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A Napoli una settimana di pratiche corporee e teatrali ispirate al collettivo pacifista statunitense. Dalle tecniche del Living Theatre a Erwin Piscator e Bertolt Brecht, dalla biomeccanica alla danza Butoh, dal teatro della crudeltà di Antonin Artaud alla meditazione e yoga. Sono i percorsi che intende esplorare la masterclass intitolata Common Blood che si terrà nella città partenopea negli spazi del centro La Serra, dal 26 ottobre al 2 novembre, aperto a professionisti dello spettacolo e non, per un’esperienza immersiva nelle tematiche care al collettivo anarchico fondato negli States da Judith Malina e Julian Beck nel 1947, declinate secondo la sensibilità del regista e autore Gary Brackett.
Classe 1960, entrato a far parte del Living Theatre a New York alla fine degli Anni ‘80, Gary ha lavorato per oltre 25 anni a fianco di Malina come regista, tecnico e scenografo e ha fondato in Italia il Living Theatre Europe, firmando opere originali come Siddhartha – il sorriso del fiume, Giovanna La Mariposita, Green Terror, Let My Brother Go e Girl is a Gun. A Trieste, una volta uscito dalla compagnia per l’esigenza di proseguire la sua carriera in autonomia, si è
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dedicato a sviluppare il progetto di Mind Body School conducendo seminari in Europa, Nord e Sud America, Palestina, Israele e Libano. Tra il 2013 e il 2014 ha poi dato vita al centro PerForm, proseguendo la sua ricerca sulla pratica corporea.
Per capire qualcosa di più abbiamo raggiunto al telefono Anna Rita Chierici, attrice e regista che ci ha raccontato che “le idee viaggiano nel tempo e nello spazio e a volte si concretizzano, così. Ho conosciuto Gary Brackett durante la Master Class “Archeologia del sonno” da lui diretta nel maggio 2022 a Napoli, in collaborazione con La Serra. Un’esperienza “travolgente” per tutti i partecipanti e per il pubblico che ha assistito allo spettacolo finale.
L’incontro con Brackett e l’esito straordinario del lavoro svolto, mi ha fatto capire quanto fosse “necessario” continuare questo percorso con le tecniche del Living guidati dall’ esperienza di un regista, attore e autore che ha avuto l’opportunità di lavorare a fianco di Judith Malina, fondatrice del Living Theatre con il marito Julian Beck”.
Nasce così l’idea con Cristiana Liguori, presidente dell’associazione Amala che gestisce lo spazio La Serra, di invitare Gary a ritornare a Napoli con un progetto nuovo ma e che abbia una continuità nel tempo. Dopo mesi di lavoro, di “creazione collettiva ” rispettando lo spirito del Living, ognuno con le proprie competenze e professionalità in campo teatrale ha contribuito alla creazione di un progetto, il risultato è appunto la Master Class “Common Blood”, al termine della quale è prevista una performance finale dimostrativa del lavoro svolto. L’esibizione pubblica avrà luogo in tre importanti siti della città, rispettivamente il Complesso monumentale di San Domenico, Il Mann e il Made in Cloister (Santa Caterina in Formello). Sono previsti altri incontri, appuntamenti e seminari per tutto il 2023 finalizzati alla realizzazione dello spettacolo Common Blood, scritto e diretto da Gary Brackett.” “Se le bombe non possono insegnare, come può farlo il Teatro?”
Questa domanda di Julian Beck appare oggi sempre più attuale – dichiara Brackett – e sottolinea che con questo quesito “Beck stesse chiedendo a sé stesso e a noi, come possa l’essere umano imparare a vivere e a pensare in modo che la violenza non sia considerata un mezzo praticabile per risolvere i conflitti. Molte sono le domande sul perché gli esseri umani possano essere così brutali con i loro simili, cosa ci spinge verso la crudeltà piuttosto che verso la gentilezza. ”
L’obiettivo della Master class è esplorare questi interrogativi attraverso le tecniche del Living Theatre, insieme ad altre forme teatrali e “altro obiettivo – continua la Chierici – a lungo termine è di poter creare la Living Theatre Academy diretta da G. Brackett e una compagnia di artisti con questa formazione.”
Il testo teatrale Common Blood di Brackett, in particolare, prende come tema la storia violenta dal XX secolo ad oggi, in particolare i killing field tra Berlino e Mosca dalla fine della prima guerra mondiale alla fine della seconda guerra mondiale. La speranza sotterranea, quindi l’obiettivo dello spettacolo, è di trovare antidoti alla nostra cultura violenta attraverso i mezzi espressivi e interattivi del teatro con il contatto e la partecipazione degli spettatori.” Il Teatro, come l’oracolo di Delfi, sottolinea Julian Beck, è una sacerdotessa in trance che dà la risposta.”
I.G.