Etichettificio LGL, società attiva nel settore della produzione e commercializzazione di etichette autoadesive che fa capo al gruppo di investitori privati che ha finanziato il search fund Maestrale Capital srl, ha acquisito la concorrente Prisma (si veda qui il comunicato stampa).
MJH Alma ha assistito LGL nell’operazione, mentre l’avvocato Vinicio Caseri di Bergamo ha seguito Prisma.
Prisma, con sede ad Abbiategrasso (Milano), è stata fondata nel 1983, opera in uno stabilimento di oltre 1.000 metri quadrati coperti, dotato di 4 macchine da stampa flessografiche e che impiega oggi 13 dipendenti. Nel 2019 ha registrato un fatturato di circa 3,3 milioni di euro.
Dante Zatti, direttore commerciale di Prisma, ha dichiarato: “L’unione con LGL rappresenta per Prisma un’opportunità di appartenere a un gruppo più grande con esperienza quarantennale nel nostro stesso mercato e di poter affrontare con serenità gli importanti investimenti in macchinari e persone che il nostro settore richiede. A garanzia della completa continuità aziendale, io e il resto del management team continueremo a lavorare all’interno del Gruppo”.
A proposito dell’acquisizione di Prisma, Vito Giurazza, ceo di LGL, ha commentato: “Siamo rimasti molto colpiti dal know how dell’azienda e del suo management team nelle etichette per il segmento caseario ed in quello dei salumifici. Attraverso questa operazione proseguiamo come LGL la realizzazione del nostro piano di crescita: da oggi nasce il Gruppo LGL Prisma, che rappresenta il punto di riferimento in Italia per le etichette alimentari. Il nostro obiettivo è continuare il percorso di sviluppo intrapreso sin dal 2019, ora con due stabilimenti produttivi al servizio dei nostri clienti”.
Etichettificio LGL ha sede a Santarcangelo di Romagna (Rimini). Dal 1980 realizza etichette per vari settori, industriali e commerciali (grande distribuzione alimentare, industria e commercio, moda e logistica), con un know-how particolarmente significativo nel settore agroalimentare. LGL ha inaugurato nel 2016 il suo nuovo stabilimento con 6.300 metri quadrati coperti dove ha a sua disposizione macchinari di stampa con le più avanzate tecnologie sia flessografiche che digitali nonché tavoli di taglio e controllo dotati di scanner. L’azienda vanta una conoscenza approfondita dei materiali per etichette incluso quelli ecosostenibili. Nel 2019 ha registrato un fatturato di 11 milioni di euro.
Nel novembre 2019 Tarì, la holding dell’imprenditore Riccardo Zannoni, ha ceduto Etichettificio LGL a Mistral Holding, holding costituita dal search fund Maestrale Capital. Zannoni e suo figlio Nicola Zannoni hanno continuato a lavorare in LGL, con i ruoli rispettivamente di direttore cmmerciale e direttore operations. L’azienda da allora è guidata da Vito Giurazza, nominato amministratore delegato. Mediocredito Italiano ha finanziato l’operazione (si veda altro articolo di BeBeez).
Maestrale Capital srl era stato lanciato nel febbraio 2017 da Vito Giurazza, che è stato executive director in JP Morgan nel dipartimento m&a e ha lavorato come consulente per Bain & Company. A scommettere sul fondo è stato un gruppo di investitori privati che comprende Paolo Ainio (Banzai), Francesco Rossi Ferrini (JP Morgan), Sandro Mina (Relay Investments) e l’investitore tedesco in search fund Jürgen Rillin.
Un search fund è una società che viene costituita appositamente allo scopo di acquisire, gestire e sviluppare un’unica società target, in vista di una possibile dismissione nel lungo periodo, tramite la quotazione o la vendita a terzi. I capitali del search fund vengono raccolti tra investitori privati e, una volta condotta l’acquisizione, il promotore del search fund, detto searcher, sarà anche colui che gestirà e svilupperà l’azienda a tempo pieno. In sostanza sarà a capo del management team.