Grotto spa, la società produttrice dei jeans a marchio Gas ha siglato con i finanziatori un’intesa per la ristrutturazione del debito, che prevede la trasformazione di parte dei crediti in strumenti partecipativi e l’iniezione di 4 milioni di euro di nuova finanza, di cui una parte proveniente dalla famiglia Grotto (si veda il Corriere del Veneto).
La società è controllata dalla famiglia Grotto, mentre il debito è in mano alla SGA, che ha ereditato i crediti deteriorati delle due banche venete, e al fondo Dea Capital CCR I, gestito da Dea Capital Alternative Funds sgr, che nel 2017 aveva acquistato dalle banche creditrici i crediti a medio-lungo termine di Grotto, insieme ai crediti di altre otto aziende (Canepa, Snaidero, Calvi, Pieralisi, Biokimica, Trend Group, Consorzio Latte Virgilio e Zucchi, si veda altro articolo di BeBeez). Inoltre Unicredit, Intesa, Mps e UBI Banca hanno in pegno le azioni Grotto a garanzia dei finanziamenti erogati alla controllante Luna srl. Si parla di un’esposizione complessiva di 50-60 milioni di euro.
Grotto spa è stata fondata nei primi anni ’70 da Claudio Grotto a Chiuppano (Vicenza). Dal 1984 disegna, produce e distribuisce collezioni di abbigliamento, calzature ed accessori con il marchio Gas per uomo, donna e bambino. Il denim è il core business dell’azienda. Oggi il Gruppo Grotto conta 2.400 punti vendita e 120 monomarca (53 diretti) in 56 Paesi, con oltre 650 dipendenti, di cui 313 appartenenti alla Grotto spa.
A partire dal 2005, la società ha intrapreso un progetto di riposizionamento del marchio, supportato da un piano di forte espansione in Europa e in Asia: oltre all’apertura di negozi e flagship store, la società ha affiancato al quartier generale italiano sei nuove filiali in Europa (Spagna, Germania, Austria, Francia, Regno Unito ed Ungheria) e tre in Asia (Hong Kong, Shanghai, Giappone). Investimenti che sono stati tuttavia penalizzati dalla crisi del 2008. L’ultimo bilancio depositato è quello del 2015, che evidenziava un valore della produzione di 73 milioni, rispetto agli 80 milioni dell’anno prima, con una perdita di 3,6 milioni e un indebitamento finanziario netto di 60 milioni, di cui 41 relativi ai finanziamenti con un pool di banche sottoscritto nel 2012.