di Luca Bottone, Chief Risk & Compliance Officer Credimi spa
Lo split payment è un meccanismo secondo il quale il committente di un bene o servizio paga l’IVA sulla fornitura direttamente all’erario invece che all’azienda fornitrice.
- pubbliche amministrazioni classificate nell’elenco Istat «Pubbliche Amministrazioni» inserite nel conto economico consolidato individuate dall’Istat (quindi tutti gli enti per i quali viene emessa la fattura elettronica);
- società controllate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dai singoli Ministeri e società controllate a loro volta da queste;
- società controllate dalle regioni, province, città metropolitane, comuni e società da queste controllate;
- società quotate inserite nell’indice FTSE MIB (principale indice di benchmark dei mercati azionari italiani composto dalle 40 maggiori società che rappresentano l’80% della capitalizzazione delle società quotate sul mercato italiano).
Gli impatti maggiori saranno subiti dalle aziende con fatturato concentrato sui soggetti a cui si applica lo split payment; al contrario, un’azienda con fatturato poco concentrato su tali soggetti utilizzerà l’Iva a debito ricevuta dagli altri committenti per nettare l’Iva a credito e ridurre le richieste di rimborso all’erario e quindi le esigenze di funding.
A quanto ammonta l’esigenza di funding?
- le società controllate dalla Pubblica Amministrazione: si tratta di 150.004 fornitori per un valore complessivo di 85,8 miliardi di euro a cui corrisponde un totale di 12,5 miliardi di Iva annua;
- le società quotate inserite nell’indice Ftse Mib: si tratta di 62.392 fornitori per un valore complessivo di 29,2 miliardi a cui corrisponde un totale di 4 miliardi di Iva annua.
Complessivamente l’impatto riguarda 16,5 miliardi di Iva annua che non sarà più pagata ai fornitori, ma direttamente dai committenti all’erario; ipotizzando una marginalità media del 15% e la liquidazione del rimborso IVA mediamente tre mesi dopo aver pagato le fatture d’acquisto, l’ampliamento dell’applicazione dello split payment genererà un’esigenza strutturale di funding stimabile tra i 2 e i 3,5 miliardi di euro.
Oltre a questo impatto diretto, si consideri che l’ulteriore drenaggio di liquidità nei confronti dei soggetti a cui si applica lo split payment (calcolato dall’Ufficio Studi di Confartigianato pari a 10 miliardi tra giugno 2016 e maggio 2017) porterà a un ulteriore allungamento delle tempistiche di pagamento, specialmente rispetto ai soggetti che saldano già con ritardo i propri debiti (in particolare gli enti della pubblica amministrazione), ampliando ulteriormente le esigenze di finanziamento per le aziende fornitrici.
Come soddisfare tale bisogno di funding?
Ci aspettiamo un incremento del ricorso a operazioni di factoring a oggi possibile anche attraverso l’uso di un prodotto digitale. Riteniamo che l’aumento della quota dei crediti anticipati rappresenti l’azione più efficace, soprattutto se con prodotti digitali, che garantiscono maggiore flessibilità rispetto agli intermediari tradizionali, in quanto a parità di plafond definito pre split payment sarà sufficiente che le aziende presentino un numero maggiore di fatture per mantenere stabile il livello di erogazioni ricevute pre split payment (compensando quindi la quota di Iva con ulteriori crediti verso clientela). Inoltre, la velocità con cui potrà essere soddisfatta l’esigenza di funding attraverso il circolante digitale, rappresenta sicuramente un valore da non sottovalutare rispetto alla richieste di nuove linee (a scadenza o revoca) agli intermediari finanziari tradizionali (…)