Consob ha pubblicato la bozza del nuovo regolamento dell’equity crowdfunding, sottoponendola a una consultazione pubblica aperta fino al 21 agosto.
L’occasione deriva dall’esigenza di adeguare il regolamento alla recente apertura dell’equity crowdfunding a tutte le PMI. Peraltro, Consob ha altresì ritenuto di dover tenere conto della nuova direttiva europea sugli intermediari e i mercati finanziari, la cosiddetta Mifid 2 (Markets in Financial Instruments Directive), che sta per essere recepita in Italia nel Testo Unico della Finanza (TUF).
Ma il regolamento sembrerebbe aver bisogno di alcuni chiarimenti (si veda articolo di Fabio Allegreni su Crowdfunding buzz)
Per esempio, ora che la rccolta è aperta a tutte le pmi, anche quelle non innovative, quali sono gli investitori qualificati che dovrebbero sottoscrivere almeno il 5% della campagna di raccolta? I business angel che non investono in pmi non innovative?
Cosa dire poi sull’autoraccolta, cioè la raccolta di fondi da parte delle stesse piattaforme di equity crowdfunding che la Consob vuole evitare perché non in grado, a suo dire, di gestire i conflitti di interesse? In effetti non sembrerebbero ben definiti i contorni di tale conflitto. Sembra una limitazione all’investimento in società che sono comunque fintech, innovative e ad alta crescita. Su quest’ultimo punto si veda precedente articolo apparso su Bebeez
Sono solo due delle perplessità che suscita il nuovo regolamento della Consob.