Ferroli, produttore di caldaie e climatizzatori con sede a San Bonifacio (Verona), ha raggiunto un accordo di ristrutturazione con i creditori finanziari, il che permetterà alla società di proseguire con la manovra finanziaria alla base del piano industriale e finanziario al 2027.
L’intesa è stata raggiunta da Trinity Investments Designated Activity Company (holding che fa capo ad Attestor Capital) con un consorzio bancario di cui fanno parte Banco BPM, Banca Monte dei Paschi di Siena, Deutsche Bank, Amco, illimity Bank, Kommunalkredit Austria AG ) e prevede una modifica delle scadenze debitorie a medio-lungo termine oltre che la conferma da parte di alcune banche della messa a disposizione delle linee operative.
Alla base dell’accordo c’è la cessione definitiva da parte della società veronese a CFT – Consorzio Ferrara Trasporti di un compendio immobiliare a uso industriale, deposito e uffici a Terre del Reno, Sant’Agostino (Ferrara), sul quale gravava un’ipoteca a garanzia dei crediti bancari relativi all’indebitamento di Ferroli che lo scorso febbraio ha sbloccato l’impasse sull’accordo di ristrutturazione (si veda qui il verbale di assemblea di Ferroli, disponibile agli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data).
L’intesa sul debito ora firmata dovrebbe consentire una exit più rapida agli azionisti, Attestor Capital e Oxy Capital, saliti al 96% del gruppo lo scorso agosto dopo averne acquistato un ulteriore 36% dalla famiglia Ferroli, che è rimasta con il 4% del capitale, proprio per renderne più agevole la cessione. L’acquisizione era stata condotta attraverso River spa, società controllata da Trinity Investments Designated Activity Company, a sua volta come detto controllata da Attestor e già proprietaria del 60% dal 2015 (si veda qui altro articolo di BeBeez).
Lo scorso anno si parlava di una valutazione del business compresa tra i 500 e i 550 milioni di euro, ma il ceo Riccardo Garrè, arrivato in Ferroli nel 2019, era già più ottimista. Il gruppo aveva chiuso il 2021 (ultimo bilancio disponibile) con 400,9 milioni di euro di ricavi (296,2 milioni del 2020), ebitda di 32,5 milioni (13,8 milioni nel 2020) e utile di 4,6 milioni rispetto ad una perdita di 14,9 milioni dell’anno precedente. Garré aveva dichiarato in un’intervista che il gruppo avrebbe raggiunto “probabilmente i 500 milioni di euro di ricavi” nel 2022 e che “anche l’ebitda salirà al 13%, ma può arrivare al 15% nei prossimi due anni”.
Per questo, aveva detto in modo chiaro: “Puntiamo a rivendere il gruppo (presente in 10 paesi in tutto il mondo e con 2116 dipendenti) ad almeno 650 milioni di euro: siamo leader in Italia per quanto riguarda i sistemi ibridi, alimentabili sia a elettricità sia a gas, con un 30% delle quote di mercato, davanti a giganti internazionali come Immergas e Daikin” (si veda qui NordEstEconomia). E infatti tra gli acquirenti interessati si diceva ci fossero proprio la giapponese Daikin (che poco prima aveva acquisito Duplomatic da Alcedo sgr, si veda altro articolo di BeBeez), ma anche l’americana A. O. Smith Corporation e l’italiana Ariston.
Ricordiamo che il gruppo di San Bonifacio, fondato nel 1955 da Dante Ferroli, era passato sotto il controllo di Attestor e Oxy nel 2015 quando, nell’ambito di un accordo di ristrutturazione del debito, ne avevano acquisito il 60% per 60 milioni di euro. La società nel giugno di quell’anno aveva infatti depositato la domanda di concordato in bianco presso il Tribunale di Verona (si veda altro articolo di BeBeez) e nell’ottobre 2015 aveva poi depositato l’accordo di ristrutturazione del debito redatto sulla base dell’art. 182-bis della Legge Fallimentare, che era stato successivamente omologato dal Tribunale. L’accordo era stato firmato con le istituzioni finanziatrici MPS, Banco BPM, Crédit Agricole, Deutsche Bank, Intesa Sanpaolo, Sparkasse, UniCredit e AMCO (si veda qui altro articolo di BeBeez), le stesse appunto con le quali Ferroli ha firmato il nuovo accordo di ristrutturazione.