Tori e Lokita di Jean-Pierre e Luc Dardenne con Pablo Schils e Joely Mundu, distribuito da Lucky Red – il manifesto è realizzato da Manuele Fior, tra i più apprezzati fumettisti e illustratori italiani – sarà nelle sale dal 24 novembre prossimo. Un film che conferma la qualità dei Fratelli Dardenne e la loro sensibilità per storie socialmente dififcili. Il film è cupo, claustrofobico, senza via d’uscita nella prospettiva, desolante; con sequenze molto lunghe dai tempi reali che esasperano la tensione e consentono un’immersione profonda, credibile. Jean-Pierre e Luc Dardenne, due volte Palma d’Oro, tornano a raffigurare il reale e le difficoltà degli emarginati con Tori e Lokita, vincitore del Premio Speciale per il 75° anniversario al Festival di Cannes, per raccontare la storia di due fratelli di cuore, la cui unica ricchezza è la reciproca solidarietà nutrita da un amore profondo. Un bambino e una ragazza adolescente hanno affrontato da soli un difficile viaggio per lasciare l’Africa e arrivare in Belgio. Solo insieme riescono ad affrontare la vita crudele, violenta e il film d’altronde è un grande inno all’amore perché la solitudine è veramente l’unica cosa della vita che spaventa. Il finale, drammatico, conferma la desolazione di restare soli. Un film duro, spietato perché i deboli sono sempre sfruttati e finiscono per vivere una vita da disperati: chi è visto come sbagliato alla fine lo diventa per davvero. Un film tra l’altro sulla tenerezza, sul bisogno di famiglia per i bambini come per i grandi perché la ninna nanna è consolatoria anche per chi la canta.
Presentato in concorso al Festival di Cannes e vincitore del Premio Speciale per il 75° anniversario, i fratelli Dardenne vincitori di due Palme d’oro per Rosetta nel 1999 e per L’enfant – Una storia d’amore nel 2005, tornano a raffigurare il reale e le difficoltà degli emarginati con la loro voglia disperata di inserirsi in un mondo che li respinge.
I Dardenne sono stati ospiti al 63° Festival dei Popoli che ha dedicato loro una retrospettiva conclusasi a Firenze con una masterclass e una proiezione in anteprima di Tori e Lokita.
“Il nostro più grande desiderio – hanno dichiarato i fratelli Dardenne – è che alla fine del film il pubblico, che avrà provato una profonda empatia per questi due giovani esiliati e per la loro amicizia, provi anche un senso di rivolta contro l’ingiustizia che regna nella nostra società”.
Interessante indubbiamente com’è stato girato, quasi solo in notturno, in ambienti chiusi dove la sensazione è di sentirsi stretti, incastrati, quasi senza immagini panoramiche, tutto focalizzato sui personaggi senza che il mondo esterno prenda forma; così come la scelta di un cast quasi anonimo e per questo più credibile. Una storia semplice e paradossalmente normale, tanto da essere ignorata. È proprio questo il messaggio dei registi, un invito a guardare chi ci passa accanto con più interesse mentre con la pandemia, la guerra e la crisi climatica ed energetica, i migranti diventano sempre più trasparenti.
a cura di Ilaria Guidantoni