Da Londra a Milano, con la celeberrima Ofelia di Millais
Per la prima volta a Milano gli splendidi dipinti della cerchia cosiddetta “preraffaellita”, grazie al progetto di collaborazione tra Palazzo Reale e Tate Britain, fino al 6 ottobre prossimo. Nel 1848 in Europa scoppiano rivoluzioni politiche e sociali che coinvolgono quasi tutte le nazioni. In Inghilterra, in particolare, sette studenti si uniscono per produrre una rivoluzione artistica: liberare la pittura britannica dalle convenzioni e dalla dipendenza dai vecchi maestri.
(Arthur Hughes)
La mostra Preraffaelliti. Amore e desiderio, che riunisce circa 80 opere dei 18 artisti preraffaelliti, promossa e prodotta dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, è appunto organizzata in collaborazione con Tate e curata da Carol Jacobi, Curator British Art del museo londinese; si avvale inoltre del contributo scientifico di Maria Teresa Benedetti, in relazione al rapporto dei Preraffaelliti con l’Italia. Da segnalare che sono in mostra alcuni dipinti iconici che difficilmente escono dal Regno Unito per essere prestati, come l’Ofelia di John Everett Millais, Amore d’aprile di Arthur Hughes, la Lady of Shalott di John William Waterhouse.
(Dante Gabriel Rossetti)
In mostra tutta la poetica di questo movimento: dall’amore e dal desiderio alla fedeltà alla natura e alla sua fedele riproduzione; e poi le storie medievali, la poesia, il mito, la bellezza in tutte le sue forme.
Le opere sono presentate per articolate sezioni tematiche, al fine di esplorare gli obiettivi e gli ideali di quel movimento, gli stili dei vari artisti, l’importanza dell’elemento grafico e lo spirito di collaborazione che, nell’ambito delle arti applicate, fu un elemento fondamentale del preraffaellitismo.
Particolare risalto è stato dato all’impatto che il movimento artistico produsse sul modo di concepire l’arte, dimostrando come il fascino dei preraffaelliti, in quanto determinante nel processo formativo delle generazioni successive di artisti, sia ancor oggi straordinariamente attuale. Centrale in particolare il tema della poetica degli artisti preraffaelliti, che deve all’arte e in generale alla cultura italiana pre-rinascimentale quell’idea di “modernità medievale” che tanto la caratterizza. A testimoniarlo, sono presenti in mostra dipinti “iconici” su temi che vanno da Dante Alighieri e il suo poema (Paolo e Francesca e Il sogno di Dante al tempo della morte di Beatrice di Dante Gabriel Rossetti) fino al paesaggio italiano tout court (Veduta di Firenze da Bellosguardo di John Brett). Con questa esposizione l’arte preraffaellita diventa anche rappresentazione teatrale. In alcune serate nella Piazzetta Reale alcuni dei quadri più famosi della bellissima collezione presente in mostra prendono vita grazie a un vero e proprio tableau vivant: 6 attori teatrali della compagnia napoletana “Teatri 35” fanno rivivere allo spettatore le scene perfettamente ricostruite di alcuni dei dipinti ottocenteschi che si possono ammirare in mostra tra panneggi e stoffe, musica e luci accuratamente ricostruite.
(John William Waterhouse)
La Confraternita dei Preraffaelliti, come sottolinea nel suo saggio all’interno del catalogo, edito da Il Sole 24 ORE, Carol Jacobi, “con la loro combinazione di ribellione, bellezza, precisione scientifica e magnificenza immaginativa, costituisce il primo movimento di arte moderna della Gran Bretagna e, centosettant’anni dopo, sono ancora fonte di ispirazione”. Si trattò inizialmente di una rivoluzione giovanile: sette studenti, amici tra loro, si proposero di reinventare l’arte e la vita per i tempi moderni. Vivevano in un’epoca di immensi cambiamenti globali, in cui ogni cosa – credenze e valori, lavoro e amore – veniva ridefinita, e sperimentarono con ognuna di esse; le loro convinzioni, il loro stile di vita e il loro modo di intendere le relazioni personali erano radicali come la loro arte. Le personalità appassionate e non allineate degli uomini e delle donne della cerchia dei Preraffaelliti corrispondevano alle storie audaci e alle tecniche originali dei loro affascinanti dipinti. Da figure inizialmente controverse, finirono per diventare celebrità antesignane delle carriere internazionali delle star odierne, viaggiando per il mondo e impattando sulle idee, sui media e sui mercati e influenzando le generazioni successive. D’altronde Londra intorno alla metà dell’Ottocento era la metropoli che si stava modernizzando più velocemente in tutto il pianeta, all’avanguardia della rivoluzione industriale., con una popolazione che aveva superato i due milioni, mettendo a stretto contatto classi diverse.
William Holman Hunt ad esempio era un cockney (apparteneva cioè alla classe proletaria dell’East End londinese), che fu assunto come commesso, appena dodicenne, nel magazzino di tessuti diretto da suo padre; John Everett Millais apparteneva a una famiglia benestante di commercianti, che si trasferirono a Londra dall’isola di Jersey per iscriverlo, a undici anni, alle Royal Academy Schools; Frederic George Stephens era figlio di scozzesi giunti nella capitale per gestire un ospizio; il padre di Thomas Woolner era originario dell’East Anglia ed era impiegato alle Poste; la famiglia di James Collinson era arrivata dalle Midlands per dedicarsi alla stampa e al commercio dei libri, allora in espansione. Elizabeth Siddal, figlia di un coltellinaio, lavorava presso una modista in Leicester Square. Dante Gabriel, William Michael e Christina Rossetti erano figli di un poeta e letterato italiano, uno dei tanti profughi che poterono beneficiare della relativa tolleranza politica della Gran Bretagna dell’epoca. Questa eterogenea cerchia formò la prima delle avanguardie modern, il cui nome “Confraternita dei Preraffaelliti” non poteva apparire più lontano dal mondo industriale, eppure fu fondamentale per il manifesto del gruppo a favore di un’arte moderna. Tutti tranne uno dei sette membri fondatori erano studenti maschi delle Royal Academy Schools (le donne non vi erano ammesse), dove i tre leader del movimento, Dante Gabriel Rossetti, Hunt e Millais, si erano conosciuti nel 1848. Il gruppo condivideva lo spirito rivoluzionario dell’epoca: nel 1848 in quasi tutti i Paesi Europei scoppiarono rivolte popolari. Il termine “Preraffaelliti” rendeva omaggio agli artisti sperimentali del Trecento e del Quattrocento, implicitamente sminuendo i più tardi “Raffaelliti”, ossia i seguaci di Raffaello e di altri pittori del pieno Rinascimento, mentre il numero sette ricordava le società segrete. I confratelli rappresentavano una sorta di controcultura fatta di modelli alternativi, dall’arte sperimentale e spiritualmente intensa del Medioevo alla modernità dei poeti, dei romanzieri e persino degli scienziati loro contemporanei. I pittori e poeti medievali erano figure romantiche, ammirate per le loro innovazioni nell’ambito del naturalismo e del simbolismo prima che Raffaello, Leonardo da Vinci e Michelangelo stabilissero i canoni dell’arte, ma i confratelli veneravano anche i pittori e i poeti romantici dell’Ottocento, in particolare John Keats, e moderni anticonformisti. I primi dipinti furono esposti nel 1849 e solo Millais riuscì ad attrarre l’attenzione, contravvenendo alle regole accademiche della rappresentazione. Nella forma c’è un recupero della composizione tipica della tradizione dell’arte sacra cristiana e delle pale d’altare suscitando anche qualche fastidio nella Chiesa anglicana così come i contenuti di scene di vita quotidiana legate a personaggi biblici o allo stesso Cristo. Tra i dipinti emblema di questo periodo Ofelia di Millais che racchiude lo spettatore insieme ad Ofelia nel luogo della sua morte, con i fiori che sfuggono dalle dita senza più presa, le ciglia che velano i suoi occhi luminosi, la canzone che svanisce sulla bocca socchiusa. Manca il classico paesaggio all’orizzonte per essere sostituito da uno spazio spazio immersivo ed evocativo sotto il profilo psicologico che sarebbe diventato un tratto caratteristico dell’arte preraffaellita. I destini dei personaggi artistici furono variegati e non ebbero immediata fortuna. La Confraternita dei Preraffaelliti si sciolse nel 1853, dopo soli cinque anni di vita, essendo gli artisti ormai intenti a perseguire ciascuno i propri interessi. Tuttavia i membri conservarono i loro ardenti ideali e nel giro di pochi anni finirono per conquistare il pubblico britannico, i critici e una nuova generazione di artisti, che comprendeva studenti della Royal Academy come Arthur Hughes e John Brett e seguaci appassionati provenienti da altri campi come William Morris e Edward Burne-Jones, studenti di teologiaa Oxford. Hughes adottò la raffinata tecnica dei Preraffaelliti e la loro moderna tematica in Amore d’aprile (1855-56), che raffigura una giovane donna abbandonata dall’amante, nel mezzo di uno scenario naturale. Sia i Preraffaelliti propriamente detti sia gli artisti vicini alla loro cerchia conobbero finalmente il successo. Banchieri, commercianti e industriali borghesi divennero collezionisti entusiasti di opera preraffaellite. I tempi per apprezzare la finezza psicologica di un Millais erano maturi e nel 1855 diverse opere preraffaellite furono presentate all’Exposition Universelle di Parigi, dove ottennero premi e complimenti dall’avanguardia francese. Negli anni successivi le opere della cerchia si diffusero grazie anche alle fotoincisioni spesso a buon mercato che, a partire dagli anni Ottanta dell’Ottocento, raggiunsero un mercato molto più ampio. Dante Gabriel Rossetti fu quello che si scostò più radicalmente tanto che tornò a dedicarsi a temi poetici, trovando ispirazione, ancora una volta, in fonti italiane immergendosi con la compagna Elizabeth Siddal, sia come artisti sia come poeti, completamente nell’Italia e nell’Inghilterra del Medioevo. Nei loro acquerelli di piccole dimensioni, entrambi abbandonarono la verosimiglianza del primo Preraffaellitismo per focalizzarsi sulla forza del colore e del disegno puro; interpretando storie d’amore medievali, tratte dai poeti italiani e dalle leggende arturiane o di autori più moderni come Walter Scott.
Affascinante il contrasto tra il gusto estetico di estrema raffinatezza, un tripudio di chiome, languore, sensualità, stoffe, offerti allo spettatore, e l’allontanamento dai canoni classici della bellezza: in tal senso le stesse modelle dei Preraffaelliti all’inizio furono criticate proprio perché non rispondevano all’idea della bellezza femminile diffusa allora; con il tempo furono apprezzate e giudicate tra le donne più sensuali. Dall’iniziale naturalismo il movimento è sempre più focalizzato sulla rappresentazione del sentimento, della storia vissuta, di un Medioevo onirico, fonte di ispirazione, una sorta di espressionismo ante litteram.
A cura di Giada Luni.