Il panificio Forno Brisa, insegna commerciale di Breaders srl società certificata B Corp e Great Place to Work, ha già superato 3,5 milioni di euro di raccolta nella sua seconda campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Mamacrowd, lanciata lo scorso 6 dicembre, sulla base di una valutazione pre-money di 14 milioni e un target massimo di raccolta di 4 milioni (si veda qui il comunicato stampa). Alla fine della campagna mancano 29 giorni e si punta a raggiungere quota 1000 soci.
A oggi hanno partecipato alla campagna 489 investitori, tra i quali anche il fondo Azimut Eltif – Venture Capital ALICrowd II, oltre a un gruppo di professionisti e imprenditori fortemente legati all’innovazione e ai valori della sostenibilità come Max Bergami, professore ordinario di Organizzazione aziendale all’Alma Mater e Dean della Bologna Business School, Max Ciociola fondatore della start up Musixmatch e da poco nella società del maxi-fondo d’investimento Tpg, Alec Ross docente alla Bbs, saggista e già consigliere di Obama per l’innovazione, Gianluca Settepani, partner dello studio Gnudi e Andrea Lipparini, ordinario di Economia all’Alma Mater.
Ad assistere Forno Brisa in questo round sul piano legale è Gianni & Origoni, sede di Bologna, nell’ambito della practice area Gop4Venture. Gli aspetti fiscali sono seguiti da Cst Consulting, mentre degli aspetti notarili dell’operazione si è occupato lo Studio Notarile Vrct di Bologna. Fndx ha infine curato gli aspetti advisory.
Il nuovo round arriva dopo una prima campagna di equity crowdfunding di successo condotta nel 2019. Allora erano stati raccolti 1,2 milioni da 357 investitori (a fronte di un obiettivo minimo di 200 mila euro e di uno massimo di 800 mila e una valutazione pre-money di 3,2 milioni). Tra i soci allora spiccavano nomi importanti del mondo del pane e del vino come Davide Longoni, Elisabetta Foradori, Federico Orsi, Mateja Gravner e De Fermo.
Obiettivo del nuovo round: realizzare nuovi punti vendita, un mulino collettivo e digitalizzare i negozi. Tanto che i fondatori Pasquale Polito e Davide Sarti hanno tenuto a sottolineare nel corso di un incontro con la stampa a Milano: “La nostra è una finanza artigiana. Andiamo oltre rispetto all’idea dell’imprenditore solitario”.
Brisa lavora da anni con un gruppo di professionisti con cui condivide una grande visione, un gruppo del quale fanno parte Davide Longoni a Milano, Matteo Piffer di Panificio Moderno di Rovereto, Francesca Casci Ceccacci di Pandefra a Senigallia, Roberto Notarnicola di Mamm di Udine, Luigi Morsella del Mercato del Pane di Pescara.
Il Forno Brisa, nato nel 2015 come startup, si definisce un “breadbar”, un panificio con un’offerta ampia che spazia dal pane ai dolci da colazione, pizze, caffè, vini naturali e bevande, e che segue l’intera filiera delle materie prime che trasforma e, dove possibile, si occupa anche direttamente della produzione, come per buona parte dei cereali per la panificazione. Fondata da due giovani bolognesi, Forno Brisa in 4 anni ha aperto un laboratorio, tre forni e preso in carico un’azienda agricola, che produce i cereali per una parte della produzione.
E il fatturato è passato da 352 mila euro nel 2016 a 2 milioni a fine 2021, quando l’ebitda era negativo per 146 mila euro e un indebitamento netto di 560 mila (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Il forno punta a raggiungere nel 2023 i 4 mln di euro grazie ai nuovi negozi aperti negli ultimi mesi del 2022. E la società tiene a sottolineare che “la crescita ha consentito ai 357 soci che hanno aderito alla prima campagna di equity crowdfunding una rivalutazione delle proprie quote ben oltre il 200%, sebbene si stia parlando di investimenti illiquidi”.
“A differenza di ciò che succede normalmente con gli investimenti finanziari, chi decide di investire in questo progetto avrà consapevolezza di perché e come i suoi soldi saranno investiti, sarà aggiornato sull’andamento e ne potrà andare orgoglioso. Per noi questa è un’operazione di partecipazione collettiva e di resistenza finanziaria”, ha detto il founder Pasquale Polito.
Questa seconda campagna di crowdfunding punta dunque ad aprire nuovi negozi e realizzare il grande sogno del Mulino Collettivo in Abruzzo, dove Forno Brisa coltiva già il suo grano. L’idea è continuare a collaborare con i mugnai con cui il forno lavora da anni, ma completare anche la propria filiera, avendo il controllo completo della produzione della propria farina. Un altro progetto centrale è quello della digitalizzazione delle imprese artigiane appartenenti al gruppo.
“Vogliamo superare l’idea anacronistica dell’imprenditore eroe e solitario che si fa da solo. Utilizziamo una leva finanziaria fondata sulla fiducia per realizzare progetti e affrontare sfide che da soli sarebbe difficile, se non impossibile, affrontare”, ha detto l’altro founder Davide Sarti., che ha aggiunto: “Se grazie alla prima storica campagna crowdfunding siamo diventati una società collettiva con una rete di oltre 350 soci in questo secondo round l’obiettivo è fare un passo in più, promuovendo la nascita di un modello d’impresa di intra-imprenditori dove non esistono centro e periferia, ma si condividono conoscenze, valori e investimenti”.