A Colle Val d’Elsa, cittadina dall’impianto medioevale arroccata, a due passi da San Gimignano, molto meno nota di quest’ultima, un gruppo attraverso un percorso enogastronomico, punta a valorizzare il territorio. La ‘città del cristallo’, conosciuta appunto per la lavorazione artigianale e artistica di questo materiale, pur presentando sul territorio notevoli ritrovamenti archeologici, risalenti addirittura al IV millennio avanti Cristo, è nominata come Colle di Val d’Elsa per la prima volta in documenti risalenti al X secolo, ma è solo dalla fine del XII secolo che la cittadina acquistò progressivamente autonomia e identità politica: i primi statuti comunali documentati risalgono al 1307. La patria di Arnolfo di Cambio – nato a Colle di Val d’Elsa nel 1245 circa e morto a Firenze prima del 1310 – è potenzialmente ricca di interesse storico-culturale grazie alle chiese romaniche, a partire dal Duomo e dall’attigua Torre intestata al celebre architetto, per proseguire con il Museo Archeologico, il Museo Diocesano, il Museo del Cristallo appunto e il recente Museo Umoca dedicato all’arte contemporanea, dove domenica 30 ottobre si inaugura l’installazione di Loris Cecchini.
Nella realtà la cittadina è però relativamente poco nota e scarsamente valorizzata, così tre soci, Roberto Svaluto, Tommy Laurino e Gabriele Zeppi hanno dato vita a un gruppo, Élite Group, per promuovere un nuovo concetto di ospitalità. L’idea è di realizzare dei punti di ristoro legati alla storia, che diventano un’occasione per restaurare e tutelare il patrimonio locale, rendendolo uno spazio da vivere anche dove di per sé dal punto di vista strettamente artistico c’è solo la traccia della storia. Fil rouge di questa passeggiata la musica scelta ad hoc per ogni ambiente, che cambia a seconda del momento della giornata, pranzo o cena e della stagione.
Il nostro punto di partenza è Porta Nova, in realtà Porta Volterrana, entrando attraverso i bastioni della città dove si trova Porta Nova Hostaria, un ambiente legato nei colori della terra e nei materiali, corten, cotto, pietra a vista, alla tipicità dell’architettura storica toscana e ricavato all’interno delle stesse mura. Nella sala principale affiorano le tracce dell’antica via Francigena che ispira l’idea del ristoro e conforto del pellegrino, oggi viaggiatore moderno. Su una parete il liutaio Damiano Verdiano, artigiano artista, espressione di un mestiere sempre più raro, racconta la storia del violoncello con un’installazione ad hoc, che mostra
la nascita dello strumento dall’albero, allo stato di avanzamento fino al prodotto finito. Il locale si snoda all’interno delle mura della città del 1200 distrutte nel 1479 dai Senesi per rappresagli contro Colle Val d’Elsa che parteggiava per i Fiorentini. Grazie alla ricostruzione successiva, sono ancora visibili i camminamenti, ristrutturati, con una terrazza panoramica e l’antica cisterna. Le mura della città sono una pietra miliare dello sviluppo dell’architettura fortificata Medicea, considerate come
importanza seconde solo alla fortezza di Volterra. La ricostruzione è stata realizzata con il contributo dei più grandi architetti militari dell’epoca, il Francione e il suo allievo Giuliano da Sangallo, Francesco d’Angelo e Paolo di Francesco, ed è il caposaldo occidentale della cinta muraria. Un breve tratto delle mura è racchiuso da due possenti torrioni circolari, più simili a quelli riscontrabili nelle rocche che non in mura urbiche. Ora Colle fu il primo esempio di applicazione dei nuovi principi architettonici ad una porta urbana. Al centro della cortina, orientata nord-sud, si pare la porta con arco a tutto sesto. Il complesso, quasi tutto in mattoni, a prima vista può sembrare il fronte di una rocca, è infatti dotato di forte scarpatura, doppio redondone a delimitare il tratto
verticale, apparato difensivo a sporgere continuo su beccatelli triangolari in pietra e archetti in mattoni, parapetto con merlatura e troniere (incorniciate dal redondone): tutti elementi che da qui in avanti si ritroveranno nelle ‘nuove’ fortificazioni, le rocche. Ecco perché la loro ristrutturazione e valorizzazione è un elemento importante nel racconto della città.
La seconda tappa della nostra passeggiata cittadina ci porta al San Lorenzo, ex Ospedale della città oggi hotel e ristorante, ricavato nell’ex chiesa dell’Ospedale, la cui grammatica architettonica è ben visibile con tanto di altare.
Si raggiunge così piazza Canonica dove la chiesa omonima del Mille e le prime case testimoniano l’insediamento urbano originario. Qui si trova anche la statua di Arnolfo di Cambio a fare da testimonianza all’identità territoriale. Attualmente due locali dialogano tra loro, il Mille luci e il Dietro le quinte, con una terrazza sulle mura nel centro storico sempre dell’anno Mille. Qui purtroppo è stato chiuso l’accesso ai cunicoli che attraverso una grotta collegavano la città e servivano anche da vie di fuga.
Ultima tappa il Barbagianni, il cui nome ci riporta alla letteratura di Collodi e al Paese dei Barbagianni in Pinocchio, che alludono anche a una lettura politica del sogno ingenuo, proprio del barbagianni, secondo la dicitura toscana, di Firenze Capitale, che si rivelò un disastro economico. Questo locale, in stile contemporaneo, si propone come la sintesi di un progetto culturale che parte dalle radici del territorio, per diventare un connubio tra la storia e il presente e rivolgersi al futuro con una visione, nel senso rinascimentale del termine.
a cura di Mila Fiorentini