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Jeff Koons, dopo Firenze, è di nuovo in Italia, a Roma, con il suo Balloons World.
Ma prima di addentrarci in questa nuova mostra, appena inaugurata presso la galleria Deodato Arte in via Giulia 122 a Roma, e che sarà aperta al pubblico fino al 24 febbraio, non si può non parlare di questa geniale figura, una delle più in vista nel panorama internazionale dell’arte contemporanea e anche la più pagata.
Con Rabbit, il Coniglietto, icona assoluta, nell’asta del 2019 ha spuntato la cifra record di 91 milioni di dollari.
La domanda che molti si sono posti davanti alla sua arte è: realtà o apparenza?
Un passo indietro. La mostra Jeff Koons. Shine (2021/2022) ha portato a Palazzo Strozzi, a Firenze, una selezione delle più celebri opere dell’artista create in circa quarant’anni di carriera esplosiva. In questa mostra, in particolare, il fil rouge che Koons ha deciso di seguire è la lucentezza e lo splendore, Shine appunto riportato nel titolo, che rivestono quasi tutte le opere esposte, alcune di dimensioni gigantesche, create in acciaio inossidabile e poi sottoposte a un ulteriore processo di lucidatura a specchio così che riflettano non solo la luce ma l’immagine stessa di chi le osserva.
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La parola inglese shine, in italiano illuminare, splendere, diffondere luce, deriva dal tedesco Schein, che ha lo stesso significato, ma possiede anche un’ulteriore accezione che è apparenza o ciò che si percepisce con i sensi. E l’apparenza è intesa come diversa dalla realtà, così come sembrare non è essere. E qui si torna alla domanda se questa estetica dello splendore vuole rappresentare la realtà o la percezione sensoriale.
Opere-specchio, appunto, esposte nelle più diverse cromie. Shine è principio chiave delle sue innovative sculture e installazioni e va oltre il concetto di ornamento, è sostanza dell’opera stessa che riflette luce, si fa ammirare e restituisce l’immagine coinvolgendo l’osservatore.
Vero o apparente, c’è un gioco di ambiguità che caratterizza il suo lavoro nella scelta dei materiali e dei soggetti, e la domanda è sempre la stessa: essere o apparire?
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Koons invita il pubblico a trovare risposte e comprendere il significato dietro l’opera, “assorbendo” il contenuto della mostra da rielaborare in seguito. Il processo è utile e l’interesse del pubblico è manifesto verso opere entrate nell’immaginario collettivo, con gli iconici giocattoli gonfiabili, fumetti, personaggi della cultura pop, una reinvenzione del ready-made: Rabbit, Balloon Dog, Popeye, Hulk, l’intento di chi guarda è quello di stabilire un rapporto con gli oggetti e con la realtà quotidiana che è in sé complessa e contraddittoria.
Dubbi e domande a parte, davanti alle opere-giocattolo gonfiabili, ai ready-made e ai gazing ball si prova un senso di allegria, di elazione e vitalità. E’ quanto Koons vuole ispirare, e dice “il lavoro dell’artista ha l’obiettivo di mostrare alle persone quale è il loro potenziale. Non si tratta di creare un oggetto o una immagine; tutto avviene nella relazione con lo spettatore. E’ qui che avviene l’arte, c’è una dimensione umana nel ruolo dell’artista”.
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Con muse ispiratrici come Marcel Duchamp e Andy Warhol, Koons ha creato opere che hanno innescato dibattiti, critiche e polemiche; di lui si dice che è grande, sovversivo, controverso, geniale, ma allo stesso tempo ha ottenuto un enorme successo con questa arte che unisce concettuale, pop e postmoderno.
Koons sceglie attentamente gli oggetti da ricreare in metallo ed esporre perché, a suo dire, c’è una sorta di maieutica nella scelta dell’oggetto poiché l’opera d’arte deve agire come metafora più ampia della società dove viviamo. La sua intenzione è di mettere in discussione il concetto di arte alta in contrapposizione all’arte popolare e vuole mettere alla portata di tutti il senso estetico dell’arte per consentire di comprendere e di superare l’eventuale disagio che nasce dal senso di inadeguatezza culturale.
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Questa mostra romana vede protagoniste le iconiche sculture inflatable, gonfiabili, tra le quali Balloon Animals, Balloon Dog, la serie dedicata ai diamanti e la ballerina seduta che si allaccia le scarpette.
La collezione Celebration, iniziata negli anni ’90, è centrale e ispirata alle decorazioni gonfiabili esposte nei cortili delle case della Pennsylvania centro-meridionale dove Koons è cresciuto. L’artista trasforma gli oggetti quotidiani in una serie artistica che porta allegria e ottimismo con animali gonfiabili, conigli, cani, scimmie e cigni, riprodotti in sculture ricoperte da un rivestimento cromatico metallizzato e riflettente che conferisce un aspetto insieme fragile e leggero.
Il gioioso Balloon Dog Blue, in porcellana di Limoges cromata esposto in mostra, ricorda certamente gli animali che i clown regalano ai bambini nelle feste di compleanno.
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Di grande effetto la serie I Diamanti, datati rispettivamente 2020 e 2023, ispirati alle sculture monumentali del 1994. “Non si tratta di sfarzo, ma del momento della creazione”, spiega Koons. “Gli agganci ai lati del diamante rappresentano l’energia maschile, mentre il diamante è un uovo”. Con questa edizione Koons ha raffinato ulteriormente la sua tecnica di lavorazione della porcellana che imita i tagli netti del diamante. E ritorna l’effetto specchio: si ammira l’opera e si vede se stessi.
Seated Ballerina è invece una scultura in legno dipinto che rappresenta una ballerina seduta su uno sgabello, intenta a infilarsi le scarpette. “La ballerina seduta è come una Venere”, dice Koons. “Potresti vederci la Venere di Willendorf o una delle tante veneri antiche. È proprio un lavoro sulla bellezza e anche sul senso della contemplazione, della quiete”. Nel 2017 la versione colossale gonfiabile, di 13 metri di altezza, fu esposta davanti al Rockefeller Center di New York per sostenere il Centro Internazionale per i Bambini Scomparsi e Maltrattati.
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Infine, Carracci Flower, una preziosa opera dalle linee sinuose che si ispira alle acqueforti erotiche del pittore cinquecentesco Agostino Carracci conosciute come Le Lascive, rappresenta una figura femminile nuda e il suo compagno.
In mostra anche alcune pregiate serigrafie della collezione Antiquity, Gazing Ball e la serie di piatti in porcellana Coupe Plates: Tulips, Lips e Play D’Oh.
Si può concludere con un commento di Koons: “Sia io che Warhol abbiamo lavorato sull’idea che tutto è bello per quello che è, e sul rimuovere i pregiudizi”. E con alcuni commenti di Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi: “In quarant’anni di vita e lavoro Koons ha mostrato coerenza nei temi trattati e nella continua ricerca formale, tecnica ed espressiva mirate a evitare gerarchie delle immagini e delle opere, con l’accettazione di ogni punto di vista estetico e il coinvolgimento dello spettatore. Ha lavorato per rendere l’arte più inclusiva, più aperta, più democratica, più spirituale”.
La mostra romana è organizzata in collaborazione con Weng Contemporary, galleria d’arte contemporanea con presenza online (tramite piattaforma e-commerce) e offline (nello showroom ubicato in Svizzera centrale).
Chi è Deodato Arte
Deodato Arte è un brand che racchiude gallerie d’arte con sedi a Milano, Roma, Porto Cervo, Chia, Pietrasanta, Padova, Courmayeur, Bruxelles e St. Moritz. Dal 2010 propone artisti moderni e contemporanei di fama internazionale quali Andy Warhol, Jeff Koons, Damien Hirst e Banksy con un forte focus rivolto alla cultura Pop, Street e Urban, cui sono state dedicate mostre monografiche e collettive con artisti come Romero Britto, David La Chapelle, Mr. Brainwash. Deodato Arte, oltre a seguire mostre e progetti interni, crea sinergie con musei, brand dinamici e partecipa a fiere nazionali e internazionali. La galleria Deodato Arte opera in modo multimediale anche tramite il mondo web: www.deodato.com è un esclusivo e-commerce per i collezionisti e i social network sono costantemente aggiornati.
a cura di Daniela di Monaco