Lo stabilimento di Crevalcore (Bologna) di Marelli, gruppo italo-giapponese attivo nella componentistica per l’industria automobilistica controllato dal private equity statunitense KKR (si veda altro articolo di BeBeez), passerà alla piemontese Tecnomeccanica spa (si veda qui il comunicato stampa) per la cifra simbolica, secondo indiscrezioni, di un euro. L’accordo è arrivato al termine del sesto tavolo, questa volta online, tra azienda, ministeri delle Imprese e del made in Italy (Mimit) e del Lavoro e delle politiche sociali, Regione Emilia Romagna e organizzazioni sindacali, dopo l’annuncio della vigilia del ministro Adolfo Urso (si veda qui il comunicato stampa).
Tecnomeccanica, con sede a Novara e stabilimenti a Novara e Moncalieri (Torino), ha battuto la concorrenza di Niche Fusina Rolled Products srl, che produce laminati di alluminio negli impianti di Venezia (ex Alcoa) e in quelli presenti in Gran Bretagna e Francia e che fa capo al gruppo americano Dada.
L’azienda piemontese ha garantito l’assunzione di 152 dipendenti su 229 entro fine anno (100 già a maggio, gli altri entro dicembre) e investimenti pari a 22 milioni di euro, di cui una cifra compresa tra 5 e 10 milioni a carico di Invitalia, per continuare a produrre componenti per auto. Ha assicurato inoltre che nei prossimi anni si aggiungeranno nuove produzioni nel settore delle luci e delle batterie elettriche.
Niche Fusina Rolled Products srl aveva invece messo sul piatto fino a 15 milioni, ipotizzando la trasformazione del sito di Crevalcore in una fonderia di alluminio secondario, con una prima fase di prosecuzione dell’attuale produzione, poi una reindustrializzazione, per arrivare al 2028 con nuove produzioni e con l’assunzione al massimo di 130 lavoratori.
Tecnomeccanica è controllata da fine 2021 dall’amministratore delegato Simone Ferrucci (77,7%) che l’aveva rilevata, insieme a un club deal di investitori, dal fondo IDeA Efficienza Energetica e Sviluppo Sostenibile, gestito da DeA Capital Alternative Funds sgr. Secondo quanto risulta a BeBeez, il fondo aveva incassato allora circa 20 milioni di euro per la sua quota del 93,6%, con Intesa Sanpaolo che aveva finanziato il deal (si veda altro articolo di BeBeez). La società ha chiuso il 2022 con 28,4 milioni di euro di ricavi, un ebitda negativo per 2,5 milioni e un debito finanziario netto di 12,1 milioni, a fronte di un patrimonio netto di 10 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
“Il piano di Tecnomeccanica prevede l’assunzione di oltre 150 dipendenti su 220 entro il 2024 e un incremento dei volumi produttivi con un forte orientamento ai componenti meccanici per l’industria automobilistica. Diverso è il piano dell’altra società, che si colloca in maggiore discontinuità con l’attuale situazione e prevede un minore numero di assunzioni”, aveva anticipato Urso prima dell’incontro, parlando di “una soluzione positiva e in continuità sostanziale con l’attuale produzione di Marelli, con l’ingresso di Tecnomeccanica che è un’azienda determinata a valorizzare le proprie competenze e quelle dei lavoratori che andrà ad acquisire e a investire oltre 20 milioni di euro”.
“Marelli ha comunicato di aver concesso a Tecnomeccanica l’esclusiva per la negoziazione finale per l’acquisizione dello stabilimento di Crevalcore. La decisione è stata annunciata dopo un’approfondita valutazione delle robuste offerte da parte di Tecnomeccanica e Niche Fusina finalizzate alla riconversione del sito. La scelta è caduta su Tecnomeccanica sulla base di aspetti relativi alla possibilità di un maggiore assorbimento di persone e a una maggiore continuità industriale, con conseguente minor impatto finanziario, non essendo necessaria una completa reindustrializzazione del sito”, si legge nella nota al termine dell’incontro.
“L’azienda conferma il coinvolgimento di Invitalia, che seguirà il processo di due diligence propedeutico alla finalizzazione dell’operazione. Nelle prossime settimane l’azienda continuerà, inoltre, il confronto con tutte le parti coinvolte per finalizzare le misure del piano di contenimento delle ricadute occupazionali e sociali derivanti dalla fase di passaggio alla nuova configurazione industriale e societaria. L’azienda ringrazia tutte le istituzioni, le parti sociali e Invitalia per il prezioso supporto e il contributo assicurati, auspicando che anche le prossime fasi del percorso possano svolgersi nella maniera più rapida ed efficace, nell’interesse di tutte le parti coinvolte”, si legge ancora nella nota.
Invitalia eseguirà pertanto l’istruttoria per confermare il supporto richiesto e poi ci sarà la finalizzazione dei termini e condizioni e la definizione del ramo d’azienda acquisito. Tra la fine di maggio e gli inizi di giugno dovrebbe arrivare il closing. L’azienda e il Mimit, contattati da BeBeez, non hanno fornito ulteriori informazioni.
Marelli fornirà anche macchinari provenienti dallo stabilimento di Argentan, in Francia, prossimo alla chiusura. Secondo i piani, grazie a quest’operazione Tecnomeccanica diventerà uno dei fornitori più importanti di Marelli. L’azienda piemontese si è impegnata a garantire le stesse condizioni economiche e contrattuali ai lavoratori, mentre per le 147 persone che non saranno assunte è previsto il trasferimento in altri stabilimenti di Marelli per evitare i licenziamenti, oltre a incentivi per le uscite e le pensioni anticipate. Entro fine marzo-inizio aprile, Marelli e le organizzazioni sindacali definiranno il piano sociale per questi lavoratori che non rientrano nella cessione del ramo d’azienda e saranno invece identificati quelli che vi confluiranno.
Il piano sarà sostenuto anche con contributi regionali, oltre che da Invitalia. “Quella di Tecnomeccanica è sicuramente la proposta più in sintonia, per competenze e identità, con le caratteristiche della manifattura dell’Emilia-Romagna. Investimenti industriali che ci permettono di dire che siamo in linea con la piena reindustrializzazione del sito Marelli di Crevalcore. A fronte di investimenti in nuove macchine operatrici e forni di fusione, la Regione è pronta a sostenere la necessaria formazione dei lavoratori e accompagnare gli investimenti in ricerca di processo e prodotto”, hanno aggiunto il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e l’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Colla (si veda qui il comunicato stampa).
Quello di Crevalcore non è l’unico stabilimento italiano in difficoltà di Marelli, che nel Belpaese conta attualmente 6.459 dipendenti. Per il sito di Sulmona si paventa infatti il ricorso agli ammortizzatori sociali a giugno, come riportato dall’Ansa. I sindacati hanno fornito un quadro impianto per impianto (si veda qui il comunicato stampa). Il 2023 ha registrato un ritorno alla profittabilità del gruppo in Italia. Gli investimenti l’anno scorso sono stati pari a 66 milioni di euro e nel 2024 ammonteranno a 93 milioni, di cui circa 50 milioni di prodotto.
Marelli Holdings Co. Ltd., che ha sede a Saitama, in Giappone, è nato nel 2019 dall’integrazione tra Magneti Marelli, storica azienda italiana del comparto, e la giapponese Calsonic Kansei, entrambe in portafoglio a KKR. Il private equity statunitense aveva rilevato Magneti Marelli dall’allora FCA (oggi Stellantis) nell’ottobre del 2018 tramite la controllata giapponese Calsonic Kansei (acquisita nel 2017 da Nissan Motor Co. e altri azionisti per circa 4,5 miliardi di dollari), al prezzo record di 6,2 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez), dopo aver ritoccato al rialzo l’offerta iniziale, inferiore ai 5 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez). Magneti Marelli e Calsonic Kansei sono poi state fuse e operano dal maggio 2019 sotto l’unico brand Marelli (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Ricordiamo che Magneti Marelli, fondata nel 1919 a Sesto San Giovanni (Milano) come FIMM (Fabbrica Italiana Magneti Marelli) da Ercole Marelli, aveva sede a Corbetta (Milano), contava oltre 600 dipendenti e più di 4.000 officine in tutto il mondo.
Marelli resta comunque all’avanguardia dal punto di vista tecnologico. E’ infatti di pochi giorni fa l’annuncio della prima sospensione al mondo senza ammortizzatori e senza alcun tipo di fluido. Si tratta di nuova sospensione elettromeccanica caratterizzata da quattro attuatori elettrici a 48 volts (e pertanto integrati nella rete elettrica del veicolo) connessi al braccio della sospensione, in grado di muoverla attivamente per compensare le irregolarità della superficie stradale e ridurre le vibrazioni del veicolo, garantendo un comfort a prova di mal d’auto.