DPS Group, il gruppo milanese controllato dalla famiglia Piccinno, che possiede la catena di oltre quaranta negozi di elettronica Trony in tutta Italia con circa 500 dipendenti, è stato dichiarato fallito dal Tribunale di Milano lo scorso 15 marzo (scarica qui il decreto del tribunale).
DPS Group era in crisi finanziaria da tempo. L’ultimo bilancio consolidato disponibile, quello del 2016, indicava ricavi per 201,7 milioni di euro, un ebitda negativo per 39,7 milioni, una perdita netta di 41 milioni e un debito finanziario netto per 44,7 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Nel giugno 2017 DPS Group aveva ceduto il ramo d’azienda a cui facevano capo i 40 punti vendita alla società Vertex, che fa sempre capo alla famiglia Piccinno. Poi però Vertex nei mesi scorsi ha retrocesso i negozi a DPS, che nel frattempo a gennaio aveva chiesto e ottenuto l’ammissione al concordato in bianco (si veda qui il decreto del tribunale), ma poi il giudice fallimentare ha deciso di non ammettere il gruppo al concordato preventivo e ne ha decretato appunto il fallimento.
Costituita nel 1993 , DPS Group aveva acquistato il marchio Trony nel 2001, dando il via a una politica di espansione, aprendo negozi in varie città italiana e c reando due centri logistici, uno a Milano e uno a Bari. La crescita è proseguita fino al 2013 con l’acquisto di 20 negozi a insegna Darty e dei punti vendita ex Fnac (si veda altro articolo di BeBeez) così da raggiungere un anno dopo un fatturato consolidato di 237 milioni di euro. Ma a partire dal 2015 è iniziata la crisi del settore della vendita retail di elettrodomestici ed elettronica, soppiantato progressivamente dalle vendite online.