Panglossina conversa con Serrra Ylmaz che stasera alle 20.30 sarà al Goldoni dii Firenze per dar voce alle Novelle orientali.
Panglossina: Lo scorso 13 aprile ha ricevuto in Campidoglio il Premio Minerva alla sua XXXII edizione: cosa ha significato per lei?
Serra Yilmaz: Sono davvero onorata e fiera di aver ricevuto il Premio Minerva. Ritengo che i premi che si ricevono corrispondano ad una sorta di punteggio che si attribuisce a ciò che facciamo. Essere quindi conosciuta e riconosciuta è sempre molto piacevole. Mi diverte precisare che spesso i premi sono oggetti alle volte ingombranti e non sempre belli, ed io scherzando li ho spesso visti come dei ferma porte. Questa volta, con sorpresa, come premio Minerva ho ricevuto una spilla ideata da Guttuso, che potrò portare più facilmente su di un vestito o una giacca.
Panglossina: Qual è il vero successo per una donna nella sua esperienza di vita?
Serra Yilmaz: II vero successo, secondo me è essere contenta della vita che si sta conducendo. Non ho mai avuto l’ambizione di voler ricevere un Oscar o qualcosa di simile. Forse sarebbe meglio dire che avrei desiderato svolgere un lavoro che mi divertisse e che mi piacesse veramente. Credo di esserci riuscita e questo per me rappresenta un vero successo. Non ho fatto del male a nessuno, non sono stata ingiusta né ho scavalcato qualcuno, quindi la vita e gli incontri mi hanno permesso di essere ciò che oggi sono diventata e questo mi rende felice. Non sono una persona che mira al successo di per sé perché non credo di essere programmata così.
Panglossina: Il vero successo si raggiunge attraverso un processo lento di crescita interiore. In Lei questo processo si è compiuto?
Serra Yilmaz: Il processo lento di crescita interiore secondo me non si conclude mai. Siamo sempre in piena crescita e non mi sono mai accorta che il mio si fosse compiuto.
Panglossina: Lei che ama tanto i viaggi, la vita le ha dato la possibilità oggi 12 maggio presso il Teatro Goldoni di Firenze di dare voce ad una grande scrittrice, Marguerite Yourcenar, attraverso la preziosa lettura delle sue “Novelle orientali”: quale tra i tanti paesi da lei conosciuti è da lei considerato il più ricco di misteri?
Serra Yilmaz: Il Giappone è per me il paese più ricco di misteri sebbene non lo conosca ancora abbastanza. Mi piacerebbe conoscerlo meglio. Sono affascinata dalla sua diversità. Anche l’Islanda con i suoi miti e le sue saghe trovo sia un luogo misteriosissimo.
Panglossina: Le favole e le leggende hanno per lei un fondamento di verità?
Serra Yilmaz: Secondo me sì, perché tutte le favole e le leggende nascono da storie reali. Trovo molto piacevole ascoltarle e raccontarle. Adoro la realtà trasformata in fiaba e in leggenda. Spero ti farà piacere ascoltare questo racconto:
“Sai che la città di Troia è in Turchia, in Anatolia, in Asia Minore vicino alla città antica di Dardano. Un giorno insieme ad un caro compagno di vita siamo andati a visitare il tempio di Apollo Sminteo. A quell’epoca, ti parlo della fine degli anni 80 o forse l’inizio degli anni 90, il tempio era in pieno scavo ma le colonne non erano state ancora sistemate. Tutto il sito era permeato da un mistero e da un carisma molto particolari ed io adoravo andare lì per vedere quel luogo che mi ispirava tantissimo. Durante il viaggio di ritorno ci trovammo su una strada sterrata e, dal nulla, apparve un pastore che indossava una pelle di capra o forse di montone sulle spalle. Era un uomo bellissimo, dai capelli biondi e gli occhi tra il verde e il blu. Ci fermò e ci fece capire che voleva qualcosa per scrivere. Gli demmo una matita e scomparve così come era apparso. Ripensandoci con quel mio compagno, che era allora il traduttore della Yourcenar in Turco, scrittore a sua volta, pensammo che fosse proprio Apollo, venuto dal cielo a chiederci una matita.
Panglossina: La Yourcenar ha detto: “Noi abbiamo una sola vita: se anche avessi fortuna, se anche raggiungessi la gloria, di certo sentirei di aver perduto la mia, se per un solo giorno smettessi di contemplare l’universo”. Rivolgo la domanda al suo spirito libero: cosa resta di noi quando i nostri occhi si chiuderanno?
Serra Yilmaz: Non sono tra coloro che vogliono assolutamente lasciare qualcosa. Questa pretesa di voler lasciare un segno o un’impronta la trovo veramente presuntuosa. Perché dovrebbe rimanere qualcosa di me? Cosa ho fatto di più rispetto ad altri per meritare di lasciare un segno? Me lo chiedo spesso, in realtà degli attori rimane “solo un suono sotto la cupola del cielo”, almeno così si dice. Questo già è sufficiente credo. Noi saremo qui su questa terra finché ci sarà qualcuno che si ricorderà di noi. Quando non ci ricorderà più nessuno, allora saremo veramente morti e saremo andati via definitivamente.
a cura di Panglossina