La famiglia Trevisani, la stessa che controlla la Trevi Finanziaria quotata a Piazza Affari e leader mondiale nel campo delle perforazioni del sottosuolo, ha rilevato il Cantiere del Pardo, produttore delle iconiche barche a vela Grand Soleil. Sotto la nuova realtà confluirà anche il marchio Sly Yachts, già di proprietà della famiglia dal 2010. A vendere è stato il gruppo tedesco Bavaria Yachtbau (controllato dai fondi Anchorage Advisors e Oaktree Capital). L’investimento si dice sia di circa 7 milioni di euro, cui devono essere sommati ulteriori quote relative a parziali accolli di debiti che la società aveva con banche e fornitori. Il tutto per riportare a nuova vita lo storico marchio in crisi.
Alla guida della nuova Cantiere del Pardo ritorna Michel Delagarde in qualità di ceo, che era già stato al timone della società dal 2008 al 2012 e precedentemente anche del cantiere Dufour, che allora faceva parte dello stesso gruppo. Delagarde affiancherà Marco Casadei, coordinatore nel processo di acquisizione appena concluso, riconfermato dagli azionisti nel ruolo di presidente.
Grand Soleil ha vissuto anni travagliati da quando Bavaria Yachtbau, che ne aveva acquisito il controllo insieme al cantiere francese Dufour nel 2010, aveva deciso di concentrarsi esclusivamente sul marchio tedesco Bavaria. A sua volta Bavaria aveva acquisito i due marchi già in situazione critica, quando nel 2005 erano controllati dalla holding International Sailing Boats, che a sua volta faceva capo al fondo di private equity Rhone capital. L’offerta del costruttore tedesco di barche a vela aveva battuto l’altra offerta sul tavolo, quella del fondo Orlando Italy.
L’investimento da parte di Rhone capital si era rivelato complicato già a fine 2008, quando la società aveva dovuto deliberare una ricapitalizzazione da 20 milioni e rinegoziare i termini dei 100 milioni di debito senior e dei 20 milioni di mezzanino, ma già nel 2009 le cose non erano andate nel senso sperato e la società aveva dimezzato i ricavi a 78 milioni e registrato un ebitda estremamente negativo, con l’esercizio che si era chiuso nell’agosto 2010 che aveva visto diminuire ulteriormente i ricavi, con l’ebitda ancora negativo, anche se in modo meno grave che nel 2009. A quel punto Rhone Capital non ha più voluto versare nuova finanza nel cantiere che nel 2006 aveva acquistato dalla famiglia fondatrice. E a novembre 2010 era arrivata Bavaria.