Il fondo QuattroR, che già aveva tentato di acquisire Ferrarini (trattativa poi non andata in porto, si veda altro articolo di BeBeez), si è sfilato dalla trattativa per il gruppo Kipre, leader nella produzione di prosciutti di alta qualità a marchio Principe e King’s.
QuattroR aveva manifestato interesse a investire nel maggio scorso e proprio a fronte di questo interesse i consigli di amministrazione delle società del gruppo Kipre avevano depositato il 28 maggio al Tribunale a Trieste una domanda di ammissione alla procedura di ristrutturazione del debito sulla base dell’art. 182-bis della Legge Fallimentare.(si veda altro articolo di BeBeez)
Il gruppo comprende Kipre Holding spa e le controllate Principe di San Daniele spa, King’s spa e Sia.Mo.Ci. srl. L’investimento del fondo sarebbe stato utilizzato per il risanamento della situazione di crisi. “Nonostante l’impegno profuso da QuattroR per la definizione di un piano volto alla ristrutturazione del debito e al rilancio industriale della società e del relativo gruppo, non si sono realizzate le condizioni necessarie per l’investimento”, ha dichiarato il fondo in una nota.
A questo punto, Kipre dovrà valutare, in tempi rapidi se un’altra azienda sia disposta a investire nel risanamento dei conti. Il rifiuto del fondo a partecipare all’iniziativa non implica un intervento automatico del Tribunale, per cui se non si trovasse un nuovo investitore, l’azienda o i creditori potrebbero dichiarare o chiedere il fallimento dell’azienda, passando attraverso il Tribunale.
Il gruppo Kipre da oltre 60 anni è leader nella vendita di prosciutti crudi e San Daniele Dop. Ha sede a Modena e fa capo a Mario e Sonia Dukcevich. Conta sei stabilimenti: uno a Trieste, due a San Daniele del Friuli, uno a Sossano (Vicenza) e due in provincia di Parma, per un totale di circa 500 posti di lavoro.
Nel febbraio 2017 aveva ricevuto un finanziamento da 18,6 milioni da Sace e Banca Akros (Gruppo Banco Bpm), per sostenere l’approvvigionamento delle materie prime e lo sviluppo del magazzino prodotti finiti, mantenere il presidio nei mercati europei e statunitense ed espandersi verso nuovi Paesi target (Canada, Messico e Russia).
Il gruppo Kipre ha comunicato la sua crisi con un annuncio a pagamento pubblicato sul Sole 24 Ore nel dicembre 2018, cogliendo di sorpresa dipendenti e sindacati. Nell’annuncio i due imprenditori si rivolgevano alla società e alla comunità finanziaria italiana, per denunciare il fatto che uno di 5 istituti bancari che avrebbero dovuto sostenere un “oculato piano industriale di crescita” si era ritirato facendo naufragare l’intera iniziativa. Nel gennaio 2019 Kipre Holding ha chiesto l’ammissione al concordato in bianco al Tribunale di Modena, che ha dato il via libera il 31 gennaio al “concordato di gruppo”, ossia per Kipre e le sue controllate, fissando il 29 marzo come data entro la quale sarebbe dovuto essere presentato ai giudici il piano industriale. A fine febbraio, però, il Tribunale di Modena ha inviato al Tribunale di Trieste tutta la documentazione per “non pertinenza sugli eventi descritti”. Il gruppo Kipre ha chiuso il 2017 con 165 milioni di fatturato, un mol di 7 milioni e 130 milioni di debito netto (di cui 71 verso le banche e 46 verso i fornitori).