mediterranea 19: School of Waters, San Marino (2021). Tra le sue prossime mostre nel 2021, Radical Gaming: Immersion Simulation Subversion alla House of Electronic Arts di Basilea e Augmented Reality Biennale all’NRW-Forum Düsseldorf.
a cura di Ilaria Guidantoni