La forte contrazione del Pil registrata nel 2020 porterà a un aumento di circa 2.800 fallimenti entro il 2022. A questi potrebbero aggiungersi altri 3.700 fallimenti “mancanti” del 2020, che non si sono realizzati per gli effetti temporanei della moratoria e delle misure di sostegno. Sono le previsioni contenute in una nota pubblicato pochi giorni fa da tre ricercatori (Silvia Giacomelli, Sauro Mocetti, Giacomo Rodano) parte del team Servizio Struttura economica, Divisione Economia e diritto di Banca d’Italia dal titolo “Fallimenti d’impresa in epoca Covid.
Lo studio fornisce nel dettaglio una stima della relazione tra fallimenti e ciclo economico, descrive l’andamento dei fallimenti nel 2020 e ormula una previsione circa la loro possibile evoluzione nell’immediato futuro, anche con l’obiettivo di evidenziare i rischi di congestione nei tribunali per queste procedure. I risultati indicano che al calo del PIL è associato un aumento significativo dei fallimenti sia nell’anno in cui si registra la caduta sia nei due anni successivi. Sulla base di queste stime, una flessione del PIL del 9%, come quella prevista da Banca d’Italia per il 2020, porterebbe appunto a un aumento dei fallimenti di circa 2.800 entro il 2022.
Ma non è tutto. Perché in prima battuta nel 2020 si dovrebbero registrare meno fallimenti che nel 2019. E questo perché lo scorso anno c’è stata la moratoria sui fallimenti (in vigore da inizio marzo a fine giugno) e si è assistito a un allentamento generale dell’attività nei tribunali in conseguenza delle misure di contenimento della pandemia. In secondo luogo, alcune delle imprese già in difficoltà prima della pandemia, e che presumibilmente sarebbero fallite in corso d’anno, potrebbero essere sopravvissute grazie alle misure di sostegno economico. Tuttavia qualora le difficoltà di tali imprese abbiano natura strutturale è possibile che si tratti solo di fallimenti rimandati nel tempo. Sulla base delle stime dell’elasticità dei fallimenti al ciclo economico e ipotizzando che quelli “mancanti”del 2020 riemergeranno nei prossimi mesi, il numero dei fallimenti potrebbe come detto aumentare di circa 6.500 casi entro il 2022, di cui una parte preponderante già nel 2021. Un numero che è pari a quasi il 60 per cento di tutti i fallimenti registrati nel 2019.