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Presentata a Palazzo Litta, a Milano, con la famosa Sala degli Specchi, simbolo del Barocchetto lombardo, sopravvissuto ai bombardamenti del 1943, dopo la tappa di Roma, l’esposizione dedicata al Guercino. Il mestiere di pittore a cura di Annamaria Bava, dei Musei Reali di Torino e Gelsomina Spione, dell’Università di Torino-Dipartimento Studi Storici, che riunisce 111 opere dell’artista e di artisti coevi, con molti capolavori, da più di 30 prestatori, oltre la riunione dopo più di 400 anni del Ciclo Ludovisi.
In un periodo di grande attenzione e di rinnovati studi sull’opera e la figura di Guercino (nato a Cento nel 1591 e morto a Bologna nel 1666), s’inserisce la ricca esposizione che i Musei Reali di Torino promuovono nelle Sale Chiablese dal 23 marzo al 28 luglio 2024, e con la quale inaugurano il passaggio da musei di fascia due a musei di prima fascia.
La mostra è prodotta da CoopCulture e Villaggio Globale, esempio di collaborazione tra pubblico e privato, con il partenariato di BPER e Nova Coop, e si è avvalsa di un comitato scientifico prestigioso con alcune collaborazioni giovani, un’attenzione specifica alla fruizione per famiglie e scuole, con atelier tenuti da artisti per sperimentare le tecniche pittoriche del Seicento; con l’idea di proporre un progetto globale e una visione nuova non limitata alla figura dell’artista e della sua opera.
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Corredata dal catalogo pubblicato da Skira Editore, l’esposizione si concentra sul mestiere dell’artista allargando lo sguardo al sistema dell’arte del tempo, con un’attenzione specifica alla committenza e all’organizzazione. Importante la collaborazione con il Museo del Prado di Madrid e del Monastero di San Lorenzo a El Escorial.
Le 10 sezioni che compongono il percorso espositivo, ripercorrendo l’attività e l’arte di Francesco Barbieri detto il Guercino dalla sua formazione alla piena maturità, hanno un andamento cronologico seguendo la carriera del pittore e al contempo alcune tematiche essenziali quali il nudo, il paesaggio, il teatro barocco e le sfide della professione, i sistemi di produzione, l’organizzazione delle botteghe, le dinamiche del mercato e delle committenze, i soggetti e i temi più richiesti.
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A partire dal significativo nucleo di dipinti e disegni appartenenti alle collezioni della Galleria Sabauda e della Biblioteca Reale, le opere del Maestro emiliano e di artisti coevi come i Carracci, Guido Reni e Domenichino intendono dar vita a un grande affresco del sistema dell’arte del tempo, guidati dal talento di quel “mostro di natura e miracolo da far stupir” che fu Guercino, come lo definì Ludovico Carracci. Si parte con la presentazione dell’artista e con il raro Autoritratto della Schoeppler Collection di Londra che funge da introduzione, intima e privata; quindi la fase della formazione e l’incontro con la realtà, la spiccata vocazione al quotidiano; la tappa dell’Accademia del nudo; per mostrare un nucleo di 22 incisioni di Oliviero Gatti, tratte dai disegni di Guercino per farne dono al duca di Mantova e custoditi nella Pinacoteca Nazionale di Bologna. La mostra fa luce sulle committenze in particolare la figura di Alessandro Ludovisi, arcivescovo di Bologna e dal 1621 Papa Gregorio XV; sugli anni di Guercino a Roma e sulla varietà delle commesse. Importante la Bottega dell’artista che dal 1642 si stabilì più o meno definitivamente a Bologna dove ebbe una vocazione imprenditoriale importante che illustra il mercato artistico di allora e una prospettiva nuova di lettura dell’arte.
a cura di Ilaria Guidantoni