Lo scorso 8 febbraio è stata inaugurata la mostra Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni del fotoreporter Sebastião Salgado presso la Fondazione Pistoia Musei in collaborazione con Pistoia – Dialoghi sull’uomo, festival di antropologia del contemporaneo, e Contrasto. La mostra chiuderà i battenti il prossimo 14 giugno.
La mostra, a cura di Lélia Wanick Salgado e composta da un corpus di 180 fotografie, racconta la storia del nostro tempo attraverso i momenti drammatici ed eroici di singoli individui, e ci pone un’importante domanda ancora senza risposta: nel nostro cammino verso il futuro non stiamo forse lasciando indietro gran parte del genere umano?
Per anni il fotografo brasiliano ha documentato le migrazioni di massa restituendo con i suoi scatti la condizione esistenziale di milioni di uomini che sono stati capaci di spezzare i legami con le proprie radici, cercando loro stessi in un viaggio verso altri luoghi.
È ormai passata quasi una generazione da quando queste fotografie sono state esposte per la prima volta, eppure per molti aspetti il mondo che ritraggono non è cambiato.
I profughi di oggi sono solo le vittime più visibili di un processo globale che dimostra quanto tutto ciò che accade sulla Terra sia collegato, dal crescente divario tra ricchi e poveri alla crescita demografica, dalla meccanizzazione dell’agricoltura alla distruzione dell’ambiente, dai cambiamenti climatici al fanatismo sfruttato a fini politici.
Povertà, disastri naturali, violenza e guerre costringono ogni anno milioni di persone ad abbandonare le loro case costrette poi a vivere in campi profughi che il più delle volte si espandono fino a diventare piccole città, e investendo tutti i risparmi, e spesso anche la vita, per inseguire il sogno di una Terra Promessa.
Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni racconta la condizione di profugo, l’istinto di sopravvivenza, i momenti di esodo, i disordini urbani e le tragedie di continenti ormai alla deriva, racconta la paura e la povertà così come la volontà, la dignità e il coraggio.
“Oggi più che mai, sento che il genere umano è uno. Vi sono differenze di colore, di lingua, di cultura e di opportunità, ma i sentimenti e le reazioni di tutte le persone si somigliano. Noi abbiamo in mano la chiave del futuro dell’umanità, ma dobbiamo capire il presente. Queste fotografie mostrano una porzione del nostro presente. Non possiamo permetterci di guardare dall’altra parte.” – Sebastião Salgado.
La mostra è realizzata da Fondazione Pistoia Musei in collaborazione con Pistoia – Dialoghi sull’uomo, Contrasto, Fondazione Caript e Comune di Pistoia e con il contributo della Camera di Commercio di Pistoia.
Sebastião Salgado è nato nel 1944 ad Aimores, nello stato di Minas Gerais, in Brasile, e vive a Parigi da diversi anni. Dopo gli studi in Economia, ha intrapreso la carriera di fotografo professionista nel 1973 a Parigi, lavorando con molte importanti agenzie fotogiornalistiche, tra cui Magnum, fino al 1994, quando con la moglie Lélia Wanick Salgado ha fondato Amazonas Images, una struttura interamente dedicata al suo lavoro, dove ha sede anche il loro studio.
Ha visitato oltre 100 paesi nel corso dei progetti fotografici che ha intrapreso. Il suo lavoro è stato pubblicato, oltre che da numerose testate giornalistiche, anche in libri come Altre Americhe (1986), Sahel: l’homme en détresse (1986), Sahel: el fin del camino (1988), La mano dell’uomo (1993), Terra (1997), In cammino e Ritratti di bambini in cammino (2000), Africa (2007), Genesi (2013), Profumo di sogno (2015), Kuwait. Un deserto in fiamme (2016) e Gold (2019). Mostre itineranti del suo lavoro sono state e continuano a essere presentate in tutto il mondo. Il 2013 ha visto la pubblicazione del libro Dalla mia Terra alla Terra, un racconto in prima persona sulla vita e sulla carriera di Salgado, e nel 2014 è uscito il documentario Il sale della Terra – codiretto da Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado – che ha ottenuto diversi riconoscimenti. Attualmente Salgado sta lavorando a un progetto fotografico sulla Foresta Amazzonica brasiliana e le comunità indigene che vi abitano.
Sebastião Salgado è stato insignito di numerosi premi fotografici per la sua opera, è ambasciatore di buona volontà dell’Unicef e, tra i vari riconoscimenti, è membro onorario dell’Accademia delle Arti e delle Scienze degli Stati Uniti.
Nell’aprile 2016 è stato eletto membro dell’Académie des Beaux-Arts nella sezione un tempo occupata da Lucien Clergue. Nel luglio 2016 è stato nominato Cavaliere della Legion d’Onore francese e nel 2019 ha ricevuto il Peace Prize of the German Book Trade.
Lélia Wanick Salgado è nata a Vitória, E.S., Brasile e si è trasferita a Parigi, in Francia. Sposata, è madre di due figli, Juliano e Rodrigo, affetto da sindrome Down, ed è nonna di Flávio. Ha cominciato la sua vita professionale a 17 anni, come insegnante di scuola primaria e di pianoforte. A Parigi studia Architettura presso la Ecole Nationale Supérieure des Beaux Arts e Urbanistica all’Università Paris VIII dove si laurea. Lavora come urbanista; il suo interesse nella fotografia comincia negli anni Settanta. Nel 1983 lavora per la rivista Photo Revue. Nel 1985-1986 LWS dirige la galleria di Magnum. Nel 1987, crea una struttura autonoma per concepire e organizzare progetti fotografici; attività che svolge tuttora. È stata direttore artistico di “Les Rencontres Internationales de la Photo” dell’Isola della Réunion negli anni 1990, 1991 e 1992.
Nel 1994 a Parigi, con Sebastião Salgado fonda Amazonas images, un’agenzia fotografica dedicata esclusivamente al lavoro di Salgado. LWS dirige l’agenzia. Ha concepito e prodotto una serie di libri e di mostre dedicati alle fotografie di Sebastião Salgado tra cui: Autres Amériques, Francia, USA, Spagna, 1986 e mostra collegata; Sahel. El Fin del Camino, Spagna, 1988, USA, 2004; An Uncertain Grace, USA, UK, Giappone e Francia, 1990; Workers, Francia, UK, USA, Spagna, Portogallo, Germania, Giappone, Brasile, Italia, e mostra collegata, 1993; Terra, Francia, UK, Spagna, Portogallo, Germania, Giappone, Brasile, Italia, e mostra collegata, 1997; Migrations, Brasile, UK, Francia, Portogallo, Spagna, Germania, Italia e la mostra collegata, 2000; Africa, Taschen, 2007; Genesis, Taschen, 2012; Gold, Taschen, 2019.
Insieme, Lélia e Sebastião sono impegnati fin dagli anni Novanta in un progetto di recupero di una piccola porzione della Foresta Atlantica brasiliana nello stato di Minas Gerais. Nel 1998 sono riusciti a convertire quest’area in una riserva naturale e a fondare l’Instituto Terra, la cui missione è il rimboschimento, la conservazione e l’educazione ambientale.
A cura di Paolo Bongianino
SEBASTIÃO SALGADO – Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni
Sede
Palazzo Buontalenti e Antico Palazzo dei Vescovi | Pistoia
Apertura
8 febbraio – 14 giugno 2020
Dal giovedì alla domenica ore 10-18
Lunedì e martedì ore 10-14
Chiuso il mercoledì
Info
info@fondazionepistoiamusei.it
didascalie:
Prima foto in alto: Installation view della mostra Sebastião Salgado. Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni, 2019, Fondazione Pistoia Musei, Palazzo Buontalenti e Antico Palazzo dei Vescovi © Sebastião Salgado / Contrasto. Ph Rachele Salvioli
Seconda e terza foto dall’alto: SEBASTIÃO SALGADO. Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni FONDAZIONE PISTOIA MUSEI in collaborazione con Contrasto e Pistoia – Dialoghi sull’uomo. Palazzo Buontalenti, Pistoia 8 febbraio – 14 giugno 2020 © Sebastião Salgado / Amazonas Images / Contrasto