Phillips ha tirato un po’ su il mood delle ultime aste di questa stagione a Londra relative all’arte moderna e contemporanea con una vendita di 29 lotti che hanno fruttato 36,4 milioni di sterline (42,25 milioni di euro), con un risultato che si colloca nella parte alta della forchetta di stima della casa che era tra i 27,3 e i 38,8 milioni di sterline (31,7-45,04 milioni di euro). Solo tre i lotti rimasti non aggiudicati. Si veda ArtNet. Questo risultato però, pur lusinghiero, appare in netta controtendenza con quello dell’anno scorso. Nel 2018, infatti, Phillips aveva realizzato una vendita (quasi un trionfo di 50 lotti che aveva incassato 97,8 milioni di sterline (113,5 milioni di euro), stabilendo quello che è tuttora il risultato più alto per Phillips. Quell’asta era stata caratterizzata da un ritratto di Picasso di Marie-Therese Walter che era stato aggiudicato a 41,8 milioni di sterline (48,5 milioni di euro), che da solo rappresenta più del totale di quest’anno. (I prezzi includono i premi, le stime no). Questa volta non c’erano pezzi di quel genere e l’opera d’arte moderna più importante – una tempera di Magritte stimata tra le 900.000 e 1,2 milioni di sterline (1,04-1,39 milioni di euro) – è stata ritirata dalla vendita. Quest’anno l’attenzione si è concentrata su un’opera di Gerhard Richter del 1963, Jet Fighter, che aveva una stima di 10-15 milioni di sterline (11,6-17,4 milioni di euro).
(Gerhard Richter, Fighter Jet (1963). Per gentile concessione di Phillips.)
Nel 2016, l’opera era stata offerta da Phillips a New York con una garanzia di terze parti e una stima tra i 23 e i 35 milioni di dollari. Con poca concorrenza nelle offerte, l’immagine venne venduta al garante, un acquirente allora non identificato. Quando poi il pagamento non venne effettuato, Phillips lo ha portato in tribunale, rivelando che era un uomo d’affari cinese Zhang Chan. Phillips, avendo pagato il prezzo al venditore meno qualsiasi commissione, è rimasto bloccato con in mano l’immagine. Sperava di recuperare le sue perdite (24 milioni di dollari) nella vendita di questa volta a Londra. Prima di aprire le danze sul lotto, la casa d’aste ha preso la precauzione di annunciare che solo gli offerenti che si erano registrati con una carta “premium gold” potevano fare un’offerta – una mossa senza precedenti in un’asta nel Regno Unito, ma normale a Hong Kong, dove l’assicurazione di pagamento è richiesto su lotti di valore elevato. (Gli offerenti cinesi in asta non hanno, apparentemente, lo stesso grado di responsabilità per il pagamento degli acquirenti occidentali). Jet Fighter ha attratto diversi offerenti prima di vedersi aggiudicare al vicepresidente Phillips, Robert Manley, che era al telefono con l’offerente dei 15,5 milioni di sterline (18 milioni di euro). Anche se potrebbe sembrare una perdita per Phillips, il presidente e amministratore delegato Ed Dolman ha dichiarato ad artnet News che ci sono ancora affari in sospeso con il cliente che li vedrebbero azzerare il deficit.