Dea Capital entra nel settore del recupero degli Npl. La semestrale della holding di investimento del gruppo De Agostini quotato a Piazza Affari riferisce infatti che lo scorso luglio Dea Capital ha acquistato, attraverso la controllata Dea Capital Real Estate, il 66,3% di SPC Credit Management, società specializzata nel recupero crediti, sia di tipo secured, sia di tipo unsecured, con focus sui comparti leasing, banking, consumer e commercial in Italia.
L’operazione, si legge ancora nella semestrale, è stata condotta attraverso l’acquisizione del veicolo Mato srl, detentore della quota di maggioranza di SPC, e il successivo aumento di capitale della stessa SPC, con un investimento complessivo di un milione di euro.
Gli accordi sottoscritti con i soci di minoranza (il management di SPC guidato da Alfredo Goldaniga, partner industriali), regolamentati da un patto parasociale, prevedono il completamento di ulteriori aumenti di capitale per la società, da perfezionarsi entro il 2017, per un investimento ulteriore previsto, per la quota di competenza Dea Capital, pari a 0,6 milioni , per una quota di partecipazione attestata al 68,7% a conclusione di detti aumenti di capitale.
Commentando l’operazione, l’amministratore delegato di Dea Capital, Paolo Ceretti, ha detto nei giorni scorsi a MF Milano Finanza: “Anche grazie all’acquisizione di Spc, vogliamo presentarci al mercato e soprattutto agli investitori internazionali come un operatore integrato soprattutto nel settore dei non performing secured, cioè con sottostante prevalentemente immobiliare”. E questo non stupisce, visto che Dea Capital controlla al 64,3% Idea Fimit sgr, che gestisce 7,8 miliardi di euro di asset immobiliari, compreso un fondo operativo dallo scorso maggio dedicato agli Npl immobiliari. La prima operazione del fondo Idea Npl è avvenuta per tramite di un veicolo di cartolarizzazione, interamente dedicato all’iniziativa, che ha acquisito un portafoglio di crediti in sofferenza prevalentemente garantiti da ipoteche di primo grado, Npl di tipologia secured, il cui valore nominale supera i 22 milioni di euro. A vendere un gruppo bancario italiano. Il fondo potrà raggiungere nell’arco dei prossimi 12 mesi un importo massimo di 500 milioni.
Ceretti ha precisato infine a MF Milano Finanza che “una naturale evoluzione di questo progetto sarà quello del “co-investimento con soggetti esteri nel business dei crediti deteriorati e inesigibili anche perché il settore si sta dimostrando una asset class che interessa soggetti quali i family office attratti dai tassi di mercato”, ha concluso Ceretti.