Il Tribunale di Roma lo scorso 28 giugno ha omologato il concordato preventivo in continuità aziendale dell’agenzia di stampa Askanews (si veda qui il comunicato stampa). Nell’operazione, sono stati coinvolti lo studio Gianni & Origoni e l’avv. Luigi Romanzi.
La proposta di concordato nel marzo scorso aveva ottenuto il voto favorevole e unanime delle tre classi di creditori, e adesioni complessive pari al 67% circa dei crediti ammessi al voto (si veda altro articolo di BeBeez).
La proposta concordataria prevede il ristoro di quote tra il 16 e il 18% dei creditori chirografari, tra cui figurano anche l’Agenzia delle Entrate, l’Inps (per i poligrafici e gli amministrativi), l’Inpgi (ma non per la parte relativa al Fondo previdenziale giornalistico). Sembra che Inpgi abbia ritenuto illegittimo il suo collocamento tra i creditori chirografari e abbia annunciato opposizione. Il piano di rientro dell’agenzia di stampa prevede risparmi sul costo del lavoro per 1,6 milioni l’anno e la vendita delle quote nelle partecipate (Internazionale, Base per altezza, InPiù) per 1,7 milioni, oltre a un risparmio di 115 mila euro per il trasferimento della sede in un edificio di proprietà dell’editore in via Prenestina dell’agenzia. Per questo, il concordato era stato oggetto di opposizioni all’omologa da parte di Inpgi e Inps, entrambe respinte integralmente dal Tribunale di Roma, che ha anche affermato la piena legittimità del trattamento.
“Siamo soddisfatti di aver raggiunto questo importante traguardo, che conferisce un forte impulso all’operatività della Società, segno tangibile del senso di responsabilità che si rinnova verso gli obblighi assunti nei confronti dei creditori, allo sviluppo dell’agenzia, nell’attuale panorama competitivo e tecnologico, valorizzando la storia aziendale e le peculiari vocazioni giornalistiche con più di cinquant’anni di attività”, ha commentato Enrico Caratozzolo, presidente di Askanews.
Daniele Pelli, amministratore delegato di Askanews, ha aggiunto: “L’omologa del concordato rappresenta la positiva conclusione di un iter complesso, della durata di oltre due anni, che ha visto la società, il management e i suoi consulenti fortemente dedicati al raggiungimento di questo importante obiettivo. Questo risultato sancisce altresì il ritorno in bonis della società, che salvaguarda i livelli occupazionali e consente di dare continuità ad una realtà tra i leader nel settore delle agenzie di stampa”.
Askanews è nata a Roma nel 2014 dall’integrazione tra le agenzie di stampa Asca e TMNews. e fa capo ad A.BE.TE. spa. Conta oltre 100 giornalisti, due redazioni (Roma e Milano) e una rete capillare di corrispondenti in tutta Italia. La società è presieduta da Enrico Caratozzolo, dall’amministratore delegato Daniele Pelli ed è guidata dal direttore responsabile Paolo Mazzanti. Ha chiuso il 2019 con ricavi per 10,1 milioni di euro ma con un ebitda negativo di 343 mila euro (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).
Il Consiglio di amministrazione dell’agenzia di stampa aveva deliberato di chiedere l’ammissione della società alla procedura di concordato preventivo “con riserva” nel gennaio 2019 (si veda qui Reuters) poi dichirata nell’ottobre 2020. In una nota l’agenzia aveva spiegato che la decisione si era resa necessaria a causa “di una prolungata situazione di squilibrio finanziario e patrimoniale derivante dal mancato riconoscimento da parte della presidenza del consiglio dei ministri del servizio reso dall’1 ottobre 2017 al 15 agosto 2018 oltre che dal mancato perfezionamento della relativa transazione con l’amministrazione finalizzata a definire il giudizio in corso tra le parti”.
A fine dicembre 2020 è scaduto il periodo di cassa integrazione per i 72 giornalisti dell’agenzia (in forza di accordi risalenti al febbraio 2020, volti a scongiurare 23 licenziamenti), che ora lavorano con contratti di lavoro part-time. In base a un accordo sindacale firmato in sede Fnsi nel febbraio 2020, l’azienda si è impegnata a ridurre progressivamente il part time, in relazione alle uscite dall’organico.