Raddoppiano i soggetti interessati alla catena italiana di arredamento Mercatone Uno, che ha chiuso i battenti dopo il fallimento di Shernon Holding il 23 maggio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Lo hanno reso noto al termine dell’incontro di martedì 8 ottobre al Ministero dello Sviluppo Economico i commissari straordinari di Mercatone Uno: Luca Gratteri, Antonio Cattaneo e Giuseppe Farchione.
I tre hanno dichiarato: “Pur consapevoli delle difficoltà esistenti, è confortante registrare che, a valle della articolata e profonda fase di scouting nei confronti di 144 società italiane e internazionali, di cui l’80% mai contattate prima, 24 di queste abbiano manifestato un interesse concreto. Al 17 settembre erano 12 i soggetti interessati”. I commissari, dopo il confronto al Mise con i sindacati e le Regioni, hanno affermato: “Con il Mise è inoltre in fase di approfondimento uno strumento denominato Fast Track Amministrativo, a beneficio dei potenziali acquirenti, per definire con certezza i tempi e l’iter delle procedure, su cui le Regioni e gli altri soggetti presenti hanno mostrato disponibilità e interesse”, rassicurando che continueranno a lavorare per tutelare tutti i soggetti coinvolti.
Mercatone Uno era finita in amministrazione controllata dal 2015, schiacciata da 400 milioni di debiti (si veda la nota del Mise) e nell’aprile 2017 aveva ceduto la catena di gioiellerie accessibili È oro al Gruppo Stroili, che a sua volta fa capo al gruppo francese Thom Europe (si veda altro articolo di BeBeez). Shernon Holding era stata scelta dai tre commissari nominati nel 2015 dal Ministero dello Sviluppo Economico al termine dell’amministrazione straordinaria (Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari) per rilevare gli asset di Mercatone Uno: 55 punti vendita, la struttura amministrativa di Imola e la piattaforma logistica di San Giorgio di Piano in provincia di Bologna. La scelta di Shernon era avvenuta dopo tre bandi di vendita andati deserti. L’azienda aveva rilevato i punti vendita di Mercatone Uno nell’agosto 2018, promettendo la continuità occupazionale e di raddoppiare il fatturato in 4 anni, portandolo a 500 milioni di euro al 2022, grazie a 25 milioni di euro di investimenti tra acquisizione e successivo supporto allo sviluppo.
A sorpresa, una settimana prima del vertice al Mise per presentare il piano di rilancio, Shernon è stata però dichiarata fallita dal tribunale di Milano (si veda qui la sentenza di fallimento), schiacciata da 90 milioni di euro di debiti accumulati in soli 9 mesi. Secondo le ricostruzioni del commissario giudiziale Marco Russo, la società ha omesso il pagamento degli oneri previdenziali per oltre 8,7 milioni, non ha rimborsato i creditori per 60 milioni e non ha onorato neanche le pendenze con l’amministrazione straordinaria dopo aver corrisposto solo 10 dei 25 milioni pattuiti, frutto della vendita del magazzino a una società americana per 18 milioni, un prezzo che si ritiene sottostimato rispetto al suo reale valore. Alla luce di ciò, si configura anche l’ipotesi di bancarotta fraudolenta per gli amministratori della Shernon Holding. Rigoni si era detto sicuro di poter trovare un socio per ricapitalizzarla. Un fondo spagnolo aveva fatto una due diligence, ma non era andato oltre.
Dopo la dichiarazione di fallimento, nella notte tra venerdì 23 e sabato 24 maggio, Shernon Holding ha comunicato ai 1860 dipendenti di Mercatone Uno di non presentarsi più al lavoro via WhatsApp e Facebook, mentre i clienti che dovevano ritirare della merce o avevano versato acconti per migliaia di euro hanno trovato i negozi chiusi da un giorno all’altro. I 500 fornitori, che vantano crediti non riscossi per circa 250 milioni di euro, si sono riuniti nell’Associazione Fornitori Mercatone Uno perché a rischio sopravvivenza a causa dei mancati pagamenti (si veda altro articolo di BeBeez). In gioco anche l’indotto, che impegna in Italia quasi 10 mila persone. Guidati dall’imprenditore William Beozzo, gli associati hanno reso noto l’interesse a convertire i loro crediti in quote del capitale di Mercatone Uno, sul modello della Parmacotto (si veda altro articolo di BeBeez).