Sarà sul mercato dal prossimo 11 novembre “il Brut”, fresca bollicina prodotta da La Collina dei Ciliegi, azienda vinicola con sede in Valpantena di Valpolicella di proprietà di Massimo Gianolli, che celebrerà così l’adesione al progetto “Adotta Una Statua” lanciato dalla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano da parte di Generalfinance, lo specialista del factoring alle aziende il crisi, fondato e guidato dallo stesso Gianolli (si veda altro articolo di BeBeez).
Il brut si affiancherà a“Il Vino del Duomo”, Igt Verona lanciato un paio di settimane fa sempre allo stesso scopo celebrativo, un’elegante bottiglia di Corvina in purezza, con etichetta firmata dal wine designer più premiato al mondo Mario di Paolo, in vendita negli store della Cattedrale milanese, presso La Rinascente Milano e negli e-shop Duomoshop.com e LaCollinadeiCiliegi.it. Ogni bottiglia venduta contribuirà a sostenere i restauri del Duomo di Milano.
L’iniziativa “Adotta Una Statua” punta a valorizzare alcune statue del Duomo di Milano che, per ragioni conservative, non possono più essere lasciate in opera sulla Cattedrale. Così, la Veneranda Fabbrica, presieduta da Fedele Confalonieri, anche grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Milano, ha lanciato il progetto con l’obiettivo principale del recupero di questi pezzi storici, offrendoli ad aziende e privati in temporaneo prestito, a fronte di un contributo finalizzato ai restauri della Cattedrale.
Ricordiamo che Generalfinance ha destinato il suo contributo al restauro della statua del Gigante (nell’antica numerazione del Cantiere Duomo Gigante 29), che risale alla prima metà del XVIII secolo e rappresenta una figura maschile avvolta in ampio panneggio mosso, portato attorno alla vita e sulla spalla. Si tratta di uno dei 96 giganti che decorano le pareti esterne del Duomo di Milano e che funzionalmente e metaforicamente sorreggono i doccioni. Questo gigante, in particolare, proveniente dal Capocroce meridionale della Cattedrale e da lì rimosso in un anno a noi ignoto, faceva parte di un gruppo di sculture commissionate a decorazione della Cappella di San Giovanni Bono. Ha la testa ruotata verso sinistra, la mano sinistra appoggiato sul capo, lo sguardo fiero e solenne.
Il Gigante è esposto dallo scorso 4 settembre nella Barricaia de La Collina dei Ciliegi, che si trova a Erbin-Grezzana in provincia di Verona, accanto alla splendida WIne Retreat Ca’ del Moro, lussuoso eco-resort nato dal recupero delle antiche stalle e del fienile. L’azienda vitivinicola, come detto, celebrerà l’adesione al progetto “Adotta una Statua”, proponendo il “Vino del Duomo”, un rosso Igt Verona prodotto per l’occasione, a interpretare l’evoluzione di un mecenatismo virtuoso che, nel XIV secolo, vedeva cittadini e intere comunità consegnare agli officiali della Veneranda Fabbrica brente di vino (75,55 litri), i cui proventi venivano destinati a coprire le spese di cantiere dell’erigenda Cattedrale.
Fedele Confalonieri, presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, in occasione della presentazione dell’iniziativa lo scorso 12 ottobre (si veda qui il comunicato stampa qui il comunicato stampa) aveva commentato: “La storia del Duomo è fatta di sorprendenti intrecci tra cibo, gastronomia e arte. Sui suoi ponteggi, del resto, si viveva e si trascorreva molto tempo. I prodotti della terra, alcune volte, rappresentavano non soltanto un nutrimento per gli operai che qui lavoravano, ma anche una preziosa fonte di ricavo per contribuire alla costruzione della Cattedrale. È il caso del vino: non tutti sanno che, ad esempio, la Veneranda Fabbrica possedesse dei vigneti fin dal XV secolo a Volpedo, la cui uva veniva venduta e i relativi proventi destinati a finanziare il cantiere. Recuperando questa antica tradizione, abbiamo trovato ne La Collina dei Ciliegi un interlocutore sensibile e generoso. In particolare, ringrazio il presidente e amministratore delegato Massimo Gianolli, coraggioso mecenate che ha anche voluto adottare la statua del Gigante 29 che, dallo scorso 4 settembre, è esposta nell’ala nobile della Barricaia”.
E Massimo Gianolli ha aggiunto: “C’è un fil rouge che congiunge la città di Milano a Verona, anche attraverso la storia del Duomo, costruito grazie al dialogo tra strutturisti veronesi e meneghini che, all’epoca
della progettazione del Duomo di Milano, insieme risolsero i problemi tecnici circa la stabilità dei pilastri interni. Si tratta del medesimo legame che unisce la mia famiglia e le nostre aziende, a questi luoghi, dal 1925 in un eterno viaggio d’amore e d’intraprese, tra Milano e Verona”.