Una vera chicca che suscita molta curiosità la cosiddetta Stanza Segreta di Michelangelo, con il pubblico che esce spesso emozionato perché si sente parte di qualcosa di esclusivo, in una nuova dimensione immersiva; vivere per qualche minuto tra gli schizzi di Michelangelo, in un rifugio, quando era ricercato, immedesimandosi nella condizione del Genio.
Tra l’altro finora, a parte qualche servizio televisivo, l’accesso era consentito solo per motivi di studio e ricerca e così tornerà.
Al Museo delle Cappelle Medicee di Firenze l’accesso al pubblico sarà possibile fino al 31 luglio per visitare il piccolo ambiente attiguo alla Sagrestia Nuova, un’apertura prolungata per il grande entusiasmo suscitato nel pubblico, come ha sottolineato il direttore generale Musei Massimo Osanna, che ha assunto la direzione ad interim dei Musei del Bargello. Per ragioni di sicurezza si entra solo su prenotazione, massimo quattro persone alla volta e si accede al piccolo e suggestivo ambiente contenente una serie di disegni attribuiti al Buonarroti scoperti nel 1975 dall’allora direttore Paolo Dal Poggetto.
Clicca qui sopra per vedere il video dell’interno della stanza
La stanza, aperta per la prima volta in modo regolamentato ai visitatori a partire da metà novembre 2023, è lunga 10 metri e larga 3, alta al culmine della volta 2 metri e 50, e contiene una serie di disegni murali di figura, tracciati con bastoncini di legno carbonizzato e sanguigna, di dimensioni varie, in molti casi sovrapposti, che Dal Poggetto attribuì per la maggior parte a Michelangelo.
Tra i vari schizzi, quello di un uomo curvo, che ci ha suscitato l’idea di un autoritratto, non identificato ma che potrebbe essere San Matteo per la postura e la sagoma dell’angelo alle sue spalle.
La storia
L’allora direttore ipotizzò che Michelangelo si fosse rifugiato nel piccolo ambiente nel 1530, quando il Priore di San Lorenzo, Giovan Battista Figiovanni, lo nascose dalla vendetta del papa Clemente VII, infuriato perché l’artista, durante il periodo in cui i Medici furono cacciati dalla città, aveva militato come supervisore delle fortificazioni per il breve periodo di governo repubblicano (1527-1530).
Ottenuto il perdono della famiglia, dopo circa due mesi, che secondo la ricostruzione dovrebbero collocarsi tra la fine di giugno e la fine di ottobre 1530, Michelangelo tornò finalmente libero e riprese nuovamente i suoi incarichi fiorentini, fino a quando nel 1534 abbandonò definitivamente la città alla volta di Roma. I disegni, ancora oggetto di studio da parte della critica, secondo la tesi di Dal Poggetto furono realizzati durante il periodo di auto-reclusione dell’artista che avrebbe utilizzato i muri della piccola stanza per “abbozzare” alcuni suoi progetti tra i quali opere della Sagrestia Nuova, come le gambe di Giuliano de’ Medici duca di Nemours, citazioni dall’antico, come la testa del Laocoonte, e progetti riferibili ad altre sculture e dipinti.
La suggestione è tanta perché vi si accede per una scaletta stretta, ma sorprendentemente ci si trova in un ambiente piacevole come condizioni climatiche, con un pozzo che al tempo era attivo e una buona aerazione, grazie a una finestra con grate sulla strada. Si possono ancora vedere i segni delle torce che la sera dovevano illuminare l’ambiente.
In futuro non è stato ancora deciso se e come questo ambiente sarà visitabile ma il test della compatibilità e conservazione degli schizzi con i visitatori sembra superato e in ogni caso monitorato.
a cura di Ilaria Guidantoni