Sono arrivate ufficialmente giovedì 27 ottobre le due offerte per il salvataggio di Egea (si veda qui il comunicato stampa), multiutility piemontese che è stata ammessa a fine giugno alla procedura di composizione negoziata della crisi, dopo che la crisi energetica dovuta alla guerra Russia-Ucraina ha affossato i conti, appesantiti da un debito che si dice si aggiri sui 700 milioni di euro, di cui 300 milioni verso le banche, e in vista di investimenti urgenti. Secondo quanto riferito da Radiocor, infatti, il gruppo avrebbe necessità urgente di circa 100 milioni di euro entro fine anno per finanziare i cantieri del 110% e acquistare gas per la stagione invernale. Da qui la ricerca di un partner che possa immettere risorse fresche in aumento di capitale per una quota di maggioranza.
Il consiglio di gestione è convocato domani 31 ottobre per esaminare le offerte in questione, che sono quella del gruppo Iren, multiutiliy quotata a PIazza Affari, e quella di Davidson Kempner European Partners, attraverso la controllata Thaelia, lo stesso fondo che la scorsa estate ha venduto Prelios a ION (si veda altro articolo di BeBeez).
A fine settembre, infatti, Egea aveva reso noto che “Il Consiglio di Gestione di Egea, riunitosi in seduta comune con il Consiglio di Sorveglianza, esaminato le offerte ricevute, ha deliberato di proseguire nelle interlocuzioni dirette con Iren che, avendo presentato una proposta completa e coerente con la procedura di composizione negoziata della crisi, è ritenuto, allo stato, Preferred Bidder. In coerenza con quanto previsto dalla procedura, non configurandosi allo stato attuale un rapporto di esclusiva, il Consiglio di Gestione ha invitato DK/Thaleia, ove di interesse della stessa, a rendere comparabile la propria offerta” (si veda qui il comunicato stampa di allora). I due pretendenti avevano presentato le loro offerte a metà giugno (si veda qui il comunicato stampa di allora), dopo che lo scorso 15 maggio era terminato il periodo di trattativa esclusiva con A2A, che aveva comunque proseguito la due diligence in corso, nel contesto di una procedura competitiva, alla quale avrebbero potuto partecipare altri soggetti e in primo luogo Iren, che aveva già presentato un’offerta prima che il gruppo decidesse di assegnare l’esclusiva ad A2A, che aveva presentato una prima manifestazione di interesse a inizio marzo (si veda qui il comunicato stampa). A2A, però, lo scorso 15 giugno ha abbandonato la partita, lasciando campo libero a Iren e ad altri possibili pretendenti (si veda qui il comunicato stampa).
A inizio luglio, nell’ambito della composizione negoziata della crisi, il gruppo aveva nominato chief restructuring officer e consigliere delegato Paolo PIetrogrande (si veda qui il comunicato stampa), che poi dallo scorso ottobre ha anche sostituito nel ruolo di presidente del Consiglio di Gestione PierPaolo Carini (si veda qui il comunicato stampa), azionista di riferimento del gruppo con il 56,3% delle quote e figlio del fondatore Emanuele, affiancato da altri oltre 20 investitori privati (con complessivamente l’8,2%) e da 130 Comuni (con il 35,5%). Sempre a luglio erano stati nominati gli advisor: PwC, lo Studio legale Giovanardi, lo Studio Grimaldi Alliance, lo Studio Caggiano Feira e Netplan.
Egea è una multiutility con sede ad Alba, attiva in particolare nei settori chiave della transizione energetica, energia e ambiente. Il gruppo, con oltre 1300 collaboratori, conta oltre 250 mila clienti di energia elettrica e gas, eroga il teleriscaldamento in 15 città, produce energia rinnovabile in 25 impianti, gestisce 1.277 km di rete di distribuzione gas metano e 38.000 punti di illuminazione pubblica, svolge servizi ambientali in 293 Comuni e serve un bacino di circa 270 mila abitanti con il ciclo idrico integrato.
Il gruppo Egea aveva chiuso il 2021 con un valore della produzione che, complice il forte aumento del prezzo dell’energia, aveva superato quota 1,5 miliardi di euro. L’ebitda era risultato pari ai 65,4 milioni di euro, l’utile netto si era attestato a 16 milioni di euro mentre gli investimenti avevano superato i 45 milioni. a fronte di un debito netto di 129,7 milioni. Il gruppo nel Piano Industriale 2022 – 2030 prevedeva investimenti per 430 milioni di euro destinati alla sostenibilità (si veda qui il comunicato stampa sui risultati 2021).
Il gruppo era considerato un gioiello nel settore nel territorio e aveva ottenuto ampio credito dal mercato. In particolare, ricordiamo che nel settembre 2022 Illimity Bank aveva strutturato con il ruolo di arranger un’operazione di cartolarizzazione di crediti commerciali originati dalla controllata del gruppo Egea, Egea Commerciale, che prevedeva la cessione a un spv di crediti per un massimo di 100 milioni di euro nell’arco di 36 mesi al fine di liberare capitale circolante per la società. Illimity è anche investitore nelle abs della cartolarizzazione di cui è master servicer Banca Finint, che è anche rappresentante dei portatori dei titoli, agente di calcolo, portfolio agent e corporate servicer (si veda altro articolo di BeBeez).
Ad agosto 2022, la multiutility delle Langhe aveva emesso un minibond da 10 milioni di euro interamente sottoscritto sempre da illimity Bank e finalizzato a sostenere l’attuazione del piano industriale focalizzato sulla crescita. Il prestito obbligazionario, assistito dalla garanzia SACE, offre con cedola del 3,5%, e ha una durata di sei anni (si veda altro articolo di BeBeez). Quel bond era stato il primo a essere inserito nel programma Basket Bond – Energia Sostenibile ideato da ENI insieme a Elite e illimity Bank che ne ha appunto sottoscritto l’intero importo, per favorire la transizione energetica e migliorare i profili di sostenibilità degli emittenti. Energia Sostenibile, lanciato nel novembre 2021 ed entrato in fase operativa all’inizio del 2022, è il primo strumento di finanza innovativa rivolto a tutte le imprese della filiera integrata dell’energia, soprattutto le pmi, e dedicato agli obiettivi di sviluppo sostenibile si veda qui altro articolo di BeBeez). In precedenza il gruppo aveva emesso un minibond da 15 milioni di euro, che era stato quotato all’ExtraMOT Pro nel 2015 (si veda altro articolo di BeBeez) e di cui una quota da 2,2 milioni era stata sottoscritta dal fondo di private debt di Zenit sgr (si veda altro articolo di BeBeez). Il bond era stato rimborsato a scadenza nel 2021. Egea era stata tra le prime società italiane a emettere minibond: aveva infatti collocato un titolo da 5 milioni nell’ottobre 2012 con scadenza 2017.
Egea è anche socia del colosso infrastrutturale ICON Infrastructure in due joint venture in cui il fondo ha il 49%. Da un lato nel dicembre 2017 ha costituito TLRNet srl, newco controllata al 51% da Egea, che ha conferito le partecipazioni relative al business teleriscaldamento (si veda altro articolo di BeBeez); e dall’altro nel gennaio 2020 ha costituito Ardea srl, newco a cui Egea ha il 51% a fronte del conferimento delle attività relative al settore dell’illuminazione pubblica (si veda altro articolo di BeBeez).