Ansaldo Energia, che fa capo a Cdp Equity e Shanghai Electric, ha chiuso nei giorni scorsi il rifinanziamento del debito e l’aumento di capitale (si veda qui il comunicato stampa sul rifinanziamento e qui quello sull’aumento di capitale), così come annunciato a fine febbraio (si veda altro articolo di BeBeez) e confermato a inizio aprile (si veda qui il comunicato stampa).
Nell’operazione, Vitale & Co. ha svolto il ruolo di advisor finanziario dell’azienda. Lo studio
Chiomenti ha supportato Ansaldo Energia sul piano legale, finalizzando gli accordi definitivi con gli istituti di credito, assistiti invece dai legali di Clifford Chance. BonelliErede ha assistito la Banca Europea per gli Investimenti.
Ansaldo puntava a rivedere la struttura del debito, alla luce del suo nuovo piano industriale che prevede: riduzione dei costi, razionalizzazione delle partecipazioni, vendita di alcuni asset per 150 milioni di euro. Tra questi rientra la controllata americana Psm, che fa gola a Mubadala, il fondo sovrano di Abu Dhabi. Inoltre, Ansaldo Energia doveva rimborsare il bond da 260 milioni di euro in scadenza il 28 aprile 2020. Il bond in questione era stato originariamente emesso per 420 milioni di euro nel 2015 con una cedola del 2,875%. Successivamente, nel maggio 2017, il gruppo ha emesso un nuovo bond da 350 milioni di euro con scadenza maggio 2024 e cedola 2,75% e contestualmente lanciato un’offerta di acquisto sul vecchio bond per massimi 250 milioni di euro, che si era conclusa con acquisti per 159,15 milioni di euro del vecchio bond, del quale quindi erano rimasti in circolazione gli attuali circa 260 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
L’operazione di rifinanziamento prevede:
- rimodulazione del debito bancario per un importo complessivamente pari a circa 450 milioni di euro, con scadenza al 31 dicembre 2023 e facoltà per la docietà di chiedere ulteriore estensione della scadenza finale al 31 dicembre 2025;
- un contratto di concessione di linee di credito di firma in pool, che prevede nuove linee di firma committed per un importo pari a circa 339,8 milioni di euro, finalizzate a garantire l’operatività della società e la raccolta di nuovi ordini; il contratto altresì prevede che tale importo possa essere progressivamente incrementato, in misura corrispondente all’importo di ciascuna delle garanzie già emesse nell’interesse della società dalle banche del pool su base bilaterale in essere alla data del 31 dicembre 2019, per un importo complessivamente non superiore a circa 568,3 milioni di euro, subordinatamente all’intervenuta scadenza, definitiva cancellazione e rilascio di ciascuna delle predette garanzie;
- un accordo che prevede la facoltà per la società di estendere la scadenza finale del contratto di finanziamento di 100 milioni di euro stipulato il 31 dicembre 2019 fino al 30 giugno 2021.
L’aumento di capitale è invece in due tranches, per un totale di 450 milioni di euro, offerto in opzione ai due azionisti Cdp Equity e Shanghai Electric Hongkong Co. Quest’ultima aveva comprato da Cdp Equity una quota del 40% del capitale del gruppo italiano nel 2014 (si veda altro articolo di BeBeez). Lo 0,1% del capitale è in mano al management. Leonardo spa aveva ceduto il 40% di Ansaldo Energia nel 2013 (si veda altro articolo di BeBeez), siglando un accordo che prevedeva la possibilità di cedere a Cdp Equity il restante 15% entro fine 2017. In quell’occasione, nel 2013, Cdp Equity aveva contemporaneamente acquisito anche il 44,5% del capitale in portafoglio a First Reserve, il tutto sulla base di una valutazione di Ansaldo Energia di un miliardo di euro e pagando l’equity 657 milioni.
Nel luglio 2017, Leonardo aveva esercitato la sua opzione di vendita sulla quota del 15% di Ansaldo Energia che ancora possedeva (si veda altro articolo di BeBeez). L’annuncio ufficiale del passaggio della quota del 15% non ci fu, ma nella Relazione sui risultati dei nove mesi al 30 settembre 2017 di Leonardo si leggeva che “nel corso del mese di luglio Leonardo ha esercitato l’opzione put sul 15% della partecipazione in Ansaldo Energia, quota residuale mantenuta in capo al gruppo nell’ambito della cessione a Cassa Depositi e Prestiti perfezionatasi nel 2013. L’esercizio di tale opzione ha consentito di incassare 144 milioni di euro da Cdp Equity”.
Ansaldo Energia ha chiuso il 2019 con ricavi consolidati per 984,1 milioni di euro, un ebitda di 134,3 milioni e una perdita di 255,7 milioni di euro dovuta a poste non ricorrenti per circa 251,5 milioni, a fronte di un debito finanziario netto di 1,162 miliardi. La società avverte che il bilancio riflette il deconsolidamento di alcune società controllate per le quali è stato avviato un processo di dismissione (si veda qui il comunicato stampa). La società aveva chiuso il 2018 con ricavi consolidati per 1,17 miliardi di euro, un ebitda di 151,17 milioni , una perdita di 232 milioni e un debito finanziario netto di 930,5 milioni (si veda qui il bilancio 2018).
(Articolo modificato il 5 maggio 2020 – si aggiungono i nomi degli advisor legali)