Nella prima Gazzetta Ufficiale del 2023 è stato pubblicato il nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (DCPM) che regolerà la cessione della compagnia aerea di Stato e che apre chiaramente la porta ai tedeschi di Lufthansa, così come era già trapelato dopo il Consiglio dei ministri del 21 dicembre scorso (si veda altro articolo di BeBeez).
Così, nei prossimi giorni, il vettore tedesco dovrebbe formalizzare la sua manifestazione d’interesse per ITA e, a quel punto, le due parti in campo, Lufthansa che compra e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che vende, dovrebbero firmare un memorandum of understanding. E con questo l’impegno a concludere l’operazione. Non vincolante, ma importante sul piano simbolico.
Nel testo del DCPM, infatti, è scritto a chiare lettere, da un lato, che “la cessione della partecipazione in ITA spa è effettuata dal Ministero dell’economia e delle finanze tramite trattativa diretta limitata ai soggetti che singolarmente o nell’ambito di un raggruppamento hanno partecipato alla procedura di cui alle premesse”, cioé quindi alle due cordate Lufthansa-MSC e il fondo Certares affiancato da Air France-KLM e Delta Airlines, che avevano partecipato alla procedura di vendita a inizio 2022.
Dall’altro lato, nel testo del DCPM si legge che “nell’ambito degli offerenti deve essere necessariamente presente una compagnia aerea, che deve acquisire la maggioranza del capitale oggetto di ciascuna fase dell’operazione. L’offerente, fermo quanto previsto dal periodo precedente, deve garantire che anche alla data dell’uscita del Ministero dell’economia e delle finanze dal capitale di ITA spa la maggioranza del capitale di questa sia detenuto da una compagnia aerea”.
Il che evidentemente taglia fuori dai giochi definitivamente il fondo statunitense Certares, che lo scorso agosto 2022 si era assicurato l’esclusiva per la trattativa (si veda altro articolo di BeBeez), perché l’offerta era stata ritenuta maggiormente rispondente agli obiettivi fissati dal precedente DCPM di febbraio 2022. A fine ottobre, però, l’esclusiva era scaduta senza nulla di fatto (si veda altro articolo di BeBeez), così la cordata concorrente, formata da MSC e Lufthansa, era potuta tornare in gioco. Poi, però, a novembre, MSC si era ritirata dalla cordata congiunta. In una nota si leggeva infatti che “il gruppo MSC conferma di aver già informato le autorità competenti di non essere più interessata a partecipare alla privatizzazione di ITA Airways, non ravvisandone le condizioni nell’attuale procedura“ (si veda altro articolo di BeBeez). Ora, visto che i termini della procedura sono cambiati, magari MSC potrebbe anche cambiare idea.
Più nel dettaglio, si legge nel nuovo DCPM, “il prezzo di acquisto della partecipazione tiene conto del valore del patrimonio netto di ITA spa, come risultante dal bilancio della società, dalle relazioni finanziarie intermedie e dalle stime di chiusura dell’esercizio prodotte da ITA spa. In ragione degli obiettivi di sviluppo della società, l’acquisizione della partecipazione può essere rappresentata, in tutto o in parte, dalla sottoscrizione da parte dell’acquirente di uno o più aumenti di capitale, anche riservati, deliberati da ITA spa”.
Il nuovo decreto si pone in modo diverso rispetto al precedente del febbraio 2022: allora il governo Draghi ipotizzò una soluzione diversa per il vettore aereo. Il premier e il ministro del Tesoro dell’epoca, Daniele Franco, non prevedevano un meccanismo per definire il valore della compagnia in vendita né aumenti di capitale riservati. Mentre, come appunto era già stato chiarito dal governo al momento del varo del decreto lo scorso dicembre, si “elimina il vincolo per il Tesoro di cedere la maggioranza della società” (si veda qui il comunicato stampa di allora e altro articolo di BeBeez) nel senso che questo non deve avvenire tutto subito, ma può avvenire per fasi successive.
Il nuovo DCPM assegna inoltre grande importanza al Piano industriale del compratore e conferma che lo Stato vigilerà sugli interessi nazionali, proteggendo gli aeroporti chiave (Roma Fiumicino, Milano Linate, Malpensa e Catania, tra gli altri). Inoltre, premierà il compratore capace di garantire “l’ingresso in mercati strategici e l’incremento delle rotte a lungo raggio”. Continua il decreto: “Al Ministero dell’Economia e delle Finanze sono riconosciuti adeguati poteri di controllo sulla gestione e il diritto di gradimento su nuovi azionisti”. Soggetti disposti, in un futuro non precisato, a rilevare quote di ITA, potrebbero scontarsi dunque con il no dello Stato italiano.