28 ottobre presso la Sala Verdi del Conservatorio G.Verdi di Milano, il secondo dei tre concerti straordinari in anticipazione di stagione con Saleem Ashkar, pianoforte L.van Beethoven Sonata n.5 in do min. op.10 n.1 Sonata n.23 in fa min. op.57 “Appassionata” Sonata n.31 in la bem.magg.op.110 Ore 17.00 e ore 20.45 Biglietti: Intero Euro 10 – Abbonati euro 5 Il secondo degli appuntamenti dell’autunno di La Società dei Concerti è dedicato al pianista palestinese cristiano e israeliano Saleem Askhar, pupillo di Metha e Barenboim, raffinato interprete beethoveniano, tanto che l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia gli ha affidato la Maratona Beethoven, e già ospite di spicco delle precedenti stagioni guidate da Enrica Mormone, grazie anche a quella versatilità tra attività solistica e cameristica che bene si accorda allo spirito della padrona di casa Nato a Nazareth nella difficile posizione di esponente di una doppia minoranza, Saleem Ashkar è cresciuto nel cuore della cultura araba più lontana dal repertorio classico. Eppure, fascinato da un vecchio pianoforte che il padre aveva barattato con una altrettanto vecchia macchina, decide con la caparbietà irrazionale dei bambini, che quello strano oggetto in casa è la sua vocazione e sostenuto da genitori di ampie vedute, per quanto digiuni di musica, inizia il difficile percorso che lo porterà a soli 17 anni a debuttare con l’Orchestra Filarmonica di Israele sotto la direzione di Zubin Metha, dopo essere cresciuto, insieme al fratello violinista, nella Divan Orchestra di Barenboim, istituzione musicale che incentiva l’incontro culturale tra giovani palestinesi e israeliani. Dopo gli studi di approfondimento a Londra e il precoce debutto alla Carnegie Hall a soli 22 anni, Saleem Askahr si trasferisce a Berlino da dove ha condotto negli anni una brillantissima carriera, coronata da una solida reputazione proprio sul repertorio beethoveniano, e parallelamente ha fondato con la sua famiglia la scuola e orchestra da camera Galilea, con la quale aiuta i talenti musicali palestinesi d’Israele e israeliani a sviluppare la propria arte e ad imparare a convivere e collaborare per uno scopo comune, consapevole che “Se aspettassimo la politica per imparare a vivere bene insieme, non avremmo speranza. La nostra comunità musicale invece funziona bene e ci dimostra ogni giorno che, se posti nelle giuste condizioni, sappiamo vivere come una comunità armoniosa”. Membro attivo di Music Fund, l’organizzazione no profit che porta la didattica musicale nei territori di guerra e nei paesi più poveri del globo, Saleem Ashkar è a tutti gli effetti uno degli esponenti più interessanti musicalmente e al contempo più socialmente impegnati di questa nouvella vague di artisti giovani e di grande qualità, pienamente consapevoli che il messaggio culturale insito nella propria attività debba essere esplicitato, che la divulgazione e l’uso sociale della musica siano aspetti non più accessori, ma bensì fondamentali per la sopravvivenza stessa della musica colta nel mondo e di conseguenza per il benessere della società. Una visione che li rende perfettamente a proprio agio nella cornice delle stagioni disegnate da Enrica Mormone per La Società dei Concerti, da sempre in prima linea per coniugare impeccabile qualità artistica ed impegno etico.